(Gioco d’azzardo) Gambling, minaccia per la salute pubblica. di Letizia Fattorini

Il gioco d’azzardo (gambling) è annoverato tra i giochi di “alea”, il cui esito può essere determinato unicamente dalla sorte, come nel caso del lancio dei dadi: in latino alea significa infatti “gioco dei dadi” e, in senso figurato, anche “pericolo”, rischio”. Ad ottobre dell’anno passato è stato pubblicato il rapporto della Lancet Public Health Commission sul gioco d’azzardo, in cui si ribadisce che esso non è una normale attività ricreativa, ma un comportamento che crea dipendenza e, quindi, dannoso per la salute.


i parla di “gioco d’azzardo” quando si gioca per vincere denaro e il cui risultato dipende, del tutto o in parte, dalla fortuna piuttosto che dall’abilità del giocatore. Tra i giochi d’azzardo più diffusi troviamo: gratta e vinci, lotto e superenalotto, bingo, scommesse sportive, giochi online con vincite in denaro, slot machine e le più evolute videolottery, apparecchi gestiti tramite una rete telematica che permettono un ritmo di giocata molto veloce, rendendoli uno dei giochi più diffusi e che, tra gli italiani, assicurano la percentuale più alta di spesa nel settore (1).

Il semplice atto del gioco d’azzardo non può essere considerato un comportamento patologico. Il gioco è, di fatto, un’attività che viene svolta nel tempo libero, definita appunto “ludico/ricreativa” e, secondo una prospettiva evolutiva, i comportamenti gratificanti – come le interazioni sociali, il gioco e l’attività sessuale – sono essenziali per lo sviluppo personale e sociale e, conseguentemente, per la sopravvivenza dell’umanità (2). Tuttavia, il gambling spesso non si limita ad un’azione ricreativa-sociale, ma diventa un disturbo: graficamente, possiamo rappresentare una linea continua con il “gioco d’azzardo ricreativo” all’estremità della dimensione della non patologia e, all’estremo opposto, il disturbo da gioco d’azzardo (DGA).

Il gioco d’azzardo patologico compare per la prima volta come categoria diagnostica nella terza edizione del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM III, 1980) nella sezione relativa ai disturbi del controllo degli impulsi, dove resterà nelle successive edizioni fino al DSM 5 del 2013 (3), in cui viene inserito nella classe dei disturbi correlati a sostanze e dipendenze (4). Il quadro sindromico del DGA è infatti molto simile a quello delle dipendenze da sostanze psicoattive, con stato di euforia, eccitazione e alterazione del sistema di gratificazione, che si caratterizza per il craving (desiderio impulsivo di una certa sostanza o attività).

La scarsa considerazione del gambling come fattore patogeno in grado di generare dipendenze ha limitato l’attenzione nei confronti dell’epidemiologia del gioco patologico rispetto all’alcolismo o alla tossicodipendenza (5), ma i danni associati ad esso sono di ampia portata, riguardando non solo la salute e il benessere del ludopatico, ma anche il suo patrimonio e le sue relazioni, la famiglia e la comunità di cui fa parte.

Il gioco d’azzardo può aumentare il rischio di violenza domestica e criminalità; la situazione di debito e lo stato di vergogna da cui spesso i giocatori d’azzardo si sentono sopraffatti possono indurre ad un comportamento suicidario (6).

Data la sempre maggiore rilevanza socio-sanitaria della tematica, si è riunito un gruppo di esperti in studi sul gioco d’azzardo, salute pubblica e politica sanitaria globale insieme a collaboratori con esperienza diretta riguardo ai danni del gambling, formando la Lancet Public Health Commission sul gioco d’azzardo (7) che, esaminando la situazione attuale, ha denunciato la ludopatia come un problema di salute pubblica alla stregua degli altri prodotti che creano dipendenza (alcol, droghe, tabacco), e ha fornito raccomandazioni per prevenire e mitigare i danni ad essa associati.

La Commissione ha condotto una revisione sistematica e una metanalisi riguardanti la prevalenza globale, in adulti e adolescenti, della partecipazione al gambling in ogni sua forma (dalle esperienze occasionali in cui già si evidenzia un sintomo comportamentale sino al gioco d’azzardo problematico). Si stima che nel 2023 abbia giocato d’azzardo il 46,2% degli adulti e il 17,9% degli adolescenti, di cui il 10,3% online: dato ulteriormente aggravante se si considera che il commercial gambling – l’offerta commerciale dei giochi d’azzardo, che può essere sostenuta dal governo stesso attraverso sistemi di licenze o addirittura accordi di monopolio – dovrebbe essere vietato ai minori. Tra i prodotti che maggiormente possono indurre al disturbo da gioco d’azzardo si trovano i giochi di casinò o slot online (15,8% degli adulti; 26,4% degli adolescenti) e le scommesse sportive (8,9% degli adulti; 16,3% degli adolescenti), che stanno guidando l’espansione dell’industria del gambling.

Il rapido accrescimento dell’industria globale del gioco d’azzardo è particolarmente evidente nei Paesi a basso e medio reddito, laddove l’infrastruttura normativa è spesso più debole. Si prevede che le perdite nette dei consumatori raggiungeranno quasi 700 miliardi di dollari entro il 2028. La crescita del settore è alimentata soprattutto dal gambling online, grazie alla diffusa accessibilità alle opportunità di gioco attraverso Internet, anche per mezzo di dispositivi mobili e maneggevoli come tablet e cellulari. I confini tra gioco digitale e d’azzardo diventano così sempre più labili.

La digitalizzazione ha trasformato la produzione e il funzionamento dell’offerta commerciale dei giochi d’azzardo: il gambling online è interconnesso con un ecosistema di software, infrastrutture informatiche e servizi di tecnologia finanziaria che, sapientemente sfruttate, consentono alle società di gioco d’azzardo di disporre di capacità impareggiabili per indirizzare i consumatori. Le forti partnership sviluppate dall’industria del commercial gambling con media e social media, la sponsorizzazione e la collaborazione con organizzazioni sportive professionistiche e l’uso dei dati degli utenti online offrono agli operatori del gioco d’azzardo opportunità di commercializzazione con un pubblico nuovo e sempre più grande.

L’industria dipinge il gambling come un intrattenimento innocuo, sottolineando i benefici economici (compreso il gettito fiscale) e le opportunità di lavoro che offre, nonché i benefici sociali possibili quando una parte dei profitti viene utilizzata per finanziare l’istruzione e la sanità o altre valide cause sociali e, per contro, attribuendo ai giocatori stessi la responsabilità dei danni, distogliendo così l’attenzione dalla condotta aziendale. Avendo una posizione attiva nella ricerca sul gambling e sui suoi danni, può inoltre mantenere il controllo sull’inquadramento e sulla comunicazione di questi temi, plasmando la percezione dell’opinione pubblica e della politica al fine di promuovere i propri interessi commerciali.

Finora i governi hanno sempre prestato troppa poca attenzione all’ampia gamma di danni associati al gioco d’azzardo, ma esistono strumenti politici efficaci per prevenirli. Secondo la Lancet Public Health Commission, le misure selettive e mirate a sostenere gli individui a rischio o già danneggiati (messaggi personalizzati sul consumo dei giochi, interventi basati su dati di monitoraggio e servizi terapeutici) sono necessarie, ma altrettanto essenziali sono i provvedimenti a livello di popolazione, come l’applicazione dei limiti di età previsti dalla legge, la limitazione di disponibilità e accessibilità del gioco d’azzardo, il divieto o il contenimento sostanziale della pubblicità. Se attuate in modo coerente e completo, queste misure universali sarebbero le più efficaci, ma ad oggi hanno ricevuto un’attenzione insufficiente da parte dei responsabili politici.

La Commissione raccomanda che, nella definizione delle politiche, i governi antepongano la tutela della salute e del benessere della popolazione alle motivazioni economiche, andando a definire un’efficace regolamentazione del gambling che ne determini la riduzione dell’esposizione della popolazione attraverso divieti o restrizioni al suo accesso, promozione, marketing e sponsorizzazione, de-normalizzandolo attraverso campagne di marketing sociale e di sensibilizzazione ben finanziate e fornendo assistenza e trattamento universali per i danni che causa. È indispensabile un’autorità di regolamentazione dotata di risorse adeguate, che sia indipendente e dotata di poteri sufficienti e che si concentri sulla protezione della salute e del benessere pubblico. Le minime protezioni normative dovrebbero includere la tutela dei bambini e degli adolescenti (attraverso l’applicazione di requisiti di età minima) e dei consumatori in generale, ad esempio attuando sistemi di registrazione degli utenti e limiti di deposito e di scommessa.

La strada è in salita e disseminata di ostacoli, e la nostra situazione nazionale non fa sconti. In un Paese in cui si stimano incassi che oscillano tra i 135 e i 150 miliardi all’anno per i gestori (con percentuale compartecipativa dello Stato), l’attuale Governo, secondo quanto deciso nella Legge di Bilancio 2025, ha intenzione di “fare le nozze con i fichi secchi” (8). Infatti, oltre ad introdurre un’estrazione settimanale aggiuntiva dei giochi del Lotto e del Superenalotto e a prorogare le concessioni dei giochi d’azzardo in scadenza, vengono cancellati il fondo ad hoc contro la dipendenza e l’Osservatorio per il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave. Come specifica l’ex ministro Balduzzi, con la nuova legge di bilancio “vengono fatti confluire in un unico fondo e in un unico Osservatorio per tutte le forme di dipendenza le risorse e le attività attualmente in capo all’esistente fondo e Osservatorio specificamente dedicati al contrasto del gioco d’azzardo e alle relative patologie”.

Perciò, a fronte di numeri allarmanti rispetto alla deriva patologica e alle dipendenze dal gioco (secondo l’ultima indagine condotta dall’Istituto Superiore di Sanità e riferita al 2018, gli italiani coinvolti nel gioco d’azzardo sono oltre 18 milioni), “da un lato si incentivano i giochi, mentre dall’altro si abolisce un organismo deputato, con fondi ad hoc, proprio al contrasto di tali dipendenze” (9). Tutto ciò in controtendenza rispetto alle fresche raccomandazioni di una commissione scientifica e specializzata sul tema.

 

Letizia Fattorini, Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva – Università di Firenze.

 

Bibliografia

  1. Alisa, Sistema Sanitario Regione Liguria. Problematiche connesse al gioco d’azzardo patologico – Che cos’è il gioco d’azzardo e quando diventa patologicohttps://www.alisa.liguria.it/organizzazione/direzione-sociosanitaria/salute-mentale-e-dipendenze/gioco-d-azzardo.html#:~:text=I%20giochi%20d’azzardo%20pi%C3%B9,ad%20esempio%2C%20poker%20online
  2. Anna Goracci. Disturbo da gioco d’azzardo patologico e gambling dual disorder: una prospettiva di clinica, endofenotipi e neuroscienze cliniche. Da: “Il gioco d’azzardo: una prospettiva multidisciplinare” – Atti del convegno tenutosi presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Siena il 1° dicembre 2023, a cura di Mario Perini. Firenze University Press 2024. DOI 10.36253/979-12-215-0444-6
  3. Mauro Croce. Da Pascasius al Brain Disease. Per una storia dei paradigmi del Gambling. Da: “Il gioco d’azzardo: una prospettiva multidisciplinare” – Atti del convegno tenutosi presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Siena il 1° dicembre 2023, a cura di Mario Perini. Firenze University Press 2024. DOI 10.36253/979-12-215-0444-6
  4. Substance Abuse and Mental Health Services Administration. (2016). Impact of the DSM-IV to DSM-5 Changes on the National Survey on Drug Use and Health. CBHSQ Methodology Report. Center for Behavioral Health Statistics and Quality, Substance Abuse and Mental Health Services Administration, Rockville, MD
  5. Coriale G, Ceccanti M, De Filippis S, Falletta Caravasso C, De Persis S. Disturbo da gioco d’azzardo: epidemiologia, diagnosi, modelli interpretativi e trattamento. Riv Psichiatr 2015;50(5):216-227. doi 10.1708/2040.22162
  6. Chiara Lorini e Claudia Cosma, SaluteInternazionale. I determinanti commerciali del suicidiohttps://www.saluteinternazionale.info/2023/07/i-determinanti-commerciali-del-suicidio/
  7. Wardle H, Degenhardt L, Marionneau V, Reith G, Livingstone C, Sparrow M, Tran LT, Biggar B, Bunn C, Farrell M, Kesaite V, Poznyak V, Quan J, Rehm J, Rintoul A, Sharma M, Shiffman J, Siste K, Ukhova D, Volberg R, Salifu Yendork J, Saxena S. The Lancet Public Health Commission on gambling. Lancet Public Health. 2024 Oct 16:S2468-2667(24)00167-1. doi: 10.1016/S2468-2667(24)00167-1. Epub ahead of print. PMID: 39491880.
  8. Ettore Jorio. Ddl Bilancio: solo briciole per contrastare la ludopatia, il business resta in mano al croupier. Il Sole 24 ORE, 18 novembre 2024. https://www.sanita24.ilsole24ore.com/art/in-parlamento/2024-11-18/ddl-bilancio-solo-briciole-contrastare-ludopatia-business-resta-mano-croupier-090352.php?uuid=AGErFPEB&refresh_ce=1
  9. Il Salvagente, 6 novembre 2024. La manovra 2025 cancella il fondo e l’Osservatorio per il contrasto al gioco d’azzardohttps://ilsalvagente.it/2024/11/06/la-manovra-2025-cancella-il-fondo-e-losservatorio-per-il-contrasto-al-gioco-dazzardo/

fonte: https://www.saluteinternazionale.info/2025/02/gambling-minaccia-per-la-salute-pubblica/

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