Il rapporto dell’Osservatorio Impatto Socio-Economico delle Dipendenze (Oised) presentato da Peppe Brescia.
Nei giorni scorsi è stato pubblicato l’ultimo studio condotto dall’Osservatorio Impatto Socio-Economico delle Dipendenze (Oised), un partenariato tra Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità (Crea) e Centro Studi e Ricerche Consumi e Dipendenze (Cerca).
La ricerca rappresenta la seconda pubblicazione annuale Oised circa l’impatto socio-sanitario ed economico delle dipendenze in Italia: prendendo come riferimento il periodo compreso tra 2018 e 2023, vengono analizzate le stime economiche dell’assistenza sanitaria destinata alle persone alle prese con uso problematico di sostanze, si valutano le ricadute sul sistema giudiziario e viene offerta una prospettiva circa l’utenza in affido presso i servizi, indicando infine le azioni necessarie al fine di ottemperare a quanto previsto dal DM 77/22 in merito ai nuovi modelli per l’assistenza territoriale.
Il documento si concentra sia sulla dipendenza da alcol che su quella da sostanze illecite, in entrambi i casi trattate dai medesimi servizi territoriali. Nel caso di episodi di policonsumo comprendenti anche l’alcol, i costi sono stati aggregati ai dati relativi ai consumatori di sostanze illecite, “in quanto questi ultimi risultano solitamente prevalenti in termini di carico assistenziale”.
Quadro generale
In Italia, nel 2023, risultano attivi 570 servizi pubblici per le dipendenze (SerD), dislocati in 614 sedi lungo il territorio nazionale.
Il numero degli operatori all’interno delle strutture ammonta a 6.264 unità, di cui 5.800 impiegati presso il Servizio Sanitario Nazionale: globalmente, si tratta di 133 professionalità in meno rispetto al 2022. Prendendo in considerazione l’ultimo quinquennio, la riduzione complessiva si attesta addirittura al 3,9%.
Guardando alla composizione del personale, nel 2023 il comparto infermieristico rappresenta un terzo dell’organico (32,5%), seguito dagli operatori medici (19,8%), dagli psicologi (14,6%), dagli assistenti sociali (13,6%), dagli educatori professionali (10,6%) e dal personale amministrativo (3,8%). Le altre figure professionali incidono per il restante 5,2%. Come viene sottolineato nel rapporto, psicologi ed educatori professionali rientrano tra le categorie meno rappresentate, nonostante attualmente siano quelle di cui si avverte il maggior bisogno.
Per quanto riguarda i servizi di alcologia, le ultime cifre disponibili risalgono al 2022: i centri sono 449, per un personale operante di 4.512 persone – una crescita del +5,2% rispetto al 2019.
In buona parte, si tratta delle stesse professionalità attive all’interno dei SerD. In maniera analoga, anche in questo caso il personale infermieristico incide per circa un terzo dell’organico (28,5%).
Il privato sociale, infine, è costituito da un totale di 803 strutture.
A livello regionale, solo Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria e Molise risultano essere in linea con gli standard assunti come riferimento.
L’utenza
Nel 2023 gli utenti presi in carico a causa di utilizzo problematico di sostanze illecite sono stati circa 235.000, suddivisi tra un 83,5% in affidamento presso i servizi pubblici e un 16,5% in carico al privato sociale.
Sono state dunque 132.195 le persone trattate presso i Serd.
In quasi due terzi dei casi (65,9%) si tratta dei cosiddetti tossicodipendenti puri, o con dipendenza da alcol concomitante. Gli alcolisti puri rappresentano invece il 24,6%, mentre il restante include utenti con dipendenza da gioco d’azzardo patologico (6,4%), tabagisti (3,4%), nonché dipendenze varie come internet e sex addiction (1,3%).
La popolazione presa in carico è maschile nell’85% dei casi, rivelando una media anagrafica abbastanza giovane: il 54,6% si concentra nella fascia d’età 35-54 anni, il 18,0% in quella 25-34 anni. Nel 60% dei casi, la sostanza per cui si è in trattamento è l’eroina, seguita da cocaina con il 26% e da cannabinoidi con il 12%.
Guardando brevemente alla composizione sociale, il 60% degli utenti risulta senza fissa dimora, il 4,5% è invece trattenuto presso istituti penitenziari, il 40% si dichiara stabilmente occupato.
Oltre la metà degli utenti in trattamento ha ricevuto prestazioni farmacologiche, quasi il 75% ha usufruito di prestazioni psicosociali, oltre l’80% di prestazioni sanitarie non farmacologiche. I farmaci più utilizzati nella cura delle dipendenze sono il metadone, la buprenorfina e la combinazione di buprenorfina e naloxone.
I servizi di alcologia, nel 2022, hanno invece ospitato 62.886 persone: si tratta di una riduzione della presa in carico del 3%. Anche in questo caso, si tratta prevalentemente di popolazione maschile, sebbene l’età media risulti leggermente più alta: se nel 73,2% dei casi gli utenti trattati hanno un’età compresa tra 30 e 59 anni, un terzo della casistica totale è infatti concentrata tra i 50 e i 59 anni. D’altro canto, gli under 30 rappresentano il 7,4%.
Per quanto riguarda l’assistenza ospedaliera, nel 2023 sono stati attestati 18.968 ricoveri in acuzie e 8.596 accessi al Pronto Soccorso causati da sostanze illecite. Nell’ultimo quinquennio, tale percentuale è cresciuta del 22%.
I ricoveri ospedalieri associati a diagnosi alcol-correlate sono stati 46.181, la quasi totalità (90%) in acuzie: una riduzione del 2,4%. In merito alla tipologia di trattamento, il 32,0% è stato sottoposto a trattamenti medico-farmacologici, il 25,0% al counseling, il 16,0% a trattamenti socio-riabilitativi, il 3,7% è stato inserito in gruppi di Auto/Mutuo Aiuto e il 3,1% in comunità. Prendendo in esame il periodo tra 2018 e 2022, si evidenzia a riguardo una significativa riduzione della spesa medica.
A livello complessivo, oppiacei, alcol, cocaina influiscono per oltre l’80% sui numeri dell’utenza in trattamento.
Costi assistenza sanitaria
La spesa sanitaria per il trattamento degli utilizzi problematici di sostanze illegali ammonta a quasi un miliardo e duecento milioni annuo, di cui il 67% relativo alla presa in carico dai SerD. Per quanto concerne l’attività ospedaliera, per i ricoveri in acuzie il SSN sostiene un costo medio pro-capite nazionale pari a 0,9 euro per le sostanze illecite e a 3 euro per l’alcol, la cui spesa farmaceutica a carico del SSN per il trattamento della dipendenza equivale 5,6 milioni.
Impatto giudiziario
In Italia nel 2023 sono state effettuate 27.674 denunce per violazione degli artt. 73 e 74 del Testo Unico sulle Droghe, con 12.963 persone condannate in via definitiva. Negli ultimi cinque anni, la statistica delle denunce ha seguito un tasso ascendente del 5,6%, così come è aumentato di dieci punti percentuali il ricorso alle misure alternative, dal 26% del 2018 al 36% del 2023. Al 31/12/2023, i detenuti definiti tossicodipendenti risultano 17.405, pari al 30% circa della popolazione detenuta: si tratta della cifra più alta tra i paesi aderenti al Consiglio d’Europa.
Stando ai dati del Ministero della Salute, su un totale di 56.284 incidenti con lesioni osservati nel 2022, in quasi il 10% dei casi uno dei conducenti coinvolti è risultato in stato di ebbrezza, statistica che scende invece al 3% se ci si riferisce all’effetto di stupefacenti. Rispetto al 2021, le violazioni all’art. 186 e 186-bis del Codice della Strada appaiono in aumento del 34,5%, di cui il 17,4% correlate a incidenti stradali e il 5,6% a episodi di incidenti mortali.
Sommando i costi dell’assistenza sanitaria con quelli relativi all’impatto giudiziario, il combinato disposto è di quasi otto miliardi annui, suddivisi tra 6,7 miliardi relativi alle sostanze illecite e 1,1 miliardo attribuibile all’alcol
Nel 61,2% dei casi il costo è attribuito agli Esiti sanitari, nel 21,4% all’assistenza sanitaria e per il restante 17,4% al sociale (illeciti, reati, detenzione, ecc).
A questa cifra si aggiunge infine la stima di 16 miliardi derivanti dal mercato di sostanze illegali.
Le criticità che emergono dal rapporto
L’ultima parte del documento dell’Oised è dedicata all’approfondimento delle varie criticità riscontrate nel corso dell’analisi, dalle problematiche inerenti l’atto della presa in carico alla riduzione personale dedicato nei Serd, dal basso tasso di personale in rapporto all’utenza all’assenza di standard omogenei di programmazione e all’eterogeneità delle risposte a livello regionale. In particolare, l’Oised denuncia il gap significativo in confronto agli standard previsti dal DM 77/22.
In termini numerici, servizi e strutture difettano di circa 2000 unità professionali: 261 medici, 215 infermieri, 396 psicologi, 646 educatori professionali, 273 assistenti sociali, 139 amministrativi.
Lacune che richiamano in maniera diretta i risultati della valutazione di impatto sociale delle azioni di Riduzione del danno e Limitazione del rischio presentati nel Maggio 2024 dal Coordinamento Nazionele Comunità Accoglienti, che ha posto l’accento sul divario tra i risultati ottenuti dagli interventi di riduzione del danno e i finanziamenti stanziati per la promozione di tali pratiche. Per lo studio promosso dal CNCA, in collaborazione con la start-up Open Impact è stato possibile determinare il moltiplicatore d’impatto (SROI – Ritorno sociale sull’investimento) dei servizi censiti, che risulta essere pari a 2,23 euro. Ogni euro investito in RdD vale più del doppio fra danni evitati e minori spese per innterventi sanitari e sociali.
fonte: https://www.fuoriluogo.it/mappamondo/impatto-socio-economico-delle-dipendenze-secondo-loised/