SOTTO I FULMINI DELLE DISEGUAGLIANZE. di Maddalena Carretti

In India i fulmini sono responsabili di oltre un terzo delle morti causate da disastri naturali. Il fulmini colpiscono in modo sproporzionato i più poveri e coloro che vivono nelle aree rurali. Anche le case nelle quali vivono, in stile kutcha, costruite con materiali poveri come mattoni e fango, sono più vulnerabili ai fulmini di quelle in stile pucca, tipiche delle aree urbane, in cemento e con parafulmini.


Lo scorso 6 luglio 2024, Leela Devi, 48 anni, esce di casa per raccogliere fagioli nei campi vicino alla sua abitazione, nello Stato di Bihar, India. Colpita da un fulmine improvviso, viene portata d’urgenza in ospedale, ma non c’è nulla da fare: è dichiarata morta all’arrivo. La sua storia, riportata da The Lancet, non è purtroppo un caso isolato. Nello stesso giorno, infatti, altre dieci persone hanno perso la vita a causa di fulmini in tutto il Bihar, portando il numero stimato di decessi nello Stato, per l’anno 2024, a oltre 401.

Figura 1. INDIA 2024.  Numero di giorni con fulmini e tempeste e e numero di morti da essi causati (Anno 2024 periodo Gennaio-Settembre)2.  Il fulmine è una scarica elettrica causata da squilibri tra le nubi temporalesche e il suolo o all’interno delle nubi stesse. Le tempeste, invece, comprendono le tempeste di polvere, le grandinate, temporali e burrasche. 

Come è possibile evincere dalla Figura 1 il problema delle morti legate ai fulmini non affligge il solo Stato del Bihar, ma è un fenomeno diffuso, anche se con diverse severità, su tutto il territorio nazionale. Secondo i dati del National Crime Record Bureau (NCRB), tra il 2009 e il 2019, i fulmini hanno causato, infatti, la morte di ben 26924 persone in tutta l’India.

L’incremento della temperatura della superficie marina, conseguenza del cambiamento climatico, contribuisce a creare condizioni favorevoli per lo sviluppo di tempeste più intense, caratterizzate da un aumento del numero di fulmini. “Negli ultimi 10 anni, la temperatura della superficie del mare del Golfo del Bengala è aumentata da 27-28°C a 31-32°C. Le nostre ricerche dimostrano che per ogni aumento di 1°C della temperatura, c’è un aumento del 7-12% dei fulmini” – afferma Sanjay Srivastava, fondatore del Climate Resilient Observing Systems Promotion Council (un gruppo no profit che opera nel campo della gestione delle catastrofi).

Il fulmini colpiscono in modo sproporzionato i più poveri e coloro che vivono nelle aree rurali

Come sottolineato da The Lancet, in India i fulmini sono responsabili di oltre un terzo delle morti causate da disastri naturali. Nel biennio 2021-2022, infatti, sono stati la causa del 35,8% delle 8060 morti da eventi naturali,  superando di gran lunga i colpi di calore (9,1%) e le condizioni di freddo estremo (8,9%). l Rapporto annuale sui fulmini (2020-21), pubblicato dal Dipartimento meteorologico indiano, evidenzia come il 96% delle vittime abitino nelle aree rurali e come il 77% di esse siano contadini. I fulmini colpiscono soprattutto contadini e pastori, in quanto, passando più tempo all’aperto, risultano maggiormente esposti agli eventi climatici. Anche le case nelle quali vivono, in stile kutcha, costruite con materiali poveri come mattoni e fango, sono più vulnerabili ai fulmini di quelle in stile pucca, tipiche delle aree urbane, in cemento e con parafulmini.

Tra gli abitanti delle zone rurali, inoltre, manca la conoscenza dei corretti comportamenti da adottare in caso di tempesta di fulmini. Molti, ad esempio, hanno l’abitudine di ripararsi sotto agli alberi, inconsapevoli che, così facendo, aumentano la loro esposizione al rischio di fulminazione. Gli alberi, infatti, risultano essere, nel panorama delle zone rurali del Bihar, gli elementi di altezza maggiore, fungendo quindi da parafulmini. Tuttavia, il fattore più importante che influisce sull’impatto dei fulmini al di fuori delle aree urbane  è la mancanza di risorse mediche immediatamente disponibili: l’accesso all’assistenza sanitaria, soprattutto in caso di emergenza, è un problema noto in gran parte dell’India rurale.

Il ruolo della politica

Per cercare di limitare il numero di vittime, nel 2023, il governo federale ha lanciato l’applicazione Damini per monitorare i fulmini e allertare di conseguenza la popolazione, ma, come osservato da Sanjay Srivastava, nelle aree rurali spesso non hanno / non utilizzano lo smartphone. Secondo Manoranjan Mishra, professore di geografia presso la Fakir Mohan University di Odisha, c’è troppa enfasi sui sistemi digitali di allerta precoce. Il governo sta investendo molto per le previsioni metereologiche, ma non abbastanza per la mitigazione. Come sottolineato da Srivastava, la problematica viene affrontata con un approccio perlopiù “reattivo”, mentre l’approccio preventivo risulta insufficiente.

Alcuni segnali positivi

Le storie di successo negli Stati di Odisha e Jharkhand, dove sono stati adottati, oltre alle app per l’allerta precoce, altri strumenti, quali i parafulmini e la partecipazione attiva delle comunità locali, dimostrano che politiche inclusive possono ridurre concretamente i decessi (nello Stato di Odisha passati da 207 nel 2020 a 156 nel 2021, nonostante il contemporaneo aumento del numero dei fulmini). Questi esempi positivi sottolineano l’importanza di continuare a investire nelle infrastrutture di sicurezza e nell’educazione pubblica per proteggere le popolazioni vulnerabili ai rischi naturali, esacerbati inoltre dal cambiamento climatico. Grazie a questi sforzi collettivi, è possibile mitigare l’impatto dei fulmini e salvare vite umane.

Il cambiamento climatico come acceleratore delle disuguaglianze

Il tragico evento che ha visto la morte di Leela Devi non rappresenta solo un mero dato di cronaca, ma un simbolo delle profonde disparità sociali e delle sfide climatiche che milioni di persone affrontano quotidianamente, in India così come in tutto il resto del mondo. Come osservano, infatti, gli autori dell’articolo “Climate Change and Social Inequality”3il cambiamento climatico agisce come un acceleratore delle disuguaglianze sociali. Quest’ultimo, oltre ad amplificare i disastri naturali, interagisce con le disuguaglianze preesistenti, creando un circolo vizioso che esalta le vulnerabilità di chi vive in condizioni di povertà.

Circolo vizioso che è caratterizzato principalmente da tre aspetti:

  • i gruppi socialmente svantaggiati spesso sono costretti a vivere in zone maggiormente soggette ai fenomeni estremi, la cui frequenza è aumentata a causa del cambiamento climatico;
  • visto il loro stato di povertà, anche le abitazioni nelle quali vivono risultano maggiormente vulnerabili alle manifestazioni naturali;
  • l’effetto combinato di questi due aspetti fa sì che spesso, in seguito ad eventi metereologici avversi, i gruppi svantaggiati vadano incontro a danni sproporzionati di reddito e di beni (fisici, finanziari, umani e sociali) rispetto alla loro capacità di affrontare e recuperare i danni subiti.

Ogni evento climatico peggiora così le condizioni economiche e sociali delle comunità più fragili, rendendole sempre più esposte e vulnerabili a futuri disastri. Questo ciclo si autoalimenta: le disuguaglianze si rafforzano, diminuendo progressivamente la resilienza dei gruppi già svantaggiati. Il caso di cronaca riportato nell’articolo del Lancet descrive un perfetto esempio di questa dinamica, aggravata ulteriormente dalla scarsità di servizi sanitari e dalla difficoltà di accedere tempestivamente alle cure mediche che caratterizzano le zone rurali indiane.  Di conseguenza, il cambiamento climatico non rappresenta unicamente una sfida ambientale, ma diventa una questione anche di giustizia sociale.  Per interrompere il circolo vizioso sopra descritto, è pertanto essenziale un impegno politico, da parte dei governi locali e nazionali, che vada oltre la risposta ai disastri, affrontando anche le disuguaglianze che li alimentano.

Un impegno verso l’Agenda 2030

L’Agenda 20304 per lo Sviluppo Sostenibile ci insegna che gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) devono essere affrontati in modo simultaneo e integrato, poiché ogni obiettivo influenza gli altri. Tra i 17 SDG che compongono l’Agenda, sono inclusi anche obiettivi strettamente legati alle problematiche affrontate in questo articolo, come la riduzione delle disuguaglianze (SDG-10) e la lotta al cambiamento climatico (SDG-13). Affrontare le disuguaglianze sociali ed economiche contribuisce a rafforzare la resilienza delle comunità di fronte ai disastri ambientali, mentre le azioni climatiche efficaci possono mitigare il riscaldamento globale e ridurre la frequenza e l’impatto dei fenomeni naturali estremi sulle popolazioni più vulnerabili.

Solo un approccio integrato consentirà di affrontare entrambe le sfide in modo efficace e sostenibile

Maddalena Carretti,.

 Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina preventiva, Università di Firenze.

Bibliografia

  1. Lightning strikes the health of low income workers in India; BMJ 2024;386:q1718; http://dx.doi.org/10.1136/bmj.q1718
  2. Climate India 2024: An Assessment of Extreme Weather Events, Down To Earth, https://www.cseindia.org/india-has-faced-more-extreme-weather-events-and-higher-damages-in-2024-compared-to-last-year-says-cse-and-down-to-earth-s-annual-state-of-extreme-weather-report-12462
  3. Climate Change and Social Inequality, S. Nazrul Islam and John Winkel, DESA Working Paper No. 152 ST/ESA/2017/DWP/152
  4. Agenda 2030 https://sdgs.un.org/
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