IL MANCATO RISPETTO DEI DIRITTI DEGLI ARRESTATI: il progetto Inside Police Custody

Negli ultimi anni la Commissione Europea ha promosso con forza i diritti di imputati e arrestati, con particolare attenzione alla primissima fase di privazione della libertà, quella che va dall’arresto (o dal fermo) all’udienza di convalida. Lo ha fatto mettendo a punto e in parte applicando la tabella di marcia di Stoccolma, un insieme di direttive volte a rafforzare nel tempo i diritti di cui sopra. Spesso queste direttive vengono formalmente recepite dai vari paesi, ma nella pratica resistono ostacoli più o meno grandi che impediscono che gli arrestati beneficino dei diritti che queste prevedono (come raccontiamo più dettagliatamente in questo nostro approfondimento).

Il progetto Inside Police Custody, realizzato con il contributo della DG Giustizia e Consumatori dell’Unione Europea e a cui Antigone ha preso parte, ci ha permesso di svolgere una ricerca volta a misurare l’effettiva applicazione di tre delle direttive previste dalla roadmap di Stoccolma: una riguarda sia il diritto di arrestati e fermati a essere informati sui propri diritti che quello di accedere per tempo al proprio fascicolo, in modo da poter preparare una difesa adeguata; l’altra riguarda il diritto degli arrestati stranieri a essere assistiti da traduttori e interpreti che rendano loro intelligibile quanto accade; la terza e ultima riguarda invece il diritto all’assistenza legale in generale. L’obiettivo della ricerca era quello di vedere se e quanto questi diritti sono applicati, e quali sono gli ostacoli che ne impediscono il beneficio.

Ne è venuto fuori un quadro poco edificante, come potrete vedere dal report. Rispetto alla situazione italiana, le informazioni raccolte provengono prevalentemente da interviste a detenuti appena arrestati (111 in tutto) e ad avvocati penalisti (64). Le città in cui ci siamo recati sono Palermo, Roma, Firenze e Bologna.

La ricerca è stata però svolta in 9 paesi: l’Austria, l’Irlanda, la Spagna, la Bulgaria, l’Ungheria, la Lituania, la Polonia, la Romania (oltre all’Italia). Il comparative report restituisce un quadro globale e comparato.

fonte: ANTIGONE

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