“Attenti allo spreco!” è un progetto per la prevenzione degli sprechi alimentari e la promozione di stili di vita sostenibili promosso dall’Asl CN2 e con il patrocinio della Regione Piemonte.
Dors collabora fin dalla fase di ideazione e progettazione di “Attenti allo spreco!”, mettendo in campo la sua expertise sui temi della comunicazione e del marketing sociale. E’ proprio il marketing sociale il riferimento teorico scelto per la strutturazione e l’implementazione delle azioni di “Attenti allo spreco!” . Il tema dello spreco alimentare, infatti, essendo strettamente legato al comportamento delle persone e influenzato dai contesti di vita, dalle norme sociali e dalle abitudini, ben si presta ad essere affrontato secondo questa metodologia di analisi e di pratica. Il progetto si struttura seguendo, quindi, le diverse fasi di un piano di marketing sociale: analitica, strategica, operativa e di valutazione, ed è sostenuto da una significativa rete di partner del territorio dell’ASL CN2.
Lo spreco alimentare: il contesto
Ogni anno, 1,6 miliardi di tonnellate di cibo, un terzo della quantità totale di cibo prodotto nel mondo, viene perso o sprecato. E la situazione non sembra arrestarsi: secondo le previsioni, entro il 2030 la perdita di cibo e gli sprechi raggiungeranno all’anno 2,1 miliardi di tonnellate, per un valore economico di 1500 miliardi di dollari.
Nonostante l’entrata in vigore della “legge Gadda” il 14 settembre 2016, con l’obiettivo di ridurre gli sprechi lungo tutta la filiera agro-alimentare, favorendo il recupero e la donazione dei prodotti in eccedenza, in Italia sprechiamo ancora circa 2 milioni di tonnellate di alimenti all’anno; solo in Piemonte 450.000.
Lo spreco alimentare è un problema non solo economico ma etico, sociale, ambientale.
Come dice chiaramente l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile, non si può immaginare di affrontare i grandi temi globali come la fame, le disuguaglianze sociali, i cambiamenti climatici e la perdita di integrità biologica del pianeta, senza affrontare contemporaneamente il problema della perdita e dello spreco degli alimenti. Secondo il WWF , se fosse possibile recuperare tutti gli alimenti sprecati, si potrebbero sfamare quasi 2 miliardi di persone in tutto il mondo. La Fao, inoltre, segnala che nel 2050 il fabbisogno alimentare potrebbe richiedere un aumento della produzione fino al 70%: se si smettesse di sprecare cibo, si potrebbe coprire più di metà di questo fabbisogno già da adesso.
Oltre alle conseguenze di tipo socio-economico, si aggiungono quelle relative ai danni ambientali: per produrre tutto il cibo che sprechiamo servono più di 250 miliardi di litri d’acqua. Il 30% delle terre viene sfruttato inutilmente, si immettono nell’atmosfera più di 3 miliardi di tonnellate di CO2 e circa l’8% delle emissioni totali di gas serra.
Sappiamo che il 43% del totale dello spreco alimentare avviene tra le mura domestiche e deriva dai comportamenti del consumatore, in particolare da scorrette abitudini di spesa, dalla scarsa attenzione posta alle modalità di conservazione degli alimenti e alla tendenza sempre più diffusa all’acquisto compulsivo. Il 45% della frutta e della verdura che acquistiamo e che portiamo nei nostri frigoriferi viene sprecata. A questa segue lo spreco di pesce e quello di cereali, soprattutto di pane.
“Attenti allo spreco”: perché il marketing sociale?
Il marketing sociale ha come obiettivo quello di stimolare cambiamenti comportamentali individuali e sociali attraverso strategie di intervento centrate sui bisogni dei destinatari, sull’analisi delle barriere che ostacolano il cambiamento e sui benefici reali derivanti dall’assunzione/abbandono/modifica di un determinato comportamento. Sappiamo che i messaggi cosiddetti top down (“Smetti di comportarti così, e inizia a comportarti cosà”) hanno ormai dimostrato di non essere efficaci nel motivare le persone a cambiare gli stili di vita, mentre è sempre più evidente come sia fondamentale considerare i destinatari della comunicazione relativa ai comportamenti quali soggetti attivi e partecipativi. Il Marketing sociale sviluppa le sue strategie d’intervento non limitandosi quindi a informare e/o educare per stimolare le persone ad agire in un determinato modo, ma cercando di coinvolgere in prima persona i destinatari per individuare le barriere e i costi (reali o percepiti) che impediscono loro di assumere determinati comportamenti per renderli attori consapevoli nei processi di cambiamento.
Lo spreco alimentare è un comportamento strettamente legato a scelte che si compiono quotidianamente, è una cosiddetta pratica sociale, un’azione individuale che ha forti ricadute collettive. L’attitudine allo spreco è condizionata dai contesti di vita, dalle norme sociali e dalle abitudini acquisite delle persone: risulta da tutto ciò evidente quindi, come la metodologia del marketing sociale, possa ben adattarsi ad affrontare un tema con queste caratteristiche.
“Attenti allo spreco!”: fasi, obiettivi e azioni
Il progetto segue le quattro fasi del piano di Marketing Sociale: analitica, strategica, operativa e di valutazione.
Fase analitica. Nella fase analitica è stata condotta una ricerca sui dati relativi allo spreco a livello internazionale, nazionale e piemontese. Per rendere il progetto più vicino ai bisogni conoscitivi dei destinatari è stata inoltre effettuata, in collaborazione con un ricercatore dell’Università di Ginevra, un’indagine rivolta ai dipendenti dell’ASL CN2 per valutare la percezione del personale grado di virtuosità in rapporto allo spreco domestico. I dati aggregati e l’analisi dei risultati sono stati propedeutici alle successive azioni di marketing sociale. Inoltre in questa fase è stata fatta una ricerca documentale delle esperienze e dei progetti nazionali sul tema dello spreco alimentare e una raccolta dei prodotti comunicativi ad esse riferiti. Attraverso una ricerca in letteratura scientifica, sono state poi rintracciate le evidenze di efficacia circa l’utilizzo del marketing sociale per la prevenzione dello spreco alimentare.
Fase strategica. Nella fase strategica sono stati individuati gli obiettivi, i destinatari del progetto, i setting di intervento e si è costituita la rete di partner aderenti all’iniziativa che, ad oggi conta più di dieci soggetti del territorio coinvolti.
L’obiettivo genarale del progetto è quello di promuovere stili di vita e comportamenti sostenibili da parte della popolazione, volti a prevenire lo spreco alimentare nei diversi setting di vita: la scuola, i luoghi di lavoro, la famiglia, la comunità. A questo scopo sono stati individuati degli obiettivi specifici, corrispondenti ai quattro obiettivi indicati dal marketing sociale:
– obiettivo cognitivo: ovvero favorire, attraverso una maggiore conoscenza del problema dello spreco alimentare e delle sue possibili soluzioni, determinate azioni e comportamenti;
– obiettivo di azione: ovvero indurre a compiere azioni concrete incentivando determinate scelte a scapito di altre (per esempio chiedere la save bag ai ristoratori)
– obiettivo di comportamento: ovvero sostenre le persone nel modificare stili di vita non sostenibili a favore di abitudini più sane e rispettose della salute e dell’ambiente (ad esempio riutilizzare gli avanzi in cucina; fare la spesa in modo razionale; ecc..)
– obiettivo di valori: ovvero portare a un cambiamento di tipo culturale scardinando opinioni errate profondamente radicate nelle persone circa alcuni temi e situazioni (ad esempio far sì che le persone considerino lo spreco alimentare come un problema importante con ricadute a livello sociale, economico, di salute)
Fase operativa. Questa fase consiste nella realizzazione di azioni e interventi specifici in un arco temporale definito.
Fase di valutazione. Le attività del progetto “Attenti allo spreco!” sono monitorate e soggette a valutazione qualitativa e quantitativa. E’ previsto un report di valutazione a conclusione del primo anno di attività.
Il lancio “ufficiale” del progetto
Il progetto è stato presentato ufficialmente al pubblico il 5 febbraio scorso, in occasione della Giornata nazionale contro lo spreco alimentare, presso le aule accademiche dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.
Per saperne di più
Per maggiori informazioni sul progetto, sulle iniziative ad esso collegate e sul tema dello spreco alimentare più in generale visitate la sezione dedicata sul sito dell’ASL CN2.
fonte: DORS