La campagna elettorale rischia di alterare e di distorcere ogni cosa. Trasformando la realtà dei fatti in occasioni di scontro politico. Come dimostra il caso di Roma, dopo la presa di posizione del Campidoglio sull’applicazione della legge sui vaccini, diventata invece oggetto di forte polemica, con protagoniste principali la sindaca Raggi e la ministra Lorenzin.
La questione è nota: il Comune ha votato una mozione che vuole garantire la continuità didattica a quei bambini degli asili nido e delle scuole materne, ancora non in regola con la legge 119, che prevede la chiusura dell’iter vaccinale entro il 10 marzo. Il voto dell’assemblea capitolina prevede che i bimbi non siano allontanati e che possano terminare l’anno. L’accusa mossa alla Raggi – soprattutto dal Pd – è che questa presa di posizione corrisponde alle scelte no-vaxx del Movimento 5 Stelle. Ma quanto è accaduto in Campidoglio racconta altro. Anche perché la mozione della maggioranza 5 Stelle è stata votata dal Partito democratico. E al termine della seduta, su 30 votanti, si sono dichiarati tutti a favore.
Per verificare di persona, sono andato su YouTube per vedere lo svolgimento della seduta del Campidoglio del 30 gennaio. Intanto una osservazione: se si è votato martedì sera, sarebbe interessante capire come mai il “caso” è esploso solo due giorni dopo, ieri. Evidentemente qualcuno ha voluto soffiare sul fuoco (sempre acceso tra Pd e M5S), per far diventare questa vicenda centrale nella battaglia elettorale. Ma ipotesi a parte, chi ha dei dubbi sullo svolgimento dei fatti, può imitare il sottoscritto e vedere la registrazione.
La seduta si apre alle 14 di martedì. Dopo oltre quattro ore di discussione su vari argomenti, prende la parola la consigliera Zotta che illustra la mozione numero 12 sugli “obblighi vaccinali e sulla applicazione della legge”. In sostanza la consigliera, facendo anche riferimento a ritardi nell’attuazione delle norme, chiede che venga “salvaguardato e garantito il completamento dell’attività educativa per il 2018” e che vengano “poste in essere tutte le attività istituzionali nei confronti del governo, della Regione, dell’Anci, per tutelare il diritto dei bambini a restare nelle loro classi”. E che venga garantito il diritto alla privacy. La consigliera sostiene che chiudere l’asilo ai bimbi che l’hanno frequentato da mesi e mesi potrebbe avere anche effetti psicologici su di loro.
A seguire l’assessora Baldassarre rifà la storia delle varie circolari seguite alla legge, e sostiene che “noi vogliamo attuare questa legge ma dobbiamo prendere anche atto che molti enti locali sono in difficoltà nella sua corretta applicazione”. E in ogni caso la mozione non va interpretata come pro o contro la vaccinazione, dice l’assessora, “ma cosa succederà per quelle famiglie che hanno fatto l’autocertificazione e si scontrano con i ritardi delle Asl?”. Insomma la questione viene posta non in modo ideologico, bensì molto concreto: tempi di attuazione della legge proibitivi, il superiore interesse verso la continuità educativa e scolastica dei bambini.
A questo punto la consigliera Baglio del Pd chiede una breve sospensione per parlare con la consigliera e l’assessora 5 Stelle. Passano un decina di minuti. Si torna in aula e la Zotta riformula il primo punto della mozione così: invito a porre in essere “tutte le attività istituzionali degli enti competenti, al fine di chiarire che i non vaccinati ma regolarmente iscritti non siano allontanati e sia consentito loro di giungere alla fine dell’anno scolastico senza alcuna interruzione”.
L’esponente del Pd, Baglio, dice subito “voteremo a favore della mozione”. Chiede che il lavoro dell’amministrazione sia più chiaro “rispetto alle normative vigenti e sul rispetto delle normative vigenti”. Afferma che se la Asl “ha dato appuntamento vaccinale ad una famiglia per dopo il 10 marzo, un bimbo non può essere allontanato”. “La legge prevede la vaccinazione e va applicata. Evitiamo le strumentalizzazioni” e “lasciamo la parola alla scienza”. Applausi. Intervengono le consigliere Meloni, di Fratelli d’Italia, e Celli, dell’area Giachetti, che si dichiarano pro-mozione. Altri applausi.
Riprende a parlare la “presentatrice” Zotta, che ringrazia le opposizioni, spiegando che lo spirito della mozione “non è conflittuale con la legge, che va rispettata”. Che non bisogna entrare in polemica politica, perché “non è il momento”, che vanno tutelati “i diritti dei bambini, che devono poter vivere serenamente la loro quotidianità”. Ancora applausi.
La sensazione avuta, vedendo le immagini e ascoltando gli interventi, è che almeno questa volta, nella riunione del Consiglio comunale, tra maggioranza e opposizione abbia prevalso il buon senso. Un fatto raro, tra Pd e M5S. E infatti è ripresa nuovamente la “guerra” politica. D’altronde il voto si avvicina e sono certo che mozioni unanimi da qui al 4 marzo ne vedremo sempre di meno. Resta però una curiosità: sapere perché il Pd nazionale, a distanza di due giorni, ha voluto sconfessare i consiglieri romani piddini.
Comunque quando si passa al voto, su 30 votanti 30 sono a favore. Quindi unanimità. Applausi generali. Chiusura della seduta. E tutti a casa.
E questo è quanto accaduto il 30 gennaio 2018 in Campidoglio, Roma.
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