“Decreto sicurezza”. La guerra contro le donne detenute continua!
La nostra lotta non si ferma!
L’11 maggio visita alle donne in carcere per la Festa della Mamma
scarica l’Appello Madri Fuori 11 maggio 2025
L’iter in Parlamento del DDL ‘Sicurezza’ è stato interrotto dal colpo di mano autoritario del Governo, con l’approvazione del decreto-legge entrato in vigore il 12 aprile. Si è sottratto al confronto parlamentare un testo repressivo e discriminatorio, che sfida e offende il diritto e i diritti, senza accogliere i rilievi mossi dal Quirinale. Nonostante quanto la propaganda governativa ha provato a sostenere, sotto molti profili il decreto è addirittura peggiorativo, e molte delle sue norme più repressive sono articolate in modo da lasciare incertezza e massimo arbitrio.
Una di queste è quella contro le donne detenute incinte o madri di bimbə fino a un anno di età: la campagna “Madri Fuori – dallo stigma e dal carcere, con i loro bambini e bambine” dal 2023 mobilita molte donne e associazioni in difesa dei loro diritti fondamentali.
Il decreto conferma la revoca dell’obbligo – già del codice fascista Rocco – di rinviare l’esecuzione della pena per le donne incinte o con figl3 di età inferiore a un anno, rendendo la misura discrezionale. Il rischio di recidiva continuerà a orientare le decisioni dei giudici, che negheranno questo diritto soprattutto alle donne più vulnerabili, perché la recidiva delle donne è quella dei reati minori, soprattutto contro il patrimonio, i reati delle povertà. Resta intatta la natura sessista, razzista e classista della norma originaria.
La detenzione di madri e bambinə presso gli ICAM, istituti a custodia attenuata per detenute madri, confonde l’opinione pubblica: non si tratta di forme alternative alla reclusione, perché gli ICAM sono sezioni carcerarie, con sbarre e agenti, da cui non si esce, in cui si è recluse. Gli ICAM sono carcere. E non solo: dopo l’anno di età bambini e bambine potranno stare con le loro madri anche nelle normali sezioni.
Ancora più inaccettabile è la nuova previsione, assente nel DDL, ai danni della donna che, in un ICAM, protesti o abbia un conflitto con la custodia, di una sanzione disciplinare feroce: sottrarle il figlio o la figlia, affidandolo ai servizi sociali. Un obbrobrio umano e legale: le cosiddette ‘condotte pericolose’ sarebbero quelle che compromettono ‘ordine o sicurezza‘, una definizione che in carcere può essere tutto, aperta a ogni arbitrio interpretativo. Usare la sottrazione deə figlə come arma disciplinare contro le donne è un atto sessista e feroce. È una norma che aggiunge l’autoritarismo e la violenza patriarcale alla norma del decreto che affligge tutte le persone ristrette, punendole con pene aggiuntive, fino a 8 anni di carcere, per proteste anche nonviolente.
‘Madri Fuori’ continua la sua lotta, insieme al movimento nazionale contro il DL sicurezza, perché il Parlamento non approvi queste norme liberticide e sessiste.
‘Madri Fuori’ – come già nei due anni passati – dichiara l’11 maggio, Giornata della mamma, giornata di lotta dedicata alle madri e a tutte le donne detenute. Invitiamo tuttə a promuovere iniziative locali di incontro con le donne detenute, informazione e sensibilizzazione, dibattito pubblico e manifestazione di dissenso e opposizione. SEGNALA QUI LA TUA INIZIATIVA!
Contro la guerra dichiarata alle donne detenute la nostra lotta non si ferma!
Firenze, 24 aprile 2025