Il 5 gennaio 2019, la campagna “…e tu Slegalo Subito” per l’abolizione della contenzione, ha inviato una lettera aperta all’Assessore alla Salute della Regione Sardegna Luigi Arru, e per conoscenza al Direttore Generale dell’ATS Sardegna Fulvio Moirano e alla Ministra alla Salute Giulia Grillo, in merito alla morte, probabilmente per contenzione, di Agostino Pipia, lo scorso 23 dicembre, nel Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura N.1 dell’Ospedale S.S. Trinità di Cagliari.
Qui di seguito il testo:
Gentile Assessore,
un uomo di 45 anni, Agostino Pipia, è morto il 23 dicembre nel Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura N.1 dell’Ospedale S.S. Trinità di Cagliari, dove era stato ricoverato il 10 dicembre in Trattamento Sanitario Obbligatorio.
Le notizie che trapelano dalla stampa locale sono poche e non chiare. Si legge anche dell’utilizzo nei confronti dell’uomo della contenzione meccanica. La Procura di Cagliari, dopo l’esposto della famiglia, ha aperto un’indagine contro ignoti per “omicidio colposo” affidando ad un consulente l’incarico per l’esame autoptico.
Questa ulteriore morte di un ricoverato in un Servizio psichiatrico ospedaliero della Sardegna ci lascia sgomenti. Quattro mesi fa, il 3 settembre u.s., nel Servizio psichiatrico di diagnosi e cura dell’ospedale Santissima Annunziata di Sassari un giovane ricoverato di 30 anni, Paolo Agri, è stato trovato morto, legato mani e piedi da più giorni.
Non possiamo non ricordare peraltro che a Cagliari, in quello stesso Servizio psichiatrico ospedaliero del S.S. Trinità, era stato trovato morto il 22 giugno del 2006 Giuseppe Casu, legato per 7 giorni, senza soluzione di continuità, fin dal momento del suo ricovero. Una morte che, riconosciuta e denunciata, ha rotto il fronte del silenzio e dell’omertà su una pratica routinaria e sommersa, non solo nei servizi psichiatrici di Cagliari ma nella maggior parte di quelli italiani, riavviando il movimento per l’abolizione della contenzione e per una cura centrata sui diritti.
Speravamo che non dovesse più succedere. Non doveva più succedere.
Così, mentre le indagini giudiziarie a Sassari e a Cagliari, a cui spetta di accertare eventuali responsabilità penali, seguono il loro corso, a nome della campagna nazionale “… e tu Slegalo Subito” per l’abolizione della contenzione meccanica nei luoghi della cura, ci rivolgiamo a Lei, come tutore e garante della Sanità in Sardegna.
Queste morti hanno bisogno di essere affrontate a viso aperto, con un pensiero critico e un’azione decisa che interroghi e intervenga su cosa non ha funzionato, su cosa si sarebbe dovuto fare, su cosa deve cambiare perché, come diceva Natascia Casu, “quello che è successo [a mio padre] non succeda più a nessuno”.
Assessore, Le chiediamo che vengano adottati immediati provvedimenti per l’abolizione della contenzione meccanica nei Servizi psichiatrici ospedalieri sardi e di ogni pratica “inumana e degradante” nei confronti delle persone con disturbo mentale. Questo è un imperativo etico e scientifico, rispettoso della Costituzione, artt. 13 e 32, oltre che Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle persone con disabilità, artt. 14, 15 e 17, ratificata dal Governo italiano nella Legge 18 del 2009, come delle Raccomandazioni del Comitato nazionale di Bioetica dell’aprile 2015.
Le chiediamo di avviare senza indugio strategie e azioni visibili e trasparenti, in particolare nei Dipartimenti di salute mentale in cui sono avvenute le morti di persone ricoverate, per una profonda rivisitazione culturale, organizzativa e gestionale che possa rendere attuale la presa in carico e la cura delle persone con problemi di salute mentale nel rispetto della dignità e dei diritti, primo quello della cura.
La campagna “… e tu Slegalo Subito” per l’abolizione della contenzione chiede che ritorni a esser data centralità alla tutela della salute mentale, diritto dell’individuo e interesse della comunità, che sia rilanciato il lavoro di cura delle persone con disturbo mentale negli ambienti naturali di vita con interventi e politiche sui determinanti sanitari, socio-economici, lavorativi, culturali, ambientali, insieme ad un finanziamento adeguato dei Dipartimenti di salute mentale.
Alle persone poi che attraversano un particolare momento di fragilità e di dolore tale da richiedere il ricovero in un servizio psichiatrico, deve essere data attenzione, vicinanza, ascolto, professionalità e competenza. Non certamente distanza, regole rigide, porte blindate, controllo, sequestro. Non solo risposte farmacologiche e, quando queste non funzionano, la contenzione meccanica.
Tutto questo, nell’attuale legislazione e organizzazione dei Dipartimenti di salute mentale, in va-rie parti del nostro paese risulta possibile, come dimostrano le buone pratiche di numerosi operatori e servizi di salute mentale e come pure, in alcuni periodi e in alcuni situazioni, è stato possibile ed è possibile in servizi della Sardegna.
La salutiamo con stima e ci rendiamo disponibili ad ogni confronto e collaborazione
per la campagna nazionale … e tu Slegalo Subito
Giovanna Del Giudice, Vito D’Anza, Valentina Calderone
fonte: “… E TU SLEGALO SUBITO”