I Centri per i disturbi cognitivi e le demenze nella gestione integrata dei pazienti. di Nicola Vanacore

Sono ancora nette le differenze tra le Regioni nella rete di assistenza ai pazienti con demenza e ai loro familiari. Un CDCD (Centro per i Disturbi Cognitivi e le Demenze) su cinque è aperto un solo giorno a settimana senza una differenza per macro-aree, circa il 23% di queste strutture ha tempi di attesa uguali o maggiore ai 3 mesi e il 30% dei CDCD utilizza ancora un archivio cartaceo. Il numero dei servizi dedicati alle demenze nel Sud–Isole è carente soprattutto per i Centri Diurni e le Strutture Residenziali.

Sono alcuni dei dati raccolti dall’Osservatorio Demenze dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e presentati il 14 e 15 novembre 2019 al XIII Convegno “Il Contributo dei Centri per i disturbi cognitivi e le Demenze nella gestione integrata dei pazienti”.

I dati della survey sui servizi dedicati alle demenze condotta dall’Osservatorio demenze hanno fatto emergere una disomogeneità nell’organizzazione nei diversi territori. Disomogeneità già riscontrata osservando che il Piano Nazionale Demenze (PND), documento strategico per governare il fenomeno delle demenze nei territori, è stato recepito ad oggi da sole 11 Regioni e dalla Provincia autonoma di Trento. e che in uno studio condotto dall’ISS, per valutare l’accordo dei Percorsi Diagnostici Terapeutici ed Assistenziali (PDTA) con le “Linee di Indirizzo Nazionale sui PDTA per le demenze” prodotto dal Tavolo per il monitoraggio e l’implementazione del PND promosso dal Ministero della Salute, sono stati censiti solo 6 PDTA prodotti dalle Regioni e 5 redatti dalle Aziende sanitarie locali (ASL).

Per questi motivi l’Osservatorio Demenze ha proposto la produzione di Report regionali da inviare ai responsabili del settore nelle diverse Regioni nei quali verrà indicato:

  • la stima dei casi affetti da demenza e da Mild Cognitive Impairment
  • il quadro della rete dei servizi con un’elaborazione di una serie di indicatori di struttura, processo ed esito
  • una survey sulla qualità dell’assistenza ai migranti
  • le attività di formazione in essere nella medicina generale
  • infine una stima della prevalenza dei fattori di rischio prevenibili.

Emerge in sintesi l’urgenza di stimolare l’implementazione delle differenti policy nei territori. Troppo grande è il gap tra quello che è stato prodotto a livello nazionale nella definizione delle politiche e delle strategie per governare il fenomeno delle demenze e quello che è stato recepito e implementato poi a livello locale.

fonte: EpiCentro

Nicola Vanacore (ISS)

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