Tutte e tutti a Roma sabato 7 giugno. Una grande manifestazione nazionale per fermare il massacro del popolo palestinese. Una piattaforma chiara, inscritta nella mozione parlamentare che unitariamente abbiamo presentato in Parlamento. Facciamo appello tutte e tutti coloro che sentono come insopportabile quello che sta succedendo, mobilitiamoci insieme per fermare il massacro e i crimini del governo Netanyahu a Gaza”. Così l’appello di Angelo Bonelli, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni ed Elly Schlein. Partenza ore 14 – Comizio finale a Piazza Sam Giovanni. A breve le INFO SOS Sanità aderisce alla manifestazione del 7 giugno 2025 “In piazza per Gaza” Leggi anche: Mozione unitaria Pd-M5S e Avs per la Palestina: stop a silenzio e indifferenza
...SCOSSA è il muovo sito che, pltre ad essere un acronimo formato da lettere presenti nella frase “La società civile sostiene il Servizio sanitario nazionale”, dà il nome al documento – SCOSSA – ed è un invito a rilanciare l’azione politica e culturale in difesa del diritto alla salute come interesse della collettività e del Ssn come patrimonio di civiltà. Questo documento nasce dal lavoro congiunto delle associazioni che, aderendo all’appello “Non possiamo restare in silenzio. La società civile in difesa della sanità pubblica”, hanno deciso di riaffermare valori e indirizzi comuni e individuare gli elementi fondamentali per il rilancio del Servizio sanitario nazionale, anche alla luce dell’attuale preoccupante dibattito politico e istituzionale. Associazione Salute Diritto Fondamentale, Associazione Giovanni Bissoni, Laboratorio Salute e Sanità – LABOSS, Associazione Prima la Comunità, Associazione Alessandro Liberati, Salute internazionale, Cittadinanzattiva, Gruppo Abele, Forum Diseguaglianze e Diversità, Fondazione Maratona Alzheimer. —> Le associazioni aderenti al Documento 10 punti chiave per il rilancio della sanità pubblica e contro l’autonomia differenziata delle Regioni SCARICA IL DOCUMENTO 1. Il declino del Ssn non è irreversibile Il secondo pilastro – l’assistenza cosiddetta “integrativa” dei fondi e delle assicurazioni – non è la soluzione. Servono scelte coerenti con il dettato costituzionale, le priorità espresse dalla popolazione e le evidenze scientifiche. 2. Il Ssn deve poter contare su risorse adeguate, 3. Le risorse devono essere destinate agli ambiti prioritari di intervento, 4. I fondi sanitari devono essere riorientati all’interesse generale, 5. È necessario lo sviluppo e una solida riorganizzazione delle Cure Primarie, articolata per Distretti sociosanitari, 6. Il governo dell’assistenza farmaceutica 7. One Health: la salute in tutte le politiche, 8. La sentenza della Corte costituzionale n. 192 9. La sanità deve essere esclusa dall’Autonomia Differenziata. 10. Dopo la sentenza 192/2024 è fondamentale il ruolo del Parlamento. Vai sul sito scossa.net
...APPELLO PER UNA MANIFESTAZIONE NAZIONALE, SALVIAMO GAZA E LA POPOLAZIONE PALESTINESE! Da Monte Sole – Marzabotto la tragedia di Gaza assume in pieno il volto dei bambini uccisi a migliaia nelle case, nelle tende, nelle strade, negli ospedali della Striscia. Il Governo israeliano va fermato. La violenza va fermata. Non è più possibile assistere silenti alla spirale di violenza e di violazioni del diritto internazionale che da decenni si stanno ripetendo. Ciò che è successo dal 7 ottobre 2023, non è altro che l’ultimo atto di una storia intrisa di violazioni e di ingiustizie che ci coinvolge tutte e tutti. Insieme, tutte e tutti, dobbiamo dire basta. Avere il coraggio e l’onestà di condannare l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023, come di condannare la risposta del governo israeliano, che ha superato ogni limite ed ogni regola del diritto di difesa. Nonostante il rischio di violazione della Convenzione contro il genocidio, già denunciata dalla Corte Internazionale di Giustizia, l’esercito israeliano prosegue senza sosta incursioni e bombardamenti sulla popolazione civile a cui, inoltre, sono negati cibo, acqua, cure mediche e protezione. La ferocia implacabile e la volontà di espellere la popolazione palestinese dalla Striscia, dopo averla rinchiusa in quel lembo di terra, si è estesa nelle città, nei campi profughi e nei villaggi della Cisgiordania, con continue azioni dell’esercito e dei coloni, assumendo a tutti gli effetti le caratteristiche della pulizia etnica, vero e proprio crimine contro l’umanità, contro ogni norma risoluzione e convenzione internazionale. E c’è una comunità internazionale lontana, inattiva, tollerante e silenziosa, capace solo di timide dichiarazioni, resa straordinariamente lenta e prudente nell’agire da opposti interessi, opportunismi, ambiguità, celati e malcelati disegni egemonici. Mentre gli stati ed i governi democratici hanno il dovere di fermare le violazioni del diritto internazionale e di proteggere la popolazione civile, con tutti i mezzi politici, diplomatici ed economici a sua disposizione. Per questo chiediamo al Governo italiano e alle Istituzioni Europee: ● di sospendere la cooperazione militare e l’Accordo di Associazione UE-Israele, sino a quando non siano cessate le violazioni dei diritti umani e dell’occupazione; ● di ripristinare il sostegno all’UNRWA per l’assistenza ai profughi palestinesi; ● l’immediato riconoscimento dello stato di Palestina; ● di chiedere la convocazione di una conferenza di pace sotto l’egida delle Nazioni Unite. Azioni oggi necessarie per: ● porre fine ad ogni tipo di violenza, a Gaza, in Cisgiordania, a Gerusalemme, in Israele; ● ottenere l’immediato cessate il fuoco nella Striscia di Gaza; ● la liberazione degli ostaggi e dei prigionieri; ● garantire assistenza alla popolazione civile palestinese; ● fermare la deportazione della popolazione palestinese e il piano di invasione di Gaza. Da Marzabotto, da Monte Sole chiediamo di unirsi a noi in questo appello a tutte le persone e a tutte le organizzazioni che come noi sentono il dovere di fare tutto ciò che è in nostro potere per salvare vite, salvare civili, salvare bambini innocenti, salvare la pace e la convivenza tra palestinesi ed israeliani. Quando avvennero le stragi qui nessuno poteva immaginarsi cosa stesse succedendo. È nostra precisa responsabilità, oggi che sappiamo, fare tutto quel che possiamo per fermare lo sterminio di una popolazione innocente, proprio come i civili inermi che abitavano a Monte Sole 80 anni fa. Comune di Marzabotto e Comitato regionale per le Onoranze ai Caduti di Marzabotto fonte: https://www.perlapace.it/save-gaza-marcia-marzabotto/
...In occasione della Giornata mondiale senza tabacco 2025 (No Tobacco Day), che si celebra come ogni anno il 31 maggio, comincia il rilascio del nuovo dataset delle sorveglianze PASSI e PASSI d’Argento con la pubblicazione dei dati sul fumo, relativi rispettivamente alla popolazione adulta (18-69 anni) e a quella anziana (over 65 anni). Dai dati PASSI emerge che in Italia l’andamento nel tempo della quota di chi utilizza esclusivamente sigarette tradizionali mostra una riduzione costante (dal 25% del 2014 al 18% del 2024), ma aumenta sia la quota di chi fa uso duale di sigarette tradizionali e dispositivi elettronici sia la quota di chi utilizza esclusivamente dispositivi elettronici. È quindi il cosiddetto “policonsumo”, cioè l’uso composito di sigarette tradizionali e dispositivi elettronici, i cui dati verranno presentati nel convegno del 30 maggio organizzato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), a costituire una novità e un fenomeno in crescita, soprattutto nei giovani adulti. Per quanto riguarda la disassuefazione, un terzo dei fumatori dichiara di aver tentato di smettere di fumare la sigaretta nei 12 mesi precedenti l’intervista, restando almeno un giorno senza fumare, ma in quasi il 76% il tentativo fallisce: solo il 12% raggiunge il successo e persiste senza fumare per più di 6 mesi. Relativamente al fumo passivo il 95% degli intervistati riferisce che il divieto di fumo sul luogo di lavoro è rispettato “sempre” (84%) o “quasi sempre” (11%). Infine, i dati di PASSI d’Argento mostrano che la maggioranza degli ultra 65enni residenti in Italia non fuma (62%) o ha smesso di fumare da oltre un anno (27%), ma una persona su 10 è ancora fumatrice (11%), valori paragonabili anche tra coloro che riportano patologie croniche, che sono esse stesse esito del fumo di sigaretta. Per approfondire i dati consulta le pagine di PASSI dedicate a: —> abitudine al fumo, —> fumo passivo, —> smettere di fumare; —> e le pagine di PASSI d’Argento relative all’abitudine al fumo. Leggi anche il Primo Piano ISS FONTE: https://www.epicentro.iss.it/passi/
...Giunto alla trentatreesima edizione, il Rapporto annuale 2025 illustra i cambiamenti economici, demografici e sociali dell’anno appena trascorso, offrendo un quadro informativo integrato sulle principali sfide del nostro tempo e su quelle che l’Italia sarà chiamata ad affrontare nei prossimi anni. Il Rapporto analizza i principali punti di forza e di debolezza del nostro Paese e le sue differenti dimensioni territoriali, soffermandosi sugli elementi salienti dell’evoluzione del sistema produttivo, dell’impiego delle tecnologie e della sostenibilità ambientale. Le trasformazioni socio-demografiche sono descritte insieme ai mutamenti del mercato del lavoro, dei livelli di istruzione, delle condizioni economiche e di salute della popolazione. I cambiamenti avvenuti di generazione in generazione offrono informazioni utili per affrontare le esigenze della società della longevità. Il rapporto tra le generazioni è messo a confronto con la dinamica del sistema economico caratterizzato da trasformazioni profonde. Un viaggio in quattro Capitoli incentrato sulle generazioni, per comprendere il presente e progettare il futuro. CAPITOLI DATI A SUPPORTO DI TAVOLE E FIGURE RAPPORTO ANNUALE 2025 (Versione integrale .pdf, 12.18 MB) CAPITOLO 1 | Economia e ambiente DATI CAPITOLO 1 CAPITOLO 2 | Popolazione e società DATI CAPITOLO 2 CAPITOLO 3 | Una società per tutte le età DATI CAPITOLO 3 CAPITOLO 4 | Sistema economico e generazioni DATI CAPITOLO 4 Sul welfare, tra i vari capitoli segnaliamo; Il capitolo 3.3 I TERRITORI E LE SFIDE DELLA SOCIETÀ ANZIANA Il capitolo 2.6 LE CONDIZIONI DI SALUTE
...Comunicazione&salute Da cosa nasce Il repository nasce nell’ambito delle attività del gruppo regionale di comunicazione (Programma Governance) del Piano Regionale di Prevenzione che ha intercettato il bisogno, da parte degli operatori della promozione della salute, di un unico spazio in cui trovare risorse di comunicazione per la salute a cui attingere per le proprie attività e progetti. Come accedere Il repository è accessibile dall’home page del sito Dors, nella sezione Risorse. Che cos’è Una raccolta di materiali di comunicazione, organizzati in 17 aree tematiche comprendente risorse a stampa, digitali, web, audio e video. La ricerca dei materiali può essere libera, per area tematica e per tipologie di allegati. A cosa serve Il repository contribuisce concretamente a rendere efficiente la fase di ricerca di materiali da utilizzare o dai quali prendere spunto per azioni, interventi e progetti di prevenzione e promozione della salute. La risorsa favorisce, inoltre la condivisione di buone prassi comunicative in un’ottica di scambio e collaborazione. Come contribuire Al fine di arricchire di contenuti il repository, mantenendolo costantemente aggiornato, è possibile segnalare prodotti e campagne di comunicazione utilizzando il form contatti in home page. fonte: DORS – Eleonora Tosco, Elisa Ferro
...AGENAS ha organizzato l’evento “Lo stato di attuazione delle Reti oncologiche”, che si è tenuto martedì 27 maggio 2025, alle ore 10.00, presso la Sala Auditorium dell’Agenzia, in via Toscana n. 12, Roma. L’incontro è stato l’occasione per un confronto tra i vari stakeholder del Servizio sanitario nazionale e, in particolare, per i referenti del Ministero, delle Regioni, delle Aziende sanitarie, delle Associazioni dei cittadini e dei pazienti nonché dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. Il lavoro è stato realizzato grazie alla stretta collaborazione con i coordinatori delle Reti oncologiche regionali, nell’ambito delle attività promosse e sostenute dal Ministero della Salute, con l’obiettivo di garantire un approccio condiviso e integrato alla gestione dell’oncologia a livello nazionale. Leggi qui il programma dell’evento (PDF) Report sintetico dell’indagine (PDF) Report esteso dell’indagine (PDF)
...L’iniziativa InvestAI punta a riportare l’Unione Europea al passo nello sviluppo dell’intelligenza artificiale, ma ha grosse criticità. Ne parliamo con Giuseppe Attardi, già ordinario di Informatica dell’Università di Pisa e proponente di un “CERN per l’IA”. L’Europa del secondo dopoguerra aveva un problema: i principali centri di ricerca in fisica si trovavano negli Stati Uniti, dove i talenti avevano accesso a fondi e strumenti per portare avanti esperimenti anche piuttosto costosi. Un tipo di risorse che i singoli stati europei non erano in grado di offrire, ma che un ente internazionale avrebbe potuto mettere insieme. Un’idea che la delegazione francese alle Nazioni Unite aveva già sollevato nel 1946, in un’escalation politica che porterà alla nascita dell’odierno CERN. L’Europa del 2025 si trova di fronte a un problema dalle caratteristiche simili. Quasi un anno fa, in un’intervista al settimanale greco To Vima, l’allora commissario europeo per il mercato interno Thierry Breton sottolineava come si dovesse garantire a start-up e centri di ricerca europei accesso ai quattro “ingredienti chiave” per l’intelligenza artificiale: dati, potere computazionale, algoritmi e talenti. Risorse che abbondano nelle mani delle grandi multinazionali come Meta o Google, ma a cui invece piccole start-up e istituzioni pubbliche faticano ad accedere, soprattutto in termini di dati, potere computazionale e talenti. Le grandi aziende che producono modelli di intelligenza artificiale, infatti, hanno spesso un altro tipo di business come cuore delle loro attività, che permette loro di ottenere quantità di dati molto più grandi di quelle disponibili per il settore pubblico o per compagnie più piccole. Pensiamo a Meta, Microsoft o Google: le loro normali attività commerciali producono ingenti quantità di dati tramite i servizi che forniscono agli utenti. Su questi dati possono poi essere allenati modelli di intelligenza artificiale (soprattutto, in questo caso, generativa). Un articolo in uscita a giugno 2025 su Technology in Society analizza 8.000 preprint in intelligenza artificiale, portando a galla le notevoli differenze in risultati che le aziende riescono a ottenere utilizzando dati esclusivi a cui il pubblico non ha accesso. Allo stesso modo, allenare e operare un modello di intelligenza artificiale come GPT-4.1 (rilasciato poche settimane fa da OpenAI) richiede ingenti quantità di potere computazionale ed energia. Questo a sua volta si traduce nella necessità di un gran numero di processori, una risorsa piuttosto costosa, prodotta solo da un numero ridotto di aziende perlopiù americane, come Nvidia e AMD. L’hardware in questione, inoltre, richiede spesso un tipo di competenza ingegneristica specialistica che manca nel mondo accademico. Al contrario, molte delle grandi aziende che producono modelli di intelligenza artificiale offrono da tempo anche servizi di cloud computing e hanno, dunque, accesso al potere computazionale e al talento umano necessari. Un preprint di gennaio 2024 analizza 650 modelli di machine learning per stimare l’impatto che la differenza di accesso alle risorse computazionali ha sulla ricerca: se si guarda a quelli cosiddetti large scale (che stanno, cioè, nel primo quartile del potere computazionale richiesto), la percentuale prodotta da laboratori universitari cala drasticamente negli anni, dal 65% degli anni Dieci del 2000 fino al 10% all’inizio degli anni Venti. Parallelo al divario pubblico-privato in sviluppo e sperimentazione con l’intelligenza artificiale si apre quello fra Europa e resto del mondo, in particolare Stati Uniti e Cina. I più celebri modelli di intelligenza artificiale, soprattutto generativa, sono stati sviluppati da aziende statunitensi e cinesi, con l’eccezione della francese Mistral. Nella corsa per l’accesso a questa tecnologia rivoluzionaria, con i conseguenti vantaggi economici e geopolitici, l’Europa sembra rimanere indietro. «Too often, I hear that Europe is late to the race — while the US and China have already gotten ahead», ha detto Ursula von der Leyen all’AI Action Summit del 10 febbraio 2025. «I disagree». La conferenza parigina è il momento in cui la presidente della Commissione Europea ha annunciato InvestAI, l’iniziativa europea che punta a smuovere 200 miliardi di euro di investimenti per l’intelligenza artificiale. Di questi, 20 dovrebbero essere dedicati alla creazione di quattro cosiddette AI Gigafactories, grossi centri di ricerca (l’annuncio parla di “centomila chip di nuova generazione”) per lo sviluppo e la sperimentazione con modelli di intelligenza artificiale. Nel suo discorso, von der Leyen parla di «replicare il successo del CERN di Ginevra», fornendo l’infrastruttura necessaria perché ricercatori e start-up europee possano giocare sullo stesso piano delle loro controparti fuori dall’Unione. Un annuncio che lascia molti insoddisfatti. Tra questi, Giuseppe Attardi, già professore di Informatica dell’Università di Pisa e proponente di un’iniziativa europea per un “CERN per l’intelligenza artificiale”. Una proposta sollevata assieme a decine di altri ricercatori ed esperti del continente con la creazione del network CAIRNE, che già nel 2018 (quando si chiamava CLAIRE) portava avanti esplicitamente l’idea di centralizzare risorse e talenti per non rimanere indietro nella corsa allo sviluppo e l’applicazione dell’IA. «Per stare al passo è necessario accelerare, è necessario un intervento straordinario», ha commentato Attardi. La creazione delle AI Gigafactories non sarebbe sufficiente: all’atto pratico, si tratterebbe di trasformare i centri di ricerca di EuroHPC (l’infrastruttura europea di supercomputer) in centri che sviluppino modelli e svolgano esperimenti sull’intelligenza artificiale. Ma tanto le tecnologie quanto le metodologie sperimentali di questi centri sono molto diverse da quelle richieste per tenere il passo con l’evoluzione dell’IA. Per poter utilizzare Leonardo, il supercomputer EuroHPC ospitato a Bologna da Cineca, è necessario trovare i fondi per il progetto, farlo approvare da Cineca, e infine attendere che si liberi una parte di macchina su cui far girare il proprio esperimento. «Gli esperimenti su modelli di intelligenza artificiale richiedono molta più flessibilità e rapidità», spiega Attardi. «Per un CERN dell’IA è necessario mettere insieme competenze altamente specializzate e molto diverse, che a oggi non esistono all’interno dei centri di EuroHPC». E che l’evoluzione in AI Gigafactories difficilmente introdurrà. Non è la prima volta che la strategia della Commissione Europea delude gli esperti di intelligenza artificiale. «Le precedenti call del programma Horizon non contenevano nemmeno le parole ‘intelligenza artificiale’», ha notato Attardi, «a riprova della lentezza e incapacità dei funzionari politici nel rispondere a una tecnologia che evolve a velocità mai viste prima». Un vero CERN dell’IA, puntualizza il […]
...Nonostante le ripetute dichiarazioni di medici ed esperti di sanità pubblica sulle atrocità commesse contro la popolazione civile a Gaza, molte università e organizzazioni di professionisti sanitari che si dichiarano impegnati per la giustizia sociale non hanno parlato. Il loro silenzio è moralmente inaccettabile (1). Gaza è sull’orlo della carestia. The Integrated Food Security Phase Classification , un’iniziativa globale multilaterale volta a migliorare la sicurezza alimentare e l’analisi nutrizionale, segnala che l’intera popolazione di Gaza sta affrontando alti livelli di insicurezza alimentare acuta. Quasi mezzo milione di persone rischiano di morire di fame, una situazione aggravata dal rifiuto del governo israeliano di consentire l’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza per oltre 11 settimane, nonostante la distruzione della maggior parte dei sistemi agricoli, ittici e alimentari. Al momento della stampa, le autorità israeliane hanno annunciato che saranno ora consentiti aiuti minimi a Gaza, ma le quantità rilasciate finora sono considerate del tutto inadeguate dagli operatori umanitari. L’ Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura stima che, dal blocco degli aiuti umanitari, l’apporto calorico medio pro capite al giorno a Gaza sia crollato al 67% del minimo necessario per la sopravvivenza, una cifra che dovrebbe scendere ulteriormente entro il 5 luglio. Ciononostante, il governo israeliano continua a intensificare le sue operazioni militari a Gaza. La fame è solo un aspetto di questa triste realtà. Gli attacchi alle strutture e agli operatori sanitari sono stati incessanti, con Gaza che ha registrato di gran lunga il maggior numero di attacchi all’assistenza sanitaria di qualsiasi altro paese in conflitto nel 2024. Molti ospedali sono stati bombardati o distrutti, in particolare nelle zone settentrionali di Gaza. Le cure specialistiche sono quasi inesistenti. L’European Gaza Hospital, l’unica struttura in grado di effettuare interventi chirurgici oncologici, non è più in funzione. Il sistema sanitario, già moribondo, è stato ulteriormente indebolito dal blocco degli aiuti e dall’inaccettabile uccisione di oltre 1400 operatori sanitari . Medical Aid for Palestinians, un’organizzazione benefica con sede nel Regno Unito, ha dichiarato che “il sistema sanitario di Gaza viene sistematicamente smantellato, rendendo impossibile sostenere la vita dei palestinesi a Gaza”. Il governo israeliano ha anche preso di mira le infrastrutture civili necessarie alla sopravvivenza dei palestinesi, con l’89% dei sistemi idrici e igienico-sanitari e il 92% delle abitazioni distrutti o danneggiati. Con zone militari interdette che ora coprono il 70% di Gaza e lo sfollamento di circa il 90% della popolazione in spazi abitativi sovraffollati con scarso accesso ad acqua pulita e servizi igienici, le malattie infettive dilagano. La desolante situazione sanitaria sul campo dopo 19 mesi di prolungato conflitto a Gaza è ora messa a nudo in una lettera dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione dei Rifugiati Palestinesi. Confrontando i dati annuali del 2023 e del 2024, i casi di diarrea acquosa acuta sono aumentati di 36 volte, mentre la sindrome da ittero acuto (indicativa dell’epatite A) è aumentata di 384 volte. I palestinesi sono costretti a vivere in condizioni disumane dove le malattie proliferano. Un recente webinar sulla situazione a Gaza ha riferito che ogni giorno, in media, 35 bambini vengono uccisi a Gaza, per un totale di almeno 18.000 bambini uccisi in questo conflitto. Bambini preadolescenti vengono ricoverati con ferite da arma da fuoco. I bambini muoiono di malnutrizione cronica e quelli che sopravvivono potrebbero non guarire mai completamente. Gaza ospita anche la più grande coorte di bambini amputati nella storia moderna. Oltre alle lesioni fisiche, il trauma psicologico di vedere le proprie case distrutte e le proprie famiglie uccise lascerà cicatrici permanenti. L’eredità di tale distruzione si farà sentire per le generazioni future. Per troppo tempo, il governo israeliano ha agito impunemente. Intervenendo nello stesso webinar sull’attuale crisi umanitaria, Nick Maynard, un chirurgo britannico con diverse esperienze a Gaza, ha affermato di aver assistito a “molti esempi di chiari crimini di guerra”. Ma nonostante le ripetute dichiarazioni di medici ed esperti di sanità pubblica sulle atrocità commesse contro la popolazione civile a Gaza, molte università e organizzazioni di professionisti sanitari che si dichiarano impegnati per la giustizia sociale non hanno parlato. Il loro silenzio è moralmente inaccettabile. L’indifferenza ha regnato anche al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, nonostante le ripetute informazioni presentate su “morti, ferite, distruzione, fame, malattie, torture, altri trattamenti crudeli, inumani o degradanti, ripetuti sfollamenti su larga scala” a Gaza. “Agirete con decisione per prevenire il genocidio e garantire il rispetto del diritto internazionale umanitario?”, ha chiesto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite Tom Fletcher, Capo degli aiuti umanitari delle Nazioni Unite. Una dichiarazione congiunta di Regno Unito, Francia e Canada avverte di dover intraprendere azioni concrete se Israele non cesserà la sua rinnovata offensiva militare e non revocherà le restrizioni sugli aiuti umanitari. La storia del conflitto israelo-palestinese e il contesto geopolitico circostante sono complessi, ma la comunità internazionale deve agire, viste le prove inconfutabili, per proteggere la salute del popolo palestinese. (1) Gaza has been failed by silence and impunity Editorial, The Lancet, Vol. 405, May 24, 2025. Traduzione e sottotitolo nostri.
...Giovani e sanità pubblica: un ragazzo su 5 non conosce il proprio medico di famiglia. Poca consapevolezza su ticket, fascicolo sanitario elettronico e screening oncologici. L’intelligenza artificiale irrompe nella quotidianità, ma manca ancora la formazione Un’indagine condotta tra studenti degli ultimi anni delle scuole superiori rivela un preoccupante scollamento tra le nuove generazioni e il Servizio Sanitario Nazionale (SSN): oltre la metà non sa cos’è il ticket, 1 ragazzo su 5 non conosce il proprio medico di famiglia e oltre l’80% non ha mai usato il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE). In controtendenza, quasi il 40% utilizza tutti i giorni strumenti di intelligenza artificiale (IA) come ChatGPT, un dato che apre uno scenario ambivalente: se utilizzati per cercare informazioni su temi sanitari, l’assenza di adeguate competenze scientifiche e digitali può esporre i giovani a contenuti fuorvianti, con possibili ripercussioni sulla loro salute e sul corretto utilizzo dei servizi sanitari. «La difesa del diritto costituzionale alla tutela della salute – afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – deve coinvolgere anche le nuove generazioni, già a partire dall’età scolastica. Con il progetto La Salute tiene banco, offriamo agli studenti strumenti concreti per diventare cittadini consapevoli, in grado di tutelare la propria salute e riconoscere il valore del SSN». «Avviato nel gennaio 2023 – spiega Elena Cottafava, Segretaria Generale della Fondazione GIMBE e responsabile del progetto – La Salute tiene banco punta a diffondere tra i ragazzi una visione globale della salute, promuovere l’alfabetizzazione sanitaria, contrastare la disinformazione e favorire un utilizzo consapevole e responsabile del SSN». Ad oggi, il progetto ha coinvolto oltre 5.500 studentesse e studenti degli istituti superiori di tutta Italia. Durante gli incontri, i partecipanti hanno risposto a quiz interattivi su temi cruciali come il funzionamento del SSN, la prevenzione e l’uso degli strumenti digitali. «L’obiettivo – spiega il Presidente – è raccogliere dati oggettivi sul livello di conoscenza dei giovani in merito alla sanità pubblica, così da orientare in modo mirato ed efficace le strategie di informazione e formazione». Metodi. Nel periodo ottobre 2024-marzo 2025 la Fondazione GIMBE ha realizzato 33 incontri in 30 istituti scolastici di varie città italiane: Alanno (PE), Bari, Bologna e provincia, Cesena, Chiavari (GE), Cuneo, Ferrara, Foggia, Modena, Parma e provincia, Piacenza, Ravenna e Roma. Durante gli incontri, che hanno coinvolto 4.200 studenti degli ultimi anni delle scuole superiori, tramite la piattaforma Mentimeter è stata condotta una survey di 7 domande. Risultati. Si riportano di seguito i risultati principali, rimandando all’appendice per i dettagli sulla survey. Conoscete il vostro Medico di Medicina Generale (MMG)? L’83,3 % degli studenti dichiara di averlo già incontrato, mentre il 16,7 % non sa ancora chi sia il proprio medico di famiglia. «Il passaggio dal pediatra al MMG – sottolinea Nino Cartabellotta – avviene al compimento del 14° anno come un semplice atto amministrativo, senza alcun accompagnamento clinico o relazionale. E così, una quota non trascurabile di adolescenti resta priva di un riferimento sanitario proprio nel momento in cui iniziano a cambiare bisogni e ad emergere fragilità. Per garantire una vera continuità assistenziale, questo “passaggio di consegne” deve trasformarsi da procedura burocratica in un percorso guidato». Sai a cosa serve il ticket? Il 53,6% degli studenti dichiara di non sapere a cosa serva il ticket sanitario, ovvero la quota che i cittadini versano per contribuire alle spese del SSN. Una lacuna significativa, sulla quota a carico dei cittadini per visite, esami e farmaci di fascia A, indispensabile a co-finanziare il SSN. «Che oltre la metà degli studenti non conosca la funzione del ticket – commenta Cartabellotta – è un segnale da non sottovalutare. Denota non solo un deficit informativo, ma anche un distacco culturale dai meccanismi che regolano il funzionamento del SSN. La consapevolezza dei costi condivisi della sanità pubblica è essenziale per formare cittadini responsabili e coinvolti nelle scelte di salute». Hai mai usato il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE)? L’82,3% degli studenti dichiara di non aver mai utilizzato il FSE né per sé né per un familiare. Un dato in parte spiegabile con l’età – molti sono minorenni o appena maggiorenni – ma che rivela comunque una più ampia carenza di informazione, anche tra chi ha pieno accesso allo strumento. «Che oltre 8 studenti su 10 non abbiano mai utilizzato il FSE – commenta Nino Cartabellotta – fa suonare un doppio allarme: da un lato, la scarsa conoscenza di uno strumento digitale strategico; dall’altro, l’assenza di percorsi educativi sulla gestione consapevole della salute. Senza alfabetizzazione sanitaria e digitale già a scuola, i giovani non riusciranno ad essere protagonisti attivi nel rapporto con il Servizio Sanitario Nazionale e la digitalizzazione della sanità rischia di restare una riforma incompiuta e distante dalla quotidianità delle persone». Quali sono i 3 programmi di screening oncologici offerti gratuitamente dal SSN? Solo poco più della metà degli studenti ha risposto correttamente, identificando i tre screening oncologici inclusi nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA): mammella, cervice uterina e colon-retto. Il resto del campione ha fornito risposte errate o ha ammesso di non conoscere la risposta. «Anche se il campione è composto da ragazzi ancora lontani dall’età per accedere agli screening – commenta Cartabellotta – queste lacune confermano l’urgenza di rafforzare l’alfabetizzazione sanitaria già a scuola. Conoscere l’esistenza e il funzionamento degli screening oncologici significa promuovere la cultura della prevenzione e, in prospettiva, migliorare l’adesione futura ai tre programmi efficaci e gratuiti che il SSN offre per ridurre la mortalità specifica per tumore». È sempre vantaggioso fare controlli periodici per tutti i tumori? Il 71,9% degli studenti risponde erroneamente che è sempre utile sottoporsi a esami di laboratorio o strumentali per diagnosticare precocemente qualsiasi tipo di tumore. «Purtroppo – commenta Cartabellotta – questa convinzione nasce da messaggi che confondono la prevenzione con il ricorso indiscriminato ai test diagnostici: una forma di consumismo sanitario che alimenta esami inutili, determina spreco di risorse ed espone ai rischi della sovra-diagnosi e di trattamenti non necessari». Hai ricevuto antibiotici per un’infezione delle alte vie respiratorie (es. raffreddore)? Uno studente su 5 “spesso”, uno su 2 “qualche volta” e il 18,9% “mai”; il 12,3% dichiara di non aver […]
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