Detenute madri, non c’è limite al peggio. di Giulia Melani

Giulia Melani scrive sul decreto Sicurezza e sulle detenute madri per la rubrica di Fuoriluogo su il manifesto


“Una grande spregiudicatezza nell’inventare norme […] Un’inventiva che sconfina direttamente nell’illegalità”. Questa è la cifra delle politiche penali della destra al Governo – tra norme sulle droghe, reato universale di maternità surrogata e disegno di legge sicurezza – che Grazia Zuffa individuava durante l’assemblea della Società della Ragione il 18 gennaio.

Una spregiudicata inventiva che si estende oggi anche ai metodi, travolgendo i rapporti tra Governo e Parlamento in modo del tutto inedito. Non siamo più “soltanto” di fronte al ricorso alla decretazione d’urgenza come strumento ordinario di legiferazione in barba ai requisiti costituzionali di straordinaria necessità ed urgenza, ma assistiamo ad un’ulteriore torsione autoritaria: la sottrazione alla discussione parlamentare di un disegno incardinato in Parlamento da oltre un anno.

La volontà di «dare una data certa ad un provvedimento che era stato preannunziato con grande importanza» nelle parole del Ministro Piantedosi equivarrebbe al caso straordinario di necessità ed urgenza. La rete nazionale contro il DDL Sicurezza “A pieno Regime” parla giustamente di “golpe burocratico”.

Il decreto approvato il 4 aprile dal Consiglio dei ministri imprime una svolta autoritaria tanto nei metodi quanto nei contenuti, già duramente criticati dall’Osce, in un parere dell’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani, dal Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, in una lettera del 16 dicembre 2024, e da sei Special Rapporteurs delle Nazioni Unite, in una lettera sempre del dicembre 2024.

Coerentemente con il panpenalismo rivendicato dal Ministro Nordio, il decreto introduce ben quattordici nuovi reati e numerose circostanze aggravanti, per reprimere con maggior vigore ogni forma di dissenso e punire poveri e migranti. Si introduce il reato di resistenza passiva in carcere e nei CPR, si trasforma il blocco stradale da illecito amministrativo in delitto, si inserisce una nuova fattispecie per l’occupazione di immobile destinato a domicilio, si prevedono aggravanti per i reati di resistenza, violenza o minaccia a pubblico ufficiale, quando commessi a danno di un agente di polizia giudiziaria o pubblica sicurezza.

Il decreto, nel testo che sta circolando, lungi dall’avere accolto le numerose osservazioni provenienti dagli organismi internazionali e dal Presidente della Repubblica, ricalca il testo del ddl con ben poche variazioni e non sempre migliorative.

Per quanto riguarda, in particolare, le detenute madri e il diritto dei bambini a nascere fuori dal carcere, su cui la Società della Ragione ha avviato una campagna da maggio del 2023, il decreto conserva la cancellazione dell’obbligo del rinvio dell’esecuzione della pena per le detenute incinte o con prole inferiore ad un anno, già prevista, con la conseguente apertura delle porte del carcere – e poco cambia se si tratta di un istituto a custodia attenuata per detenute madri (ICAM) – alle madri e ai propri bambini, anche di età inferiore ad un anno.

A questa previsione, il nuovo testo aggiunge una serie di disposizioni relative alla custodia cautelare per le detenute madri, introducendo, tra l’altro, uno specifico provvedimento per l’evasione, commessa o tentata in ICAM da detenute madri in custodia cautelare, e per la commissione di atti che compromettono l’ordine o la sicurezza pubblica o dell’istituto: la conduzione della madre in un istituto ordinario e la separazione dal bambino, salvo il preminente interesse del minore a seguirla. In sostanza, una gravissima punizione al bambino e alla madre.

La campagna Madri Fuori non si ferma, continuerà la nostra opposizione a questo decreto nella sua interezza e grideremo ancora più forte “ogni bambina e ogni bambino ha il diritto di nascere in libertà”.  Mattarella firmerà questo attacco alla democrazia? Alzeremo la bandiera dello stato di diritto anche con il referendum.

fonte: https://www.fuoriluogo.it/rubriche/la-rubrica-di-fuoriluogo-sul-manifesto/detenute-madri-non-ce-limite-al-peggio/

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