Pubblicati i risultati di uno studio durato più di 10 anni su animali da esperimento realizzato dal National Toxicology Program statunitense. L’esposizione ad alte dosi di radiazioni a radiofrequenza come quelle utilizzate nei telefoni cellulari è associata a tumori cardiaci nei ratti maschi. Vi sono, inoltre, alcune evidenze di tumori al cervello e della ghiandola surrenale in ratti maschi esposti. Questo studio, costituisce la più completa ed esaustiva valutazione degli effetti dell’esposizione a radiofrequenze sulla salute degli animali esposti mai realizzata sino a questo momento.
I risultati dello studio in sintesi
Chiara evidenza di tumori cardiaci nei ratti di sesso maschile
I tumori erano schwannomi maligni
Alcune evidenze di tumori al cervello nei ratti maschi
I tumori erano gliomi maligni
Alcune evidenze di tumori alla ghiandola surrenale nei ratti maschi.
I tumori erano feocromocitomi
Per i ratti femmina e i topi sia maschi sia femmine, non era chiaro, ed era dunque ambigua l’associazione tra i tumori osservati negli studi e l’esposizione a RFR.
Di seguito una sintesi del comunicato stampa rilasciato il 1 novembre dal “National Toxicology Program”
Il National Toxicology Program (NTP) al termine di uno studio durato 10 anni ha concluso che esistono prove evidenti del fatto che i ratti maschi esposti a livelli elevati di radiazioni a radiofrequenza (RFR) come quelle utilizzate nei telefoni cellulari 2G e 3G hanno sviluppato tumori cardiaci. Vi sono, inoltre, evidenze di tumori al cervello e della ghiandola surrenale nei ratti maschi esposti. Per ratti femmina e topi sia maschi sia femmine, le evidenze non sono definitive riguardo l’associazione tra i tumori osservati e l’esposizione a RFR. Le relazioni finali sono il frutto del lavoro di esperti dell’NTP ed esterni che hanno raggiunto un consenso dopo aver esaminato gli studi.
“Le esposizioni utilizzate negli studi non possono essere confrontate direttamente con l’esposizione che gli esseri umani sperimentano quando usano un telefono cellulare “, ha detto John Bucher, uno dei tossicologi del NTP che hanno realizzato lo studio. “Nei nostri studi, ratti e topi hanno ricevuto radiazioni in radiofrequenza su tutto il corpo. Al contrario, le persone sono per lo più esposte in specifici tessuti locali vicino a dove tengono il telefono. Inoltre, i livelli di esposizione e le durate dei nostri studi erano maggiori di quello che le persone sperimentano”.
Il livello di esposizione più basso utilizzato negli studi era pari alla massima esposizione tissutale locale attualmente consentita per gli utenti di telefoni cellulari. Questo livello di potenza si verifica raramente con l’uso tipico del telefono cellulare. Il più alto livello di esposizione negli studi era quattro volte superiore al livello massimo consentito.
“Riteniamo che il legame tra radiazioni a radiofrequenza e tumori nei ratti maschi sia reale e che gli esperti esterni siano d’accordo”,ha affermato Bucher.
Gli studi NTP hanno richiesto più di 10 anni per essere completati e costituiscono la valutazione più completa, ad oggi, degli effetti sulla salute negli animali esposti a RFR con le modulazioni utilizzate nei telefoni cellulari 2G e 3G. Le reti 2G e 3G erano le modalità standard quando gli studi sono stati progettati e sono ancora utilizzati per telefonate e sms.
“Uno dei principali punti di forza dei nostri studi è che siamo stati in grado di controllare esattamente quanta radiazione in radiofrequenza gli animali hanno ricevuto – qualcosa che non è possibile quando si studia l’uso del telefono cellulare umano, che ha spesso fatto affidamento sui questionari”, ha detto Michael Wyde, il tossicologo che ha coordinato gli studi.
Gli animali erano alloggiati in camere appositamente progettate e costruite per questi studi. L’esposizione a RFR è iniziata nell’utero per i ratti mentre i topi sono stati esposti a partire da 5/6 settimane di vita. Tale esposizione è durata un massimo di due anni o per la maggior parte della loro vita naturale. L’esposizione RFR è stata intermittente, 10 minuti attiva e 10 minuti inattiva, per un totale di circa nove ore al giorno. I livelli di RFR variavano tra 1,5-6 watt per chilogrammo nei ratti e 2,5-10 watt per chilogrammo nei topi.
Questi studi non hanno esaminato i tipi di RFR utilizzati per reti Wi-Fi o 5G. “5G è una tecnologia emergente che non è stata ancora definita.
“Da quello che attualmente capiamo, probabilmente differisce notevolmente da quello che abbiamo studiato”, ha detto Wyde. Per studi futuri, NTP sta costruendo camere di esposizione RFR più piccole che renderanno più semplice valutare le nuove tecnologie di telecomunicazione in settimane o mesi, piuttosto che anni. Questi studi si concentreranno sullo sviluppo di indicatori fisici misurabili, o biomarker, di potenziali effetti da RFR. Questi possono includere cambiamenti nelle metriche come il danno al DNA nei tessuti esposti, che possono essere rilevati molto prima del cancro.
Ulteriori informazioni
Accedi alla pagina del NTP dedicata allo studio “High Exposure to Radio Frequency Radiation Associated With Cancer in Male Rat”
Accedi all’area tematica dedicata al tema “Telefoni cellulari” sul sito dors
FONTE: DORS