Spendere altri 800 miliardi per fare la guerra è pura follia.
Sabato 15 marzo a Roma attorno alla bandiera della pace e del disarmo
L’invasione russa dell’Ucraina è un crimine. Difendere l’Ucraina è giusto.
Difendere la legalità e il diritto internazionale è un dovere degli Stati. Sempre e ovunque. Senza usare due pesi e due misure. In Ucraina come a Gaza.
Ma continuare la guerra è il modo più sbagliato e inconcludente per farlo.
La guerra e la propaganda di guerra sono vietate dal diritto internazionale dei diritti umani.
L’Europa doveva prevenirla. E non l’ha fatto. Voleva vincerla. E non c’è riuscita. E ora vorrebbe trascinarci in una devastante corsa al riarmo che fatalmente finirà col distruggere anche quel che resta dell’Europa.
Che fare ora?
Non possiamo lasciare che la carneficina continui.
Non possiamo lasciare che l’Europa precipiti in uno stato di guerra permanente.
Non possiamo permetterci una folle e sconclusionata corsa al riarmo che alimenterà la disperazione, i nazionalismi e l’autoritarismo.
Non possiamo permetterci la militarizzazione delle nostre vite, dell’economia e dei nostri paesi.
Non possiamo lasciare che ci tolgano anche la salute, la libertà e la democrazia.
Siamo realisti!
Trump ha riaperto il negoziato con Putin. Non ci piace -per niente- il modo in cui lo sta facendo. Ma dobbiamo fermare la carneficina e le conquiste militari e salvare quel che resta dell’Ucraina.
Questo è il momento di fare quello che non è ancora stato fatto: “lavorare per la pace”. Anche se molti non sanno nemmeno cosa voglia dire.
Nel nome del rispetto della dignità di ogni persona e della vita umana, della legalità e del diritto internazionale; nel superiore interesse dei bambini e delle bambine, per il bene dell’umanità, l’Europa torni ad essere uno “strumento di pace”! Per noi, per tutti i popoli oppressi e per il mondo intero.
La via della pace -lo ripetiamo- è la via della legalità, del diritto internazionale e del multilateralismo. Ridiamo forza alle Nazioni Unite. Organizziamo una nuova Conferenza di Helsinki che, come 50 anni fa, dia nuovo avvio alla costruzione in Europa di un nuovo sistema di sicurezza comune, dall’Atlantico agli Urali, basato sul disarmo, i diritti umani, il diritto all’autodeterminazione dei popoli e i diritti delle minoranze. Costruiamo l’Economia di Francesco, l’economia della pace e della fraternità.
Non basterà dire “Europa, Europa” per evitare l’inferno (vedi il doc. del 3 marzo 2025). L’Europa riscopra la sua ragion d’essere e faccia quello per cui è stata creata: la pace. La bandiera dell’Europa e la bandiera della pace camminano insieme.
Marco Mascia, Presidente Centro Diritti Umani “Antonio Papisca” – Università di Padova
Flavio Lotti, Presidente Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace
10 marzo 2025