«Per rinnovi contrattuali, sblocco del turnover, erogazione dei nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea), eliminazione del superticket e borse di studio per gli specializzandi, il Fondo sanitario nazionale (Fsn) richiederebbe nel complesso 4 miliardi in più, mentre oggi è confermato solo il miliardo di aumento assegnato dal precedente esecutivo». Così la Fondazione Gimbe, il cui presidente Nino Cartabellotta ricorda come oggi il Fsn resti quello fissato dalla legge di Bilancio 2017, poi rideterminato dal decreto 5 giugno 2017, cioè pari a 114,396 miliardi di euro. E al momento né la nota di aggiornamento del Def (non ancora pervenuta, ndr) né le prime ipotesi su una manovra annunciata come espansiva nel suo complesso, consentirebbero ottimismo. «Anche se tutte le istanze di Regioni, professionisti sanitari, organizzazioni civiche e industria mirano a soddisfare inderogabili necessità per il Ssn, s’impone una dose di sano realismo – avvisa Cartabellotta – perché al momento manca un’adeguata copertura finanziaria. Infatti, nonostante l’ardita scelta del Governo di fissare il deficit al 2,4% del Pil, dall’entusiasmo dei due vice premier non è trasudata alcuna liquidità aggiuntiva per la sanità, per la quale è stata esclusa solo l’ipotesi di nuovi tagli».
Queste le stime sui “fabbisogni” per la sanità snocciolate da Gimbe: un miliardo ai rinnovi contrattuali; 1,1 miliardi per lo sblocco del turnover; 40 milioni (già assegnati dal Fsn) per le borse di studio destinate alla medicina generale; 250-300 milioni per le borse di specializzazione; 1,2 miliardi per i nuovi Lea, di cui vanno sbloccati i nomenclatori tariffari; 350 milioni per l’eliminazione del superticket; 32 miliardi per edilizia sanitaria e rinnovo parco tecnologico; 920 milioni di residuo pay-back farmaceutico.
Alla stima di 4 miliardi necessari per coprire le esigenze della sanità Gimbe arriva escludendo i potenziali effetti del contenzioso sul pay-back, oltre che la pluriennale ristrutturazione edilizia e tecnologica che non possono gravare sul Fsn. Ma «una simile disponibilità di risorse nel 2019 – commenta Cartabellotta – è assolutamente irrealistica nonostante l’impegno della ministra Grillo a reperire altri fondi, la sua determinazione a non farsi “commissariare” dal Mef e la possibilità di recuperare ulteriori risorse dal disinvestimento da sprechi e inefficienze. Infatti, la sanità al momento non rappresenta affatto una priorità per Di Maio e Salvini».
E allora? Allora e tanto più la legge di Bilancio e la Nadef diventano “cartine di tornasole” di una volontà effettiva di invertire il trend spesa sanitaria/Pil, arrivato ai minimi storici. «Se così non fosse – avvisa infine Cartabellotta – il 23 dicembre invece di festeggiare il 40° compleanno del Ssn , prepariamoci serenamente a intonarne il requiem».
Il dettaglio delle priorità per la Sanità nella Legge di Bilancio 2019:
- Rinnovi contrattuali: € 1.000 milioni. Tale stima, riportata nel luglio 2018 dal Presidente della Commissione salute alla Conferenza Stato Regioni Saitta in audizione presso la Commissione Igiene e Sanità, è inclusiva di quanto recentemente stimato dall’ARAN per la dirigenza medica e veterinaria: € 560 milioni, di cui 500 per l’aumento del 3,48% degli stipendi pubblici e 60 per garantire l’indennità di esclusività della massa salariale. Per i fondi contrattuali per il trattamento economico accessorio della dirigenza nel 2019 sono disponibili € 30 milioni, dei € 437 milioni totali stanziati dalla Legge di Bilancio 2018 sino al 2026.
- Sblocco turnover: € 1.100 milioni. La stima del Presidente Saitta coprirebbe circa 20.000 assunzioni nel SSN, previa rimozione del vincolo di spesa sui valori del 2004 ridotta dell’1,4%.
- Borse di studio per il corso di formazione specifica in medicina generale: € 40 milioni. Già assegnati dal fondo sanitario, secondo quanto dichiarato dalla Ministra Grillo, per finanziare insieme alle Regioni 840 borse aggiuntive per un totale di 2.093.
- Borse di studio per le scuole di specializzazione: € 250-300 milioni. Il Presidente Saitta stima 2.600 borse non finanziate rispetto al fabbisogno formativo a un costo medio annuo di circa € 25.000. La stima complessiva non può tuttavia essere precisa, sia per la differente durata delle scuole di specializzazione, sia perché il numero di borse appare sovrastimato anche alla luce del poco noto fenomeno delle “borse perdute” che deve essere necessariamente arginato.
- Nuovi Lea: € 800 / € 1.600 milioni. La prima stima è della relazione tecnica che ha dato il via libera alla “bollinatura” del testo del Dpcm sui nuovi Lea da parte della Ragioneria Generale dello Stato; la seconda è della Conferenza delle Regioni e Province autonome che ritiene insufficiente tale copertura perché contabilizza potenziali risparmi. Nonostante il tema sia un po’ passato di moda, va ribadito che i nomenclatori tariffari rimangono in “ostaggio” del Mef proprio per la mancata copertura finanziaria e, di fatto, i nuovi Lea non sono esigibili sulla maggior parte del territorio nazionale.
- Eliminazione superticket € 350 milioni: secondo quanto riportato dalla Corte dei Conti nel Rapporto sul Coordinamento della Finanza pubblica 2018, il superticket nel 2017 ha “pesato” per € 413,7 milioni, da cui sono stati decurtati nella stima i € 60 milioni già stanziati dalla Legge di Bilancio 2018, ma non ancora utilizzati per mancato accordo sulla bozza di decreto da parte della Conferenza delle Regioni e province autonome. Peraltro, la stima potrebbe essere sovrastimata perché alcune Regioni nel corso del 2018 hanno già deliberato la sua eliminazione parziale o totale.
- Ristrutturazione edilizia e ammodernamento tecnologico: € 32.000 milioni. La stima complessiva è riportata dalla Corte dei Conti nella Deliberazione 9 marzo 2018 “L’attuazione del programma straordinario per la ristrutturazione edilizia l’ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario”.
- Residuo pay-back farmaceutico 2013-2016: circa € 920 milioni. Tale importo, quasi interamente contabilizzato come entrata nel bilancio dello Stato, è attualmente oggetto di contenzioso e potrebbe, seppur in parte, trasformarsi in una voce di passività per la finanza pubblica.
Fonte: sole24oresanità di Red.San.