La disinformazione è divenuta uno strumento di deliberato attacco e discredito degli scienziati e degli esperti della salute, per soli fini politici. Gli effetti della disinformazione sono distruttivi e danneggiano la salute pubblica. La percezione che questa minaccia non è presa a sufficienza con serietà è ben esemplificata dalla decisione di Meta di abolire ogni “fact checking” dei contenuti di Facebook.
Benedetto Saraceno
La disinformazione è divenuta uno strumento di deliberato attacco e discredito degli scienziati e degli esperti della salute, per soli fini politici. Gli effetti della disinformazione sono distruttivi e danneggiano la salute pubblica. La percezione che questa minaccia non è presa a sufficienza con serietà è ben esemplificata dalla decisione di Meta di abolire ogni “fact checking” dei contenuti di Facebook.
Progressisti verso Conservatori è oramai una antitesi dei tempi antichi. Chi definirebbe oggi Donald Trump, Alice Weidel, leader di Alternative für Deutschland, Benjamin Netanyahou o Matteo Salvini come rappresentanti di un pensiero conservatore? Di conservatori ne sono rimasti pochissimi: conservatori veri e decenti come certi vecchi esponenti del partito repubblicano degli Stati Uniti o del conservative party britannico o, ancora, della generazione Pompidou e Chirac in Francia o, infine, dei nostri Democristiani degli anni Settanta.
L’antitesi oggi, purtroppo, sembra piuttosto quella fra Progressisti e Populisti della Destra Estrema. Chissà se molti antichi conservatori ora stanno fra le file dei progressisti? C’è da chiedersi se nella presente confusione quella vecchia e rassicurante antitesi, conservatori versus progressisti, abbia ancora senso? O, piuttosto, non sia una illusoria descrizione di una realtà abitata da estremisti, populisti che non sono conservatori ma eversori della democrazia. Siamo oggi a rimpiangere Angela Merkel o Oscar Luigi Scalfaro come fossero illuminati progressisti semplicemente perché non furono beceri populisti di estrema destra.
Mentre si dipana questa confusa modificazione semantica, conservatori in via di estinzione e progressisti spesso solo by default, si afferma invece prepotentemente una antitesi più chiara e netta nelle sue caratteristiche: quelli che dicono la verità verso quelli che mentono.
Ci si deve chiedere se oggi una forma attuale del progressismo, anche se non certo l’unica, non sarebbe quella della caparbia ricerca, promozione, difesa e diffusione della verità. A partire dalle verità (e dalle menzogne) che popolano l’universo del binomio Salute/Malattia e, in generale della Sanità Pubblica. Il vaccino anti Covid non serve a nulla oppure la vaccinazione contro il morbillo è responsabile dell’Autismo, sono affermazioni semplicemente e dimostratamente false. Chi le sostiene e diffonde, semplicemente mente. Non si tratta di libertà di opinione perché che la terra sia piatta non è una opinione ma una falsità.
In un recentissimo editoriale (1) scrive Lancet: “La disinformazione è divenuta uno strumento di deliberato attacco e discredito degli scienziati e degli esperti della salute, per soli fini politici. Gli effetti della disinformazione sono distruttivi e danneggiano la salute pubblica. La percezione che questa minaccia non è presa a sufficienza con serietà è ben esemplificata dalla decisione di Meta di abolire ogni “fact checking” dei contenuti di Facebook“..
Dunque, anche i dati sul progressivo e pilotato disastro del sistema sanitario italiano, immolato sull’altare della promozione della sanità privata, sono verità da promuovere e diffondere malgrado le manipolazioni falsificatorie di molte amministrazioni regionali (e la Lombardia è il capofila di questa sistematica negazione della verità e di promozione della sanità privata). Dunque, si tratta di mostrare e talvolta di dimostrare.
- Mostrare e dimostrare che “la legge in favore degli anziani non autosufficienti (L. 33/2023) è stata avviata dal Governo Draghi e messa su un binario morto dal Governo Meloni (DL 29/2024). La riforma incompiuta suscita critiche del pubblico e degli esperti. Ora occorre salvare la riforma, renderla “compiuta”, anche con l’impegno di noi operatori per garantire diritti di cura a milioni di persone che non possono più attendere” (Da Col P. & Trimarchi A., Salute Internazionale, Dicembre 2024).
- Mostrare che l’Istat riporta che nel 2023, il 4,5% degli italiani rinuncia alle cure a causa delle lunghe liste di attesa (in forte aumento rispetto al 2,8% del 2019), il 4,2% rinuncia per motivi economici e l’1% per la scomodità del servizio.
- Mostrare e dimostrare che “Il fondo sanitario raggiunge nel 2025 i 136,5 miliardi di euro: una crescita dell’1,9% rispetto all’anno precedente, a fronte di una crescita nominale del Pil stimata al 3,3%. La promessa di una maggiore disponibilità di risorse, forzata verso l’alto dall’esigenza di coprire i rinnovi contrattuali, si traduce in realtà in un’incidenza percentuale sul Pil del Fondo Sanitario Nazionale che continuerà a diminuire non solo nel 2025, ma anche in tutti gli anni successivi, cioè fino al 2030, raggiungendo percentuali record – in negativo – mai viste prima” (Dirindin N, & Caruso E., Salute Internazionale, Novembre 2024).
- Mostrare che: “In Italia, nel 2023, la spesa sanitaria pubblica pro-capite è stata di 3.574 $, collocandoci all’ultimo posto tra i Paesi del G7, mentre quella media dei Paesi OCSE si è attestata sui 4.174 $ e quella delle nazioni europee presenti nell’OCSE raggiunge i 4.470 $ circa 900 euro sopra quella italiana” (Agnoletto V., Salute Internazionale, Ottobre 2024).
- Si potrebbe continuare per pagine e pagine questo esercizio che qui si limita a ripercorrere gli ultimi mesi di Salute Internazionale.
Qui l’intento è tuttavia soltanto quello di mostrare come una pratica continua e rigorosa di diffusione della verità possa essere il modo più coraggioso e efficace di contrastare la menzogna che alimenta il discorso sulla salute e sulla sanità.
Il ministro della Salute Orazio Schillaci, in occasione dell’evento ufficiale “Salute Mentale: Agenda 2025”, ha inaugurato un Tavolo tecnico sulla salute mentale, incaricato di aggiornare il Piano di Azioni Nazionale sulla salute mentale. In quell’evento è parlato di depressione, di salute mentale dei giovani e anche di sicurezza degli operatori, ma non di sicurezza dei pazienti che continuano a morire legati al letto nei servizi di diagnosi e cura. Iniziativa, quella del ministro, forse lodevole ma va ricordato che all’evento hanno preso parte anche i rappresentanti dell’industria: “Johnson and Johnson Innovative Medicine ha una lunga storia nel trattamento e nell’individuazione di soluzioni terapeutiche che possono essere accanto ai pazienti che soffrono di disturbi mentali “– spiega Monica Gibellini, Government Affairs Policy & Patient Engagement Director Johnson & Johnson Innovative Medicine Italia. La presenza della industria farmaceutica in un evento del ministero della salute che dovrebbe promuovere l’interesse pubblico è quantomeno un segnale di inaccettabile conflitto di interessi. E va detto e va fatto sapere.
Dunque, si tratta, con caparbietà, di: dire, fare sapere, mostrare e dimostrare. Dire la verità è divenuto uno dei modi e forse il più efficace di essere progressisti nell’universo delle scienze della salute.
Ancora, scrive l’editoriale di Lancet: “Combattere la disinformazione non è semplicemente correggere dei fatti ma anche colpire delle consapevoli manipolazioni e i modi attraverso cui gli algoritmi orientano le persone lasciandole navigare in solitudine in un complesso mix di scienza e fiction”.
Ma dobbiamo anche dire la verità sul mondo violento che ci circonda. Anche nella pagina internazionale che ogni giorno leggiamo per cercare di essere informati e consapevoli a proposito delle guerre in atto o dei sommovimenti politici che spostano l’asse del governo del mondo sempre più a destra, dobbiamo cercare di distinguere la verità e la menzogna.
Dire, ad esempio, la verità su Gaza, ossia, fornire dati, diffondere dati: fare sapere talvolta serve più che andare in piazza. Le recenti e drammatiche statistiche sulla mortalità dovuta alla invasione israeliana di Gaza, pubblicate da Lancet e riprese da molta stampa internazionale, sono un esempio di quel servizio militante che, come medici e operatori della sanità, dovremmo quotidianamente praticare (vedi Maciocco G & Saraceno B., Salute Internazionale, Dicembre 2024).
In conclusione, sarebbe utile rileggere la versione moderna del giuramento di Ippocrate che recita, fra l’altro, nei paragrafi uno, tre e otto:
- “…giuro:
– di esercitare la medicina in autonomia di giudizio e responsabilità di comportamento contrastando ogni indebito condizionamento che limiti la libertà e l’indipendenza della professione; - – di curare ogni paziente con scrupolo e impegno, senza discriminazione alcuna, promuovendo l’eliminazione di ogni forma di diseguaglianza nella tutela della salute;
- – di mettere le mie conoscenze a disposizione del progresso della medicina, fondato sul rigore etico e scientifico della ricerca, i cui fini sono la tutela della salute e della vita;”
Ma, autonomia di giudizio, contrasto di ogni indebito condizionamento, eliminazione delle diseguaglianze, rigore etico e scientifico, non sono forse componenti essenziali dell’esercizio della verità? La consapevole manipolazione della informazione e la disinformazione non possono essere visti come semplici danni alla verità accademica ma rappresentano una minaccia alla società nel suo insieme. Oggi come operatori della salute abbiamo anche il compito di essere operatori della verità.
Riferimento.
- Health in the age of disinformation. Editorial. thelancet.com Vol 405 January 18, 2025
fonte: https://www.saluteinternazionale.info/2025/02/lera-della-disinformazione/
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