LA CITTÀ CHE CURA: dal libro sulle microaree e le periferie della salute, il film di Erika Rossi

Il documentario di Erika Rossi La città che cura (The Caring City, Italia 2018, 89’ – TICO film) è uscito il 9 maggio nelle sale italiane, distribuito da Lo Scrittoio e Tico Film. Il docufilm racconta un progetto di salute in una periferia come tante, quella di Ponziana a Trieste, capoluogo del Friuli Venezia Giulia, in cui la solitudine e le difficoltà rendono la vita degli abitanti sempre più difficile. Attraverso le vite di Plinio, un anziano pianista ipocondriaco che non vuole più uscire di casa, di Roberto, che affronta la fatica di vivere dopo un grave ictus, e di Maurizio, che paga lo scotto di una vita di eccessi, ci si accosta all’innovativo progetto di medicina di territorio presente nel quartiere secondo cui curare significa creare relazioni, conoscere le persone e i loro bisogni, stare insieme e condividere i problemi di ogni giorno: così si aprono nuove opportunità, nuovi scenari di vita in cui mettersi nuovamente in gioco.

Le storie sono l’espediente per parlare delle Microaree, un progetto innovativo che in venti rioni di Trieste cerca di costruire integrazione e collaborazione tra tutte le istituzioni impegnate in quella piccola area di territorio: dall’Azienda Sanitaria, ai Servizi Sociali del Comune, all’Ater, alla cooperazione sociale, alle associazioni, ai cittadini attivi.

Il libro La città che cura. Microaree, periferie della salute a cura di Giovanna Gallio Maria Grazia Cogliati Dezza (Collana 180 – Edizioni Alphabeta Verlag, 2018) raccoglie piccoli saggi sul lavoro della Microarea e narrazioni di singolari protagonisti, operatori dei servizi e pazienti. Coinvolgendo cittadini e associazioni del quartiere si creano relazioni, si conoscono le persone e i loro bisogni, si cerca di stare insieme e condividere i problemi di ogni giorno. Ciò che si mette in pratica da dieci anni è una nuova visione del mondo, un’attitudine, un modo di essere, di curare, di fare salute. Le persone possono diventare protagoniste della loro stessa cura.

Il progetto raccontato nel film e nel libro è un’esperienza che non ha eguali in tutta Europa. Ciò che si mette in pratica da dieci anni nella città di Trieste implica una nuova visione del mondo, un’attitudine, un modo di essere, che accomunano tutti coloro che sono parte attiva del progetto: qui si affronta un nodo centrale del fare salute, la formazione di operatori e tecnici capaci di mettersi in discussione e di riportare l’attenzione sulle vite delle persone, senza vederle solo attraverso la lente della malattia. Il fatto che la salute delle persone passi attraverso il loro benessere emotivo e relazionale è un concetto tanto semplice e intuitivo, quanto innovativo e rivoluzionario nelle sue implicazioni.

In molte città italiane vengono organizzate iniziative che abbineranno la proiezione del film a un incontro col pubblico, con la regista, con le autrici del libro o con operatori di Microarea. Dopo aver toccato le città di FirenzeTriesteGorizia e Foligno e nell’attesa di approdare a Milano, il film arriva al Cinema Farnese di Roma il 22 maggio alle ore 20: la proiezione è stata seguita dagli interventi in sala della regista Erika Rossi, dell’autrice Maria Grazia Cogliati Dezza, dello scrittore e assessore alla Cultura del Terzo Municipio di Roma Christian Raimo, di Stefano Cecconi, CGIL, Osservatorio Stop OPG, di Massimo Magnano, medico responsabile del progetto salute mentale della Comunità di Sant’Egidio di Roma, e di Paolo Ciani, vice presidente della Commissione Sanità e Integrazione Socio-sanitaria della Regione Lazio.

fonte: FORUM SALUTE MENTALE

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