Le relazioni sullo stato della salute nell’UE, pubblicate dalla Commissione europea tracciano il profilo dei sistemi sanitari in 30 Paesi, esaminando sia il profilo di salute e di rischio della popolazione, sia l’efficacia, l’accessibilità e la resilienza dei sistemi sanitari in ciascuno Stato membro.
Tendenze comuni tra i Paesi
La relazione di accompagnamento evidenzia i rischi insiti nei vari sistemi sanitari e traccia alcune linee guida da seguire:
- l’esitazione vaccinale è una minaccia per la salute pubblica in tutta Europa ma può essere affrontata sia migliorando l’alfabetizzazione sanitaria dei cittadini (health literacy) e contrastando la disinformazione, sia attraverso il coinvolgimento attivo degli operatori sanitari;
- le difficoltà di accesso all’assistenza sanitaria sono una realtà molto presente nell’UE e per valutarle vanno considerate le esigenze cliniche ma anche le caratteristiche socioeconomiche dei pazienti.
- la trasformazione digitale negli ambiti della promozione della salute e della prevenzione delle malattie va organizzata in modo tale da non limitare le possibilità di accesso a chi ne avrebbe più bisogno. Infatti, la possibilità di utilizzare gli strumenti digitali che rendono fruibili le informazioni inerenti la salute (e dunque facilitano la conoscenza sui temi di salute) rischiano di essere di scarso uso o di difficile accesso da parte di chi ne avrebbe più bisogno;
- infine, la resilienza del sistema sanitario europeo passa attraverso il trasferimento di mansioni tra gli operatori sanitari, e in modo particolare attraverso il rafforzamento del ruolo di infermieri e farmacisti; inoltre il ciclo di vita dei medicinali rivela un ampio margine di manovra per la cooperazione degli Stati membri nel garantire terapie sicure, efficaci e a prezzi accessibili, spaziando da una spesa razionale fino a prescrizioni responsabili.
Lo stato di salute
L’Italia è uno dei Paesi più longevi in Europa. Con una speranza di vita alla nascita di 83,1 anni nel 2017, l’Italia si colloca al secondo posto tra i Paesi dell’Unione europea dietro alla Spagna, tuttavia persistono notevoli differenze di genere e socio-economiche, sebbene meno pronunciate rispetto ad altri paesi dell’UE: gli uomini italiani vivono in media 4 anni in meno delle donne; quelli meno istruiti vivono in media 4,5 anni in meno rispetto ai più istruiti (fra le donne la differenza è di circa 3 anni). In Italia anche differenze regionali sono significative e le persone residenti nel Sud vivono in media 3 anni in meno rispetto a quelle del Nord Italia.
Tuttavia, come in altri Paesi, più della metà degli anni di vita successivi ai 65 anni di età sono vissuti con problemi di salute e disabilità e in particolare le donne in questo penalizzate sono perché vivono una parte maggiore della loro anzianità con problemi di salute e disabilità: nel 2017, 1 ultra65enne su 6 ha riferito di convivere con limitazioni nelle attività di base della vita quotidiana, come il vestirsi e il nutrirsi, che possono richiedere un’assistenza a lungo termine, e circa 4 ultra65enni su 10 hanno riferito sintomi depressivi (percentuale superiore alla media dell’UE).
L’aumento della speranza di vita a partire dal 2000 è stato trainato principalmente da una sostanziale riduzione dei tassi di mortalità per cardiopatia ischemica e ictus, ma queste patologie rappresentano ancora le due principali cause di morte (Italia 2016). Il tumore al polmone e al colon-retto sono le cause più frequenti di morte per cancro (sebbene i tassi siano diminuiti nel tempo). Aumentano invece i decessi associati al morbo di Alzheimer ma tale aumento è soprattutto imputabile ai miglioramenti nelle diagnosi e ai cambiamenti nelle pratiche di registrazione dei decessi
I fattori di rischio
- Nonostante il calo registrato nell’ultimo decennio, la percentuale di fumatori resta superiore a quella della maggior parte dei Paesi dell’UE: nel 2017 fumavano quotidianamente ancora 1 adulto su 5, una cifra leggermente superiore rispetto alla media dell’UE (19%).
- l’obesità tra gli adulti è aumentata, passando dal 9% del 2003 all’11% del 2017, rimane tuttavia inferiore alla media dell’UE (15%): nel 2016 quasi 1 bambino su 3 (di 8 e 9 anni) era in eccesso ponderale.
- la percentuale di adulti che dichiara regolarmente un consumo di alcolici elevato è molto più bassa rispetto alla maggior parte dei paesi dell’UE; tuttavia, la pratica del “binge drinking” è piuttosto diffusa tra gli adolescenti italiani e nel 2015, circa 1/3 dei ragazzi e delle ragazze di 15-16 anni ha riferito almeno un episodio di consumo eccessivo di alcolici nel corso del mese precedente, una percentuale vicina alla media dell’UE.
Il sistema sanitario
In Italia, il servizio sanitario nazionale è altamente decentrato e garantisce una copertura universale per tutti i cittadini e gli stranieri legalmente residenti. La copertura è automatica e universale, e l’assistenza è in genere gratuita per i servizi ospedalieri e medici. Inoltre, dal 1998, gli immigrati irregolari hanno il diritto di accedere ai servizi urgenti ed essenziali.
Nel 2017 la spesa sanitaria pro capite in Italia, era pari a 2483 euro (15% in meno rispetto alla media dell’UE). La spesa sanitaria è finanziata per circa tre quarti con fondi pubblici, mentre la parte restante è principalmente a carico dei pazienti.
Nel complesso, il sistema sanitario italiano è efficiente (presenta uno dei livelli più bassi di cause prevenibili e trattabili di mortalità nell’UE) e garantisce un buon accesso a prestazioni sanitarie di elevata qualità a costi relativamente bassi, sebbene si registrino differenze considerevoli tra le Regioni e le fasce di popolazione a basso reddito incontrino maggiori ostacoli per accedere ad alcuni servizi.
Le principali sfide per il sistema sanitario italiano consistono nel migliorare il coordinamento delle prestazioni sanitarie per la crescente fascia della popolazione affetta da malattie croniche, e ridurre le disparità di accesso alle cure. Come in molti altri Stati membri, negli anni a venire l’invecchiamento della popolazione eserciterà pressioni sui sistemi sanitari e di assistenza a lungo termine; sarà quindi necessaria una maggiore efficienza, che deriverà da un’ulteriore evoluzione dei modelli di erogazione del servizio verso un’assistenza per le malattie croniche prestata al di fuori delle strutture ospedaliere
MATERIALI
- visita sul sito della Commissione europea la pagina dedicata a “State of Health in the EU 2019”
- consulta il profilo dedicato all’Italia (pdf 2,8 Mb)
fonte: EpiCentro