Il quarantennale della Legge 180/78 sembra aver innescato un virtuoso processo di analisi delle condizioni attuali del sistema di cura per la salute mentale. I dati finalmente disponibili del Sistema Informativo Salute Mentale, le indagini qualitative sulla qualità percepita e le criticità evidenziate da utenti, familiari e operatori, le proposte normative a carattere nazionale e regionale offrono un quadro approfondito e dettagliato come non mai, nel nostro Paese. Tuttavia, stentano a decollare proposte realmente innovative e coerenti con il più generale contesto della sanità pubblica, in cui a pieno titolo la Salute Mentale si iscrive. I rapidi mutamenti che il nostro sistema sanitario sta attraversando costringono a un ripensamento della struttura, dell’organizzazione e delle priorità che i Dipartimenti di Salute Mentale devono assumere, per evitare il rischio di “regressività” o, peggio, di lenta e progressiva consunzione. È oggi assolutamente chiaro che “fare salute mentale” di comunità presenta connotazioni molto diverse e richiede nuovi modi, nuovi strumenti, nuove connessioni inter- ed extra-istituzionali, rispetto a 40 anni fa. È altrettanto evidente che, di fronte alle nuove richieste che vengono indirizzate ai DSM, è necessaria una definizione della mission che superi la retorica del “dare tutto a tutti” e si concentri su una serie ben definita di obiettivi: perseguibili, misurabili, in grado di produrre valore per la comunità intera.Di questi temi si discuterà nel corso del XIII° Congresso Nazionale della Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica, che si terrà quest’anno a Rimini dall’11 al 13 ottobre… leggi tutto su SIEP