Apprezziamo il metodo adottato dal ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, che ha previsto un confronto (ndr il 14 novembre) con le parti sociali, e l’impegno da lui assunto di porre come prioritaria la necessità di una cornice normativa entro cui procedere e di identificare strumenti di perequazione efficaci volti a ridurre i divari territoriali. Tuttavia, il sindacato ritiene che la bozza di legge quadro presentata non sia ancora sufficiente a rispondere alle problematiche poste dai percorsi di attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, per garantire la coesione nazionale e l’esigibilità dei diritti civili e sociali fondamentali in tutti i territori.
Per la Cgil è fondamentale che le legge preveda la definizione delle norme di principio nei cui confini possa essere esercitata l’autonomia, norme da cui far derivare i Livelli Essenziali delle Prestazioni. La determinazione di questi ultimi non può essere affidata solo ad una figura commissariale, e non può limitarsi a fotografare l’esistente.
Inoltre è indispensabile che nel provvedimento siano individuate le risorse aggiuntive necessarie a realizzare una perequazione finalizzata a ridurre gli attuali divari garantendo a tutti i diritti sociali.
Se invece il processo continuerà nei limiti delle risorse già stanziate il riequilibrio tra territori avverrà verso il basso anziché verso l’alto come dovrebbe. Continueremo a seguire con attenzione il prosieguo del confronto tra il ministro e le regioni per esprimere la nostra valutazione definitiva, e auspichiamo si possa realizzare un confronto con le parti sociali anche sui termini delle singole trattative.
Fonte: Rassegna Sindacale
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