La distinzione fra la detenzione di droga ad uso personale da un lato, e a fini di spaccio e di traffico dall’altro, è, per opinione comune, una delle questioni più difficili e controverse che i legislatori e i policy maker devono affrontare. In genere, sono due le soluzioni adottate: l’introduzione di una “soglia” quantitativa o il cosiddetto “modello flessibile”.
Nel primo caso, si presume che quantità pre-definite di sostanza siano destinate all’uso personale; invece, nel modello flessibile (o sistema discrezionale) sono i giudici a stabilire se il possesso di droga sia da intendersi per uso personale o per spaccio, sulla base delle circostanze particolari.
Questo scritto ha lo scopo di esaminare i vantaggi e gli inconvenienti delle due diverse opzioni alla luce dell’esperienza italiana e se queste soluzioni siano davvero in grado di risolvere il problema.
Poiché nel contesto italiano la controversa questione della “soglia” è intrecciata al dibattito sulla criminalizzazione/decriminalizzazione (del consumo personale), sarà necessario esaminare gli sviluppi della legislazione sulla droga, soffermandosi in particolare sulla valutazione dell’attuale legge, approvata nel 2006 …LEGGI TUTTO L’ARTICOLO
L’articolo di Grazia Zuffa è stato pubblicato nel 2011, quando era ancora in vigore la Legge Fini Giovanardi, nella “Series on Legislative Reform of Drug Policies” del Transnational Institute di Amsterdam. Visto il dibattito pubblico in corso sulla “modica quantità” (che non esiste più da quasi trent’anni) Fuoriluogo lo ha ripubblicato.