Un volume, curato da Franco Corleone, conclude un lavoro di ricerca e di approfondimento realizzato dall’Ufficio del Garante delle persone private della libertà della Regione Toscana in sintonia con il movimento per il superamento dei manicomi giudiziari.
Il cuore del volume è rappresentato dalla proposta di legge volta al superamento del doppio binario e affronta il difficile nodo dell’imputabilità dell’autore di reato. L’ipotesi che affronta alla radice la questione, riprende le proposte avanzate in Parlamento nelle scorse legislature da Franco Corleone e chiarisce la necessità di intervenire sulle norme relative alla responsabilità penale dell’individuo malato di mente, abolendo la non imputabilità e di fatto scardinando la distinzione tra pene e misure di sicurezza.
La Relazione e l’articolato sono stati redatti da Giulia Melani.
Viene anche offerto un quadro delle misure di sicurezza sul territorio italiano, attraverso la ricerca di Evelin Tavormina che delinea una istantanea accurata della condizione attuale delle Rems e delle criticità attuali assieme al Report del Coordinamento delle Rems e di StopOpg curato da Pietro Pellegrini e Stefano Cecconi. Katia Poneti presenta una valutazione di alcuni Protocolli operativi sulle misure di sicurezza psichiatriche intercorsi tra Asl e magistratura in alcune regioni.
Il volume è arricchito inoltre da numerosi documentiche esprimono la volontà da parte delle istituzioni di rimodellare il quadro attuale offrendo importanti spunti per la modifica dell’apparato delle misure di sicurezza: prima la Corte Costituzionale con la recentissima sentenza che offre posizioni chiare per consentire l’accesso alle misure alternative alla detenzione anche ai detenuti portatori di infermità psichiche sopravvenute, offrendo loro le stesse opportunità concesse ai detenuti affetti da gravi patologie fisiche; poi il parere del Comitato Nazionale di Bioetica e le due delibere del Consiglio Superiore della Magistratura, documenti ricchi di indicazioni alla magistratura e al sistema dei servizi della psichiatria e del carcere.
Questa proposta riformatrice non deve essere letta come una mera provocazione, ma come uno sviluppo coerente delle norme che hanno condotto alla chiusura degli Opg; intende offrire una soluzione adeguata sulla base dell’esperienza del sistema consolidato in questi anni. Il peso delle contraddizioni del Codice Penale rischia di soffocare le buone pratiche e di far fallire una rivoluzione straordinaria, di civiltà e umanità.
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