COSA SI SAPEVA GIÀ
· Nei flussi migratori degli ultimi 10 anni verso il nostro Paese la prevalenza di donne in età fertile è aumentata considerevolmente. · Non ci sono studi che confrontano la mortalità infantile degli italiani con quella degli immigrati in Italia. · Studi sull’assistenza al parto e sugli esiti neonatali hanno rilevato esiti peggiori tra gli immigrati. · Ci sono differenze tra aree di provenienza, in particolare hanno rischi più alti le donne che provengono da Paesi dell’Africa subsahariana. COSA SI AGGIUNGE DI NUOVO · Nella fascia di età 0-1 anni i bambini nati da madri immigrate presentano un rischio di morte maggiore rispetto ai bambini nati da madri italiane. · Sono a maggior rischio gli immigrati provenienti dall’Africa settentrionale e subsahariana e gli immigrati di medio-lungo periodo (>5 anni di residenza in Italia) · Il differenziale è diminuito negli anni più recenti. |
INTRODUZIONE: la forte presenza di donne in età fertile nei più recenti flussi migratori ha reso la salute materno-infantile della popolazione straniera una priorità nella maggior parte dei Paesi di accoglienza. Studi epidemiologici che hanno confrontato gli esiti perinatali dei figli di immigrati in Paesi industrializzati con quelli della popolazione nativa mostrano risultati discrepanti.
OBIETTIVI: confrontare la mortalità neonatale, post-neonatale e tra il 1° e il 4° anno di vita tra bambini nati da madri italiane e immigrate, nelle città di Torino, Reggio Emilia, Bologna e Modena, 4 città che partecipano alla rete degli studi longitudinali metropolitani (SLM).
METODI: sono stati arruolati tutti i bambini di età compresa tra 0 e 4 anni residenti a Torino, Reggio Emilia, Bologna e Modena per almeno un giorno dall’01.01.2001 al 31.12.2012 (coorte aperta). L’archivio anagrafico è stato integrato con il registro delle cause di morte. Il follow-up termina per decesso, emigrazione o al 5° compleanno. Per l’analisi della mortalità neonatale e post-neonatale sono stati inclusi nello studio solo i bambini iscritti per nascita; il follow-up termina dopo 28 giorni per la mortalità neonatale e dopo un anno per la mortalità post-neonatale (coorte dei nati). Sono definiti immigrati i bambini di madri con cittadinanza di Paese a forte pressione migratoria. I tassi di mortalità neonatale, post-neonatale e nella fascia di età di 1-4 anni sono stati confrontati per cittadinanza (immigrati vs italiani), per macroarea di cittadinanza e tempo di permanenza, tramite odds ratio (OR), calcolati con regressione logistica oppure tramite mortality rate ratio (MRR), calcolati con regressione di Poisson solo per la mortalità 1-4 anni, aggiustando per genere del bambino, età materna, titolo di studio materno, anno di calendario e città (analisi pooled).
RISULTATI: sono stati arruolati 238.753 bambini (20% da madre immigrata). I decessi avvenuti sono 402 di cui il 50% nei primi 28 giorni di vita. Il rischio di mortalità neonatale e post-neonatale negli immigrati è circa 1,5 volte il rischio degli italiani anche correggendo per variabili sociodemografiche (neonatale: OR 1,71; IC95% 1,22-2,39 – post-neonatale: OR 1,63; IC95% 1,03-2,57), ma il differenziale scompare negli anni più recenti (2007-2013). Anche per la mortalità 1-4 anni si osserva una differenza tra italiani e immigrati, ma di minore entità (OR 1,24; IC95% 0,73- 2,11), che tuttavia rimane costante nel tempo. Gli eccessi riguardano in particolare gli immigrati provenienti dall’Africa settentrionale e subsahariana, e gli immigrati con più di 5 anni di permanenza in Italia.
CONCLUSIONI: questo studio evidenzia un eccesso di mortalità a carico degli immigrati sotto l’anno di vita, in particolar modo per gli immigrati provenienti dall’Africa e per gli immigrati di medio-lungo periodo, che si attenua nel tempo.
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