MUOVERSI BENE IN OSPEDALE: il wayfinding, per agevolare l’orientamento delle persone

Lo spazio ospedale

Gli ospedali sono luoghi frequentati da un’ampia categoria di utenti: visitatori, pazienti, caregivers, degenti, personale medico e sanitario. Ognuna di queste categorie di persone si rapporta con lo spazio ospedaliero in modo differente, a seconda dei bisogni informativi e di assistenza e della capacità di comprendere ed utilizzare le informazioni veicolate attraverso segnaletiche, codici, cartellonistica varia.

Un aspetto peculiare dell’ospedale è che non è un ambiente neutro dal punto di vista emotivo: soprattutto per quanto riguarda i pazienti e i loro famigliari, condizioni di ansia, paura, preoccupazione sono frequenti e possono influire negativamente sulla capacità di comprendere, interpretare e utilizzare ciò che viene loro comunicato.

Per queste ragioni, l’ambiente ospedaliero più di altri contesti, deve porre particolare attenzione alle modalità in cui le informazioni sono organizzate, ai segnali visivi, al cosiddetto wayfinding, ovvero tutti quei sistemi progettati per indirizzare e agevolare l’orientamento delle persone all’interno degli spazi. Un ambiente che facilita la comunicazione con i suoi utilizzatori è un ambiente che consente alle persone di avere una “cognizione dello spazio” (dove sono, dove sono diretto, come è possibile arrivarci). E’ un’organizzazione dello spazio, insomma, che mette la persona al centro risultando “accessibile, comodo da usare per ogni membro della società e capace di rispondere all’evoluzione della diversità umana” (Accolla A., 2008).

La prima parte del manuale a cura di F. Pilozzi e M. Torresan analizza, attraverso il contributo di sociologi, psicologi, architetti e ricercatori, e quindi in un’ottica multidisciplinare, lo spazio-ospedale in termini di identità, comunicazione e accessibilità.

Pittogrammi: i segnali che facilitano la comunicazione

Un ambiente che comunica in modo efficace ed efficiente vede centrale il ruolo della segnaletica al suo interno che deve essere progettata con l’obiettivo di “ridurre lo stress nel processo di comprensione dello spazio e dell’individuazione, memorizzazione e raggiungimento della localizzazione delle funzioni in esso erogate” (Cancellieri U. G., 2018). I cartelli di orientamento all’interno di un ospedale dovrebbero consentire di distinguere e individuare in maniera semplice e immediata l’organizzazione degli spazi e la via da seguire, fornendo risposte alle domande degli utenti prima che queste vengano poste al personale ospedaliero.

Una segnaletica ben progettata deve prevedere:

– un uso appropriato e comprensibile della nomencaltura (la denominazione delle destinazioni)

– un’efficace densità delle indicazioni (il numero di segnali)

– un contesto facilmente interpretabile

– un corretto posizionamento e una visibilità che garantisca un’accessibilità allargata anche in caso di ipovisione

Il manuale descrive un particolare tipo di segnaletica che si avvale dei pittogrammi, ovvero cartelli di orientamento contenenti un segno che può avere natura iconica (solo grafica) o iconica e verbale (grafica e testo). Il pittogramma è, a tutti gli effetti, un atto comunicativo che svolge le seguenti funzioni:

– interpella: spiega, indica, mostra la strada chiedendo una reazione cognitiva da parte del destinatario

– identifica: raffigura una specifica condizione comunicando al destinatario che le sue esigenze sono accolte all’interno dello spazio in cui si muove

– regola: concede o vieta l’accesso o il movimento, indica i corretti comportamenti da assumere in relazione agli spazi

– guida: mostra la strada migliore da percorrere

– insegna: quando veicola un messaggio in modo semplice e comprensibile velocemente rispetto a un testo

Il manuale si concentra sulla descrizione dei pittogrammi come strumenti per comunicare in modo semplice e intuitivo, riducendo lo sforzo cognitivo degli individui e facilitando l’orientamento nello spazio ospedaliero.

Wayfinding e Health Literacy

La comunicazione visiva ha un forte legame con il concetto di health literacy.

Se l’health literacy è la “capacità di ottenere, elaborare e capire informazioni sanitarie di base e accedere ai servizi di salute in modo da effettuare scelte consapevoli” (OMS, 1998) è chiaro come un sistema di comunicazione visiva, progettato per consentire una facile fruizione a tutti gli individui, siano essi giovani, anziani, con diversi livelli di scolarizzazione, possa agevolare la comprensione e la capacità di navigazione nel sistema ospedaliero, anche per i soggetti con livelli di health litaracy scarsi o critici.

L’ health literacy, infatti, non indica solo la capacità di leggere opuscoli e prendere appuntamenti, ma è un’importante strategia di empowerment che può migliorare la capacità degli individui di accedere alle informazioni e ai servizi, e utilizzarli in modo efficace.

Nel manuale sono esplorate le potenzialità nell’utilizzo della segnaletica ospedaliera che si avvale dei pittogrammi come strumento di health literacy “intendendo non tanto la capacità di questi di veicolare informazioni e sviluppare comportamenti virtuosi in termini di prevenzione e cura della salute quanto di vera e propria alfabetizzazione rispetto alla terminologia sanitaria, consentendo una visualizzazione immediata del concetto espresso da un tecnicismo medico che, di solito, non risulta di facile comprensione”. La segnaletica con pittogrammi “incentiva l’apprendimento, dando vita a un processo di alfabetizzazione alla salute attraverso l’esposizione a forme di terminologia medica visualizzabili e a concetti di educazione sanitaria sintetizzabili e immediatamente accessibili da un’utenza allargata”. (F. Pilozzi, 2018)

La ricerca-azione al Fatebenefratelli di Roma

La seconda parte del manuale, corredata da immagini e fotografie esplicative, è dedicata alla descrizione del progetto intervento realizzato all’ospedale Fatebenefratelli sull’isola Tiberina di Roma. Sono analizzate le peculiarità dell’ospedale che, come sottolineano gli autori, attiva nell’utenza tutti e quattro le forme di attaccamento al luogo (funzionale, simbolico, affettivo, estetico) e le criticità e i vincoli (distributivi, strutturali, estetici e cromatici) specifici degli ambienti.

L’obiettivo della ricerca azione è stato quello di arrivare a un’omogeneizzazione dell’identità visiva veicolata dai mezzi di comunicazione ambientali, virtuali, cartacei e segnaletici presenti nell’ospedale. In modo particolare è stato sviluppato e inserito nella segnaletica ospedaliera, un set di pittogrammi a doppia articolazione (verbale e grafica) ispirato al lavoro statunitense “Hablamos Juntos”, riferimento internazionale per la definizione di un sistema di simboli da adottare in ambiente sanitario che possa essere compreso universalmente, validato su larga scala.

Una particolare attenzione è stata posta alla semplificazione del linguaggio che ha portato a una terminologia dal significato più intuibile, non polisemico e quindi in grado di essere compreso da un pubblico multiculturale e rispettosa delle sensibilità e delle differenze.

“La comunicazione visiva per la salute” a cura di Fiammetta Pilozzi e Manuel Torresan, Franco Angeli, 2018

Il volume è consultabile presso la biblioteca del nostro Centro. (ndr: DORS)

fonte: 

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