CIAO LUIS: solo sognando e restando fedeli ai sogni riusciremo ad essere migliori …

fonte foto: Partito Democratico Facebook

Luis Sepulveda non ce l’ha fatta. È morto nell’ospedale di Oviedo, in Spagna, dove era ricoverato dalla fine di febbraio. L’ha ucciso il Coronavirus. Aveva 70 anni. 

Era nato a Ovalle, in Cile, nel 1949. Figlio di un militante del partito comunista cileno e di un’infermiera mapuche. Ottenne il successo internazionale con Il vecchio che leggeva romanzi d’amore (1989), pubblicato in Italia da Guanda nel 1993, un romanzo tradotto in 35 lingue e dedicato a Chico Mendes, nel quale Sepúlveda rielabora la sua esperienza tra i nativi dell’Amazzonia. Ma prima di allora la sua stessa vita era stata un romanzo. Militante politico, regista teatrale, giornalista, ambientalista. Molte vite. Come per altri scrittori sudamericani della sua generazione, come per i Bolaño e i Galeano. La generazione che fu costretta ad affrontare e combattere la dittatura, e possibilmente a sopravviverle. I ragazzi e le ragazze (splendidi, indimenticabili) che ebbero come nemici Videla e Pinochet.

Già a vent’anni scriveva e pubblicava racconti. Studiò drammaturgia tra il Cile e Mosca, ma il soggiorno in Unione Sovietica, dove era arrivato grazie a una borsa di studio di 5 anni, si interruppe dopo pochi mesi probabilmente a causa di motivi (e dissidenza) politici. Tornò in Cile e lasciò il partito comunista per avvicinarsi ai socialisti di Salvador Allende. Entrò nella guardia personale del presidente Allende e fino all’ultimo difese il governo democraticamente eletto del Cile, ossia fino a quell’11 settembre del 1973, giorno in cui i militari di Augusto Pinochet presero il potere con un colpo di Stato. Dopo oltre due anni di arresti, torture e prigionia, Sepúlveda fu liberato grazie a una campagna di Amnesty International e iniziò il suo percorso di esule tra Uruguay, Brasile, Paraguay ed Ecuador, dove avrebbe vissuto con la comunità indigena Shuar entro un progetto in collaborazione con l’Unesco. Nel 1979 si unì alle brigate internazionali che sostenevano i sandinisti in Nicaragua. In seguito si trasferì in Germania, dove riprese l’attività di giornalista e ambientalista, arrivando a collaborare con Greenpeace e a pubblicare importanti reportage di viaggio dai quali sarebbero nati libri come Il mondo alla fine del mondo e Ultime notizie dal Sud.

IL VIDEO DOC DI RAIPLAY: “Lo scrittore del sud del mondo”

Nel 1989 rientrò in Cile e iniziò a dedicarsi a tempo pieno alla carriera di scrittore. Fu ricchissima, ovviamente, anche la vena di narrazione politica e di rievocazione delle peripezie latinoamericane, personali e collettive, cui Sepúlveda diede voce in titoli, tra gli altri, come Cronache dal Cono SudLa lampada di AladinoL’ombra di quel che eravamo e La frontiera scomparsa. Nella seconda metà degli anni Novanta si trasferì in Spagna, nelle Asturie, cambiamento che coincise con una nuova tappa del suo percorso letterario, dedicata all’invenzione di favole i cui protagonisti sono animali ai quali l’autore affida messaggi universali per l’umanità. Titoli come il celebre Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, e poi: Storia di un topo e del gatto che diventò suo amicoStoria di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezzaStoria di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà, per arrivare all’ultimo Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa (del 2018). Restano da ricordare Diario di un killer sentimentalePatagonia expressRitratto di gruppo con assenza, e decine di premi e riconoscimenti, tra i quali il Chiara e il Grinzane in Italia, paese che visitava spesso e nel quale ha venduto quasi nove milioni di copie, come ricorda in una nota di commiato il suo editore Guanda.

Sepúlveda lascia i suoi figli e la sua compagna, la poetessa Carmen Yáñez, sposata due volte in una struggente e appassionante relazione, anche lei colpita dal Covid-19 ma per fortuna guarita.

E lascia i suoi libri e i suoi lettori, presenti e futuri. Sta a noi, e a chi verrà dopo di noi, decidere come ricordarlo: non lo scrittore sconfitto dal Coronavirus, ma lo scrittore che Pinochet non mise a tacere.

 

fonte: testo RASSEGNA.IT (Davide Orecchio)

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