Il Ministro della Giustizia Nordio ci dice che il sovraffollamento è prodotto dai giudici e non invece dalle leggi approvate dal governo. Ovviamente ciò non è vero.
Ma con questa affermazione Nordio ammette dunque che le leggi introdotte sono pensate per costruire consenso e non servono a reprimere comportamenti effettivamente meritevoli di pena. Ossia ammette che il governo sta facendo semplice propaganda penale e ha usato tutte le tecniche del populismo penale fin dalla norma che introdusse il reato legato ai rave party.
Il sovraffollamento carcerario – che oggi è arrivato anche nelle carceri minorili, cosa mai accaduta prima – è indubbiamente colpa di alcune leggi del governo, come l’inasprimento delle pene per i reati di lieve entità legati alle droghe e le altre norme del decreto Caivano. E quando sarà in vigore il decreto sicurezza, con il delitto di rivolta penitenziaria che punirà chi protesta senza uso della violenza, le carceri esploderanno.
Il discorso pubblico del governo, inoltre, spinge le forze di polizia a effettuare più arresti, come sottolineano anche i dati relativi a Milano, diffusi ieri dal Questore, il quale ha riportato come negli ultimi mesi ci sia stato un aumento degli arresti a fronte di un calo dei reati. La questione della sicurezza è usata come anestetico sociale, per impaurire.
Di fronte alla catastrofe penitenziaria, alle morti, alle tragedie, alla vita resa impossibile a detenuti e operatori, non si possono proporre le solite ricette edilizie e qualche posto in più in container improvvisati. Oggi ci sono 15.000 detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare. Il sistema è illegale. Lo Stato così perde credibilità.