Premessa
I media digitali sono ormai una parte integrante della nostra vita quotidiana: li usiamo per comunicare, per informarci e formarci su diversi argomenti, per instaurare relazioni affettive e lavorative.
Nonostante siano passati più di dieci anni dalla diffusione massiccia di questi strumenti di comunicazione, il mondo della Sanità, in particolar modo qui in Italia, sembra non sfruttare appieno le potenzialità degli stessi.
E’ ancora presente, infatti, l’idea che il digitale sia un universo artefatto, innaturale e perciò lontano dai reali bisogni e dalle esigenze delle persone. Un mondo, quindi, che poco può contribuire al benessere e alla qualità della vita degli individui.
La realtà, invece, così come confermato anche in letteratura da diversi anni a questa parte è che il cambio di paradigma della comunicazione portato dall’avvento del web 2.0 e dai media digitali, se approcciato con le giuste competenze e utilizzato con obiettivi chiari e strategici, può rappresentare un supporto efficace e efficiente anche per gli interventi, le iniziative, i messaggi di salute pubblica. L’ubiquità, ad esempio, caratteristica fondamentale di questi canali e strumenti può essere un valido aiuto per raggiungere più facilmente i destinatari, soprattutto quelli cosiddetti “difficili” come per esempio gli adolescenti. Chiedere ai pazienti/cittadini il loro parere in merito ad un servizio sanitario, incentivare la condivisione delle esperienze di malattia e di cura, co-progettare interventi di promozione della salute con i destinatari, stimolare il dibattito e il confronto sui temi di salute, sono tutte azioni facilitate dai media sociali e che contribuiscono a migliorare la comunicazione tra operatori della salute e cittadini, a incrementare l’empowerment e a rendere la gestione della propria salute attiva e più consapevole.
A sostegno di questa tesi, interviene l’esperta di comunicazione digitale, Mafe De Baggis, con il suo interessante saggio “Luminol. Tracce di realtà rivelate dai media digitali”, in cui internet e i media digitali sono sottoposti a un’attenta analisi priva di giudizi a priori, proprio come si ci si trovasse di fronte a una scena del crimine.
E così, ecco emergere le tracce tutt’altro che virtuali, che questi strumenti lasciano a chi sganciandosi da preconcetti o partiti presi (i tecnoscettici e i tecnoentusiasti, come li definisce l’autrice), riesce a intravederne le potenzialità di un loro utilizzo a favore di un miglioramento del benessere e della qualità della vita delle persone.
I primi capitoli del libro della De Baggis analizzano, anche attraverso una serie di esempi concreti, le due posizioni principali che le persone assumono nei confronti dei media digitali: quella dei cosiddetti tecnoentusiasti, per i quali la Rete è fondamentalmente una potente invenzione tecnologicae il cyberspazio un mondo magico e privo di insidie e i tecnoscettici che al contrario rimpiangono un passato in cui senza il digitale tutto sembrava più genuino e sicuro.
Il testo prosegue poi con un’interessante e in alcuni passaggi divertente analisi dei sette vizi capitali della Rete che, come sottolinea in più passaggi l’autrice, non sono nient’altro che i sette vizi capitali che da sempre contraddistinguono, chi più, chi meno, gli esseri umani, anche al di fuori dello spazio digitale: la violenza, il narcisismo, la rigidità mentale, la dietrologia, l’analfabetismo, la cialtroneria, il conservatorismo.
A fare da contraltare ai vizi, ecco analizzate le sette virtù, rivelate da Internet e anch’esse caratterizzanti la condizione umana anche fuori dai “bit”: la generosità, la leggerezza, la simpatia, la passione, la determinazione, l’indipendenza, l’evoluzione.
Il libro si conclude con un messaggio di ottimismo e fiducia nei confronti della capacità delle persone di abitare in questo spazio digitale in continua evoluzione, cogliendone risorse e opportunità: “per una volta ce la possiamo fare, lo sappiamo fare, guarda mamma, lo stiamo facendo”.
[Mafe De Baggis, #Luminol. Tracce di realtà rivelate dai media digitali, Informant, 2014]
- Neiger et al., Use of Social Media in Health Promotion. Purposes, Key Performance Indicators, and Evaluation Metrics, Health Promotion Practice, 2012
- Arvidsson A., Delfanti A., Introduzione ai media digitali, Il Mulino, 2014
- Tosco E., I media digitali sono setting di promozione della salute?, Dors, 2015
- Tosco E., La salute degli adolescenti è (anche) sui social, Dors, 2015
- Tosco E., Web 2.0, adolescenti e promozione della salute, Dors, 2015
- Tosco E., I professionisti della salute a confronto con il web 2.0, Dors, 2014
- Welch et al., Interactive social media interventions to promote health equity: an overview of reviews, Health promotion and chronic disease prevention in Canada, 2016
Fonte: Dors