Oltre alle implicazioni dirette sulla salute pubblica, il ritiro da parte di uno dei maggiori finanziatori dell’organizzazione pone impatti rilevanti sull’innovazione digitale. Ecco quali problematiche si aprono e in quali aree chiave della sanità digitale e l’impatto in Italia
La recente uscita degli Stati Uniti dall’Oms su decisione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, rappresenta un evento di grande rilevanza per il panorama globale della salute e delle politiche sanitarie internazionali.
Oltre alle implicazioni dirette sulla salute pubblica, il ritiro da parte di uno dei maggiori finanziatori dell’organizzazione (circa il 14,5% del budget totale) pone
effetti significativi sull’innovazione digitale, grazie alla quale negli ultimi anni è risultato possibile migliorare significativamente la qualità e l’omogeneità dei servizi sanitari erogati in tutto il mondo.
Il ritiro degli Stati Uniti dall’Oms: l’impatto economico
L’ Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è un organismo delle Nazioni Unite nato nel 1948 al quale aderiscono 194 Paesi di tutto il mondo con l’obiettivo di favorire “il raggiungimento, da parte di tutte le popolazioni, del più alto livello possibile di salute”.
Al fine di perseguire le proprie finalità, l’Oms riceve donazioni dai propri Paesi membri e da organismi privati.
I tagli di fondi conseguenti alla decisione di Trump, nonché l’assenza di uno dei Paesi più influenti nell’ambito della salute digitale, influenza negativamente tre aree chiave:
- la telemedicina e più in generale l’accesso ai servizi sanitari digitali,
- la ricerca e sviluppo tecnologico nel settore della salute e
- le politiche globali di regolamentazione sanitaria.
Prima criticità: telemedicina e accesso ai servizi sanitari digitali
Uno degli sviluppi più significativi degli ultimi anni nel settore sanitario è stato l’adozione della telemedicina, che ha lo scopo di permettere la cura di pazienti a distanza, anche favorendo la cooperazione tra medici che si trovano in luoghi diversi. In particolare, favorisce la continuità di accesso ai servizi sanitari, soprattutto in contesti rurali o in paesi con infrastrutture sanitarie fragili.
A titolo di esempio si cita la digital pathology, che consente – nel settore dell’anatomia patologica – di digitalizzare i vetrini istologici, favorendone una consultazione mediante immagini digitali, le quali a loro volta possono essere accedute anche a distanza da parte di patologi specialisti di malattie particolari.
L’OMS ha svolto un ruolo centrale nel promuovere iniziative globali per l’adozione di standard e linee guida per la telemedicina, in modo da garantire la qualità e la sicurezza dei servizi sanitari a distanza.
Lo standard Oms e Itu
Per esempio, nel 2022 l’OMS e l’ITU (International Telecommunication Union), l’organizzazione internazionale che definisce gli standard nelle telecomunicazioni, hanno pubblicato uno standard [1] che fornisce le raccomandazioni sulle funzionalità di accessibilità che devono essere utilizzate nei servizi di telemedicina per superare le principali barriere alla loro fruizione, specificando ad esempio come gestire le criticità relative a persone con disabilità. Invece, valorizzando le conoscenze possedute sullo stato dell’arte a livello mondiale con particolare riferimento agli Usa, nel 2024 l’OMS ha pubblicato una guida tecnica [2] che:
- presenta un quadro completo per migliorare e semplificare i servizi di telemedicina all’interno dei sistemi sanitari europei;
- affronta l’esigenza critica di soluzioni di telemedicina accessibili ed efficaci;
- delinea una strategia multidimensionale che include una valutazione dell’attuale ecosistema sanitario, una visione strategica per l’integrazione della telemedicina con i sistemi informativi sanitari, la gestione del cambiamento organizzativo, lo sviluppo di servizi innovativi di telemedicina e il monitoraggio, la valutazione e l’ottimizzazione continui.
Usa fuori dall’OMS: rallentamenti e frammentazione della cooperazione internazionale
Con l’uscita degli Stati Uniti dall’OMS, si prevedono rallentamenti e una maggiore frammentazione della cooperazione internazionale in questo ambito, causando divergenze nei modelli e nelle normative, rendendo più difficile per le aziende tecnologiche e le startup sviluppare soluzioni digitali sanitarie compatibili su scala globale.
Per molti Paesi con risorse limitate, infatti, a garantire l’accesso a tecnologie sanitarie avanzate sono spesso le collaborazioni con attori globali come gli Usa.
Negli ultimi anni, ad esempio, piattaforme di telemedicina realizzate da Teladoc Health, American Well (Amwell) e da altre aziende statunitensi hanno iniziato a offrire servizi anche al di fuori degli Usa, permettendo a pazienti di tutto il mondo di consultare specialisti americani, in particolare in ambito psicologico, dermatologico e oncologico, dove la domanda di esperti può essere elevata.
Un’altra criticità riguarderà il rallentamento ad eradicare malattie come la poliomelite in Paesi africani.
Ricerca e sviluppo tecnologico: altra area critica per uscita Stati Uniti dall’Oms
Un altro settore che risentirà di questa decisione è quello della ricerca e dello sviluppo tecnologico applicati alla salute.
L’OMS ha storicamente supportato la collaborazione internazionale nella ricerca sanitaria, creando un forum per il confronto tra esperti di tutto il mondo e promuovendo iniziative condivise per affrontare malattie infettive, croniche e
problemi di salute globale.
Gli Usa in quanto leader nel settore della ricerca scientifica, hanno avuto un ruolo predominante in queste iniziative, contribuendo con fondi, innovazioni e scoperte.
Secondo un rapporto pubblicato dall’OMS nel 2024 [3] in relazione ad analisi risalenti al 2022, ci sono numerose differenze negli Stati membri sullo sviluppo di servizi innovativi della sanità digitale.
Lo scenario italiano
In particolare, in Italia si registrano progressi nell’adozione di strumenti di telemedicina, con particolare riferimento al telemonitoraggio di malattie croniche specifiche. Il rapporto inoltre specifica che occorre focalizzare l’attenzione sull’implementazione di soluzioni per sfruttare i Big Data sanitari da parte delle Istituzioni (Ministero della Salute, Regioni eccetera).
In ambito nazionale, è importare citare che l’Italia ha recepito questa raccomandazione mediante il modello Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 (FSE 2.0), che permetterà la raccolta, secondo un modello federato su base regionale, dei dati sanitari digitali, i quali potranno essere utilizzati sia per finalità primarie sia – nelle loro versioni pseudonimizzate o anonimizzate – per finalità secondarie (profilassi, finalità di ricerca e di governo eccetera).
Impatto sulla condivisione dei dati e delle scoperte
Con l’allontanamento degli Stati Uniti dall’Oms, ci saranno implicazioni significative a livello internazionale per la condivisione dei dati e delle scoperte. Come sottolineato anche dal New York Times, infatti, uscire dall’OMS significherebbe, tra le altre cose, che i centri per il controllo e la prevenzione delle malattie statunitensi non avrebbero accesso ai dati globali forniti dall’agenzia.
Quando la Cina ha caratterizzato la sequenza genetica del nuovo coronavirus nel 2020, ha rilasciato le informazioni all’OMS, che le ha condivise con altre nazioni.
Allo stesso modo, all’Oms non saranno rilasciate informazioni riguardo
nuove scoperte dagli Stati Uniti.
La ricerca farmacologica diventerà disomogenea
La ricerca sullo sviluppo di nuovi farmaci, dispositivi medici o soluzioni digitali per la salute rischierà di diventare ancora più disomogenea.
È anche prevedibile che le aziende americane saranno meno incentivate a partecipare a progetti globali e si concentreranno su soluzioni progettate solo per il mercato interno, limitando la portata delle innovazioni tecnologiche. Analizzando i risultati ottenuti recentemente, i principali rallentamenti dei progressi riguarderanno la ricerca su malattie rare, terapie innovative, vaccini e salute mentale.
Regolamentazione globale ed interoperabilità
L’impatto più critico dell’uscita degli Stati Uniti dall’Oms riguarderà ndubbiamente la regolamentazione globale dell’innovazione digitale nell’ambito della salute.
L’Oms ha ricoperto un ruolo cruciale nella creazione di politiche per l’interoperabilità tra sistemi sanitari digitali. Gli standard e le best practice sono essenziali per garantire che le tecnologie emergenti, come l’intelligenza
artificiale, i dispositivi indossabili e le piattaforme di salute digitale, possano essere utilizzate in modo sicuro e affidabile in diversi Paesi, nonché rispettando i principi etici.
Inoltre, si evidenzia che – in coerenza con impianti normativi esistenti – sono già operative e in fase avanzata di evoluzione piattaforme IT in grado di favorire l’interscambio interoperabile dei documenti e dati sanitari digitali a vari livelli.
Il caso italiano
In particolare, in Italia l’interoperabilità a livello nazionale tra i sistemi informativi sanitari regionali è garantita dal Fascicolo Sanitario Elettronico [4] , mentre a livello europeo l’interoperabilità tra i sistemi informativi sanitari nazionali degli Stati membri è mediata dall’infrastruttura europea eHDSI e – più in generale – dallo European Health Data Space [5].
Tramonta l’interoperabilità fra Ue e Usa: il caso Trillium Bridge
Tuttavia l’uscita degli Stati Uniti complicherà il quadro normativo, poiché la mancanza di un impegno congiunto da parte degli Usa rallenterà l’adozione di standard globali e favorirà un’interoperabilità delle soluzioni secondo modelli a silos: interoperabilità solo europea e interoperabilità solo all’interno degli Usa, ma non un’interoperabilità tra l’Europa e gli Usa che – nell’ambito di alcune iniziative progettuali come Trillium Bridge [6] – è stata già sperimentata. Le aziende che sviluppano soluzioni digitali dovranno affrontare normative più disparate tra diversi Paesi, ostacolando l’innovazione e la diffusione omogenea delle tecnologie.
Inoltre, l’assenza di un forte attore come gli Usa nella definizione di politiche internazionali causerà anche maggiore incertezza e indebolimento della fiducia nelle soluzioni sanitarie digitali a livello globale.
Le conseguenze a lungo periodo
A lungo termine, l’indebolimento delle politiche di cooperazione internazionale potrà causare l’adozione di approcci più verticali alla regolamentazione e all’adozione delle tecnologie sanitarie digitali, stimolando una competizione tra Paesi per sviluppare e promuovere soluzioni che non siano universalmente adottabili, ma che si adattino ai propri contesti politici e culturali.
Allo stesso tempo, un aumento della competizione potrà incentivare le aziende tecnologiche a sviluppare soluzioni più avanzate, ma aumentando il rischio di
segmentazioni del mercato, riducendo quindi l’efficacia complessiva delle innovazioni digitali.
Da questo punto di vista, coerentemente con la politica adottata nei confronti dell’Oms, la nuova amministrazione Trump ha improvvisamente annullato la possibilità di fornire sovvenzioni per la ricerca, per i viaggi e per la formazione per gli scienziati all’interno e all’esterno del National Institutes of Health (NIH), il più grande finanziatore pubblico biomedico al mondo [7].
Inoltre, ha congelato la possibilità di effettuare comunicazioni tra molte agenzie sanitarie federali e il pubblico almeno fino alla fine del mese [8] .
Le criticità nell’informatica sanitaria
Come effetto di queste scelte, emblematiche sono – per esempio – le criticità espresse da HL7 International, l’organizzazione con sede nel Michigan che emette standard di informatica sanitaria più diffusi al mondo e alla quale sono affiliate associazioni di numerosi Stati nel mondo che hanno lo scopo di localizzare lo standard HL7 per i propri contesti nazionali.
In particolare, non sarà possibile per i dipendenti federali degli Usa partecipare alle attività dell’organizzazione, minando l’evoluzione degli standard necessari a garantire una corretta ed omogenea rappresentazione di dati clinici in formato digitale.
Anche in Italia l’adozione di questi standard – alla base del Fascicolo Sanitario
Elettronico – è ampiamente diffusa.
Prospettive
In definitiva, l’uscita degli Stati Uniti dall’Oms ha ripercussioni significative sull’innovazione digitale in ambito sanitario.
Sebbene il settore tecnologico continui a progredire, la collaborazione internazionale resta fondamentale per garantire che le soluzioni digitali seguano uno sviluppo sicuro, equo e accessibile a tutti.
Se questa cooperazione sarà minata, si assisterà ad una maggiore frammentazione delle politiche sanitarie digitali e a una possibile riduzione delle opportunità per l’adozione globale di tecnologie innovative. Non è un caso che l’Oms stia facendo pressioni per un ripensamento.
Bibliografia
[1] World Health Organization & International Telecommunication Union. (2022). WHO-ITU global standard for accessibility of telehealth services. World Health
Organization. License: CC BY-NC-SA 3.0 IGO.
[2] World Health Organization. (2024). Support tool to strengthen telemedicine: resource for assessment, strategy development, and strengthening of telemedicine services. Technical document.
[3] World Health Organization. (2024). Exploring the digital health landscape in the WHO European Region – Digital health country profiles. Publication.
[4] Ciampi, M., Sicuranza, M., Esposito, A., Guarasci, R., De Pietro, G. (2017). A
Technological Framework for EHR Interoperability: Experiences from Italy. In: Röcker, C., O’Donoghue, J., Ziefle, M., Helfert, M., Molloy, W. (eds) Information and Communication Technologies for Ageing Well and e-Health. ICT4AWE 2016.
Communications in Computer and Information Science, vol 736. Springer, Cham.
[5] European Union, European Health Data Space.
[6] Trillium Bridge II – Reinforcing the Bridges and Scaling up EU/US Cooperation on Patient Summary.
[7] Trump Abruptly Cancels Crucial Science Reviews at NIH, World’s Largest Public Funder of Biomedical Research.
[8] Trump administration freezes many health agency reports and posts.
Mario Ciampi– Istituto di Calcolo e Reti ad Alte Prestazioni – CNR
fonte: https://www.agendadigitale.eu/sanita/uscita-stati-uniti-oms-impatto-sanita-digitale/