Pubblicato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) alla vigilia del High-Level Meeting on Universal Health (che si è svolto il 23 settembre 2019 all’Assemblea generale delle Nazioni Unite), il rapporto “Primary Health Care on the Road to Universal Health Coverage. 2019 Global monitoring report. Conference edition” documenta i progressi fatti a livello globale nell’accesso della popolazione ai servizi sanitari.
Dal documento emerge che, nonostante l’accesso ai servizi sanitari di base sia migliorato in tutte le Regioni e per tutte le fasce di reddito (in particolare nei Paesi a basso reddito), il ritmo con cui si progredisce sta rallentando e le nazioni più povere risultano ancora indietro.
Sempre più persone infatti si trovano ad affrontare importanti difficoltà finanziarie per poter pagare i servizi sanitari essenziali. Comunque, nei Paesi che investono maggiormente nella salute le persone risultano protette in modo più adeguato. Il rapporto Oms per la prima volta, si concentra inoltre sul tema del “genere” evidenziando come può influenzare l’accesso ai servizi sanitari.
La pubblicazione rivolge un chiaro invito all’azione affinché i governi di tutti i Paesi investano nell’assistenza sanitaria di base un ulteriore 1% del loro prodotto interno lordo (Pil), cifra che secondo gli esperti dell’Oms può essere raggiunta attraverso investimenti aggiuntivi o attraverso guadagni che derivano da efficienza ed equità.
L’obiettivo della copertura sanitaria universale è ambizioso ma anche raggiungibile, conclude il rapporto. E la possibilità di arrivarci è nelle mani dei decisori e dei cittadini stessi che con adeguate scelte economiche, finanziarie e sociali possono dare la priorità agli investimenti nell’assistenza sanitaria di base.
RISORSE UTILI
- il rapporto pubblicato dall’Oms a settembre 2019 “Primary Health Care on the Road to Universal Health Coverage. 2019 Global monitoring report. Conference edition” (pdf 6,7 Mb)
- le pagine del sito dell’Oms dedicate al High-Level Meeting on Universal Health, che si è svolto il 23 settembre 2019 all’Assemblea generale delle Nazioni Unite