L’OMS Europa dedica un nuovo report sull’importanza dell’attività fisica e sul ruolo che riveste nella prevenzione delle malattie cardiovascolari. Il testo, scritto soprattutto per i legislatori, fa il punto sulla diffusione delle malattie cardiovascolari (cardiovascular disease – CVD) in Europa, sui livelli di attività fisica praticati dalla popolazione e sul ruolo che l’attività fisica può svolgere non solo per la prevenzione delle malattie cardiovascolari, ma anche per il trattamento, fornendo una panoramica delle conoscenze scientifiche più recenti.
La diffusione delle malattie cardiovascolari in Europa
Secondo i dati della quinta edizione dello European Cardiovascular Disease Statistics (pubblicata nel 2017 dallo European Heart Network – EHN) le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte e morbidità. Infatti, in Europa oltre 80 milioni di persone sono affette da CVD (il 48% uomini e il 52% donne) e queste sono responsabili di 3,9 milioni di decessi annui (45% di tutte le cause di morte).
La diffusione della sedentarietà
Si stima che il 28% della popolazione mondiale sia sedentario, soprattutto donne (il 33% vs 23% degli uomini). In Europa, il valore medio della popolazione che non raggiunge i livelli di attività fisica raccomandati è mediamente più basso di quello mondiale (23%) ma ugualmente spostato a sfavore delle donne (25% vs 22%). Vi sono, inoltre, forti differenze nazionali (si passa dal 12% della Moldavia al 40% della Serbia) con un gradiente Nord-Sud a sfavore dei Paesi mediterranei.
In Italia, i dati della sorveglianza di popolazione PASSI indicano che la sedentarietà è più frequente all’avanzare dell’età (è sotto al 30% fra i 18-34enni ma raggiunge quasi il 40% fra i 50-69enni). I dati del Progetto CUORE sulla popolazione adulta italiana di età compresa tra i 35 e i 74 anni mostrano che la sedentarietà durante il tempo libero è più frequente nelle donne (circa il 43%) che negli uomini (circa il 33%) (dati 2019*); la frequenza rimane stabile in confronto a dieci anni fa. Per quanto riguarda i più giovani, i dati mondiali indicano che l’80% dei 13-15enni non raggiunge i 60 minuti di attività fisica giornalieri. I dati delle sorveglianze di popolazione OKkio alla Salute (bambini) e HBSC Italia (adolescenti) riferiscono che il 18% dei bambini partecipanti all’indagine non ha svolto attività fisica il giorno prima dell’intervista (dati 2016) e che la frequenza raccomandata dall’OMS sui 60 minuti di attività fisica giornaliera viene rispettata dal 9,5% dei ragazzi di 11-15 anni e diminuisce con l’età (dati 2018).
L’importanza dell’attività fisica nella prevenzione delle malattie cardiovascolari
Eppure, come mostrato nella tabella, i benefici dell’attività fisica e il suo ruolo protettivo rispetto a numerose condizioni patologiche sono evidenti negli adulti di tutte le età, negli anziani, per i quali i benefici riguardano anche alcune condizioni specifiche dell’età, e nel periodo della gravidanza e del post-partum.
Condizioni patologiche | Ruolo protettivo dell’attività fisica |
Adulti di tutte le età | |
Tutte le cause di mortalità | Minore rischio |
Condizioni cardio-metaboliche | Minore incidenza di malattie cardiovascolari e di mortalità
Minore incidenza di ipertensione Minore incidenza di diabete di tipo 2 |
Cancro | Minore incidenza di tumori a vescica, seno, colon, endometrio, esofago, rene, stomaco e polmone |
Salute cerebrale | Riduzione del rischio di demenza e miglioramento delle funzioni cognitive
Miglioramento delle prestazioni cognitive a seguito di una sessione di training aerobicoMiglioramento della qualità della vita Miglioramento del sonno Riduzione degli stati di ansia e depressione in persone sane e in persone con condizioni cliniche Riduzione dell’incidenza della depressione |
Stato ponderale | Riduzione del rischio di aumento eccessivo del peso
Supporto nella perdita di peso e nella prevenzione del successivo aumento dopo il dimagrimento iniziale Effetto additivo sulla perdita di peso se combinato con una moderata restrizione dietetica |
Anziani | |
Cadute | Riduzione dell’incidenza di cadute
Riduzione delle lesioni correlate alle cadute |
Funzione fisica | Miglioramento delle funzioni fisiche |
Gravidanza e post partum | |
Durante la gravidanza | Riduzione del rischio di aumento eccessivo del peso
Riduzione del rischio di insorgenza di diabete gestazionale Nessun rischio per il feto da attività fisica di media intensità |
Durante il post partum | Riduzione del rischio di depressione post partum |
Le linee guida della European Society of Cardiology (2016) raccomandano di praticare 150 minuti settimanali di attività fisica moderata o 75 minuti di attività intensa.
L’attività fisica ha un ruolo fondamentale anche come parte di un’attività secondaria di prevenzione e riabilitazione dell’ischemia e di altri disturbi cardiaci, mirando a diminuire la progressione della condizione patologica e dei suoi effetti sul benessere fisico, mentale, sociale e funzionale. Tra le condizioni patologiche su cui l’attività fisica interviene ci sono: angina stabile, insufficienza cardiaca, fibrillazione atriale, persone con dispositivi di assistenza ventricolare impiantabili, pazienti con un defibrillatore cardioverter impiantabile, pazienti post intervento di cardiochirurgia, destinatari di trapianti di cuore, e adulti dopo un’operazione alla valvola cardiaca.
Le raccomandazioni per i legislatori
I dati indicano che è necessario promuovere l’attività fisica tra la popolazione, ma non c’è una soluzione unica applicabile a tutti i contesti. È necessario tarare ogni intervento sulle necessità locali e sul target a cui ci si rivolge così da focalizzare gli sforzi e le risorse verso gli interventi che diano il massimo risultato. Nel capitolo dedicato ai policy-makers, il documento fornisce una panoramica sulle iniziative realizzate in alcuni contesti locali e sulle iniziative che si possono adottare per incrementare i livelli di attività fisica quotidiani tra la popolazione.
Risorse utili
- leggi la notizia sul sito dell’OMS Europa
- consulta la pagina del sito PASSI dedicata ai dati sull’attività fisica
- consulta i dati sulla sedentarietà sul sito del Progetto Cuore
- la pagina del sito OKkio alla Salute dedicata ai dati nazionali 2016
- la pagina della sorveglianza HBSC dedicata ai risultati dell’indagine 2018
fonte: EpiCentro