Voglio innanzitutto ringraziare Happy Ageing per aver organizzato questa iniziativa e salutare, ringraziandoli per la partecipazione, tutti i presenti.
Un ringraziamento particolare a Michele Conversano e Marco Magheri per il loro costante impegno sulle tematiche tanto care alla popolazione anziana, ma non solo, e per la collaborazione che ci consente di sviluppare, insieme, importanti iniziative per il miglioramento della qualità della vita e delle condizioni di salute delle fasce più deboli della popolazione.
Qui abbiamo la presenza di delegazioni di nostri dirigenti e attivisti sindacali di gran parte dei territori e anche questa giornata di lavoro sarà presa a riferimento e sarà indubbiamente utile per la nostra azione sindacale quotidiana.
Vorrei iniziare con alcune riflessione di carattere generale prima di entrare nei temi specifici e nelle esperienze del nostro territorio.
Veniamo da una fase di costante e progressivo allungamento dell’aspettativa di vita delle persone. Ma, diversamente dai paesi del Nord Europa, in Italia l’aspettativa di vita in salute segnala un calo con accentuazioni pericolose negli ultimi anni.
Anche nell’aspettativa di vita, in senso lato, si stanno notando segnali di rallentamento che, senza gli opportuni interventi, potrebbero segnare l’interruzione di una fase positiva che abbiamo registrato nel lungo periodo. Non è un caso se questi segnali arrivano in concomitanza con la significativa riduzione delle risorse a disposizione del Sistema Sanitario Pubblico rispetto al fabbisogno, peraltro già concordato nella conferenza Stato Regioni.
Aver definito i nuovi LEA è stata una risposta positiva, peraltro attesa da tempo. Averlo fatto in contemporanea con un taglio di risorse è un vero e proprio attentato verso la sanità pubblica.
La nostra spesa sanitaria ormai sta scendendo sotto il 6,5% di PIL. L’OMS ci dice che sotto quella soglia il sistema inizia ha comportare rischi concreti per la salute dei cittadini.
Per questo come OO.SS siamo impegnati ad ogni livello per rivendicare una inversione di tendenza che non è più rinviabile.
La sanità pubblica è sotto attacco, occorre rilanciare il sistema Pubblico e Universalistico recuperando efficienza e qualità. Le inefficienze del sistema, anche in Toscana, basti pensare alle liste d’attesa nella specialistica e diagnostica spingono, di fatto, l’utenza verso il privato.
Occorre una visione di lungo periodo e non limitarsi alle convenienze di giornata. Oggi può essere accattivante una offerta di prestazione dal privato a costo di ticket ma, attenzione! Quando il sistema pubblico sarà ridimensionato, se non smantellato, sarà il “mercato” a stabilire il prezzo per quella prestazione e allora per chi non può pagare saranno dolori.
Su questo occorre prestare molta attenzione anche a ciò che avviene sul versante della sanità integrativa, il cosiddetto welfare contrattuale e/o aziendale.
Troppo spesso si tratta di prestazioni non integrative ma sostitutive della sanità pubblica. Sono messe in atto utilizzando anche risorse pubbliche attraverso la decontribuzione e defiscalizzazione concessa alle aziende. Sono destinate solo ad una parte ma utilizzando risorse di tutti.
In Toscana abbiamo un buon sistema Socio sanitario che negli anni ha tenuto ma, da qualche tempo, sta mostrando segnali di cedimento preoccupanti. Troppe cose decise da tempo e da noi condivise sono poi rimaste sulla carta. Si è realizzata la riorganizzazione ospedaliera, la riduzione dei posti letto, il passaggio al sistema per intensità di cure e quindi una riduzione drastica dei giorni di degenza, tutte cose positive ma che possono produrre risultati apprezzabili per la gente solo se accompagnate con la piena realizzazione dei servizi previsti per la sanità nel territorio.
Su questa parte abbiamo invece un deficit preoccupante. Delle 120 Case della salute previste ne sono state realizzate solo 60 e di queste alcune hanno serie difficoltà a decollare. Stessi problemi sulla sanità d’iniziativa, che noi consideriamo un vero e proprio caposaldo per la gestione e la cura delle cronicità, dove abbiamo una adesione dei MMG che non supera il 55% con una copertura del 60% di assistiti. La Regione ci ripete costantemente che non ha strumenti per obbligare i MMG ad operare nelle Case della Salute come ad aderire ai programmi di sanità d’iniziativa. E’ una situazione inaccettabile.
Riteniamo che occorra maggiore determinazione della regione ma anche un concreto e deciso intervento ministeriale e Statale. Il MMG è, (deve essere?) il primo e uno dei più importanti tasselli professionali del Sistema Sanitario Pubblico e non un libero professionista. Inoltre siamo in ritardo sulla realizzazione dei posti letto previsti per le cure intermedie, stessa cosa per gli appartamenti protetti per gli anziani fragili e per garantire la continuità assistenziale ospedale-territorio
Pochi giorni fa, come organizzazioni sindacali CGIL-CISL- UIL Confederazioni, Pensionati e Funzione Pubblica, abbiamo deciso di riprendere l’iniziativa, a partire dai territori con presidi e assemblee, a sostegno delle piattaforme presentate lo scorso anno alla Regione e che sono centrate sui temi della sanità territoriale e sui servizi da organizzare a livello di Zona Distretto, oltre che sull’abbattimento delle liste d’attesa.
Mentre, da una parte, rivendichiamo risposte dai rispettivi livelli istituzionali, dall’altra ci muoviamo unitariamente promuovendo iniziative rivolte alla popolazione anziana con l’obiettivo di promuovere l’invecchiamento attivo e, come spesso si dice, aggiungere vita agli anni.
Quindi la promozione di corretti stili di vita, la sana alimentazione, il contrasto ad ogni forma di dipendenza. Facciamo iniziative contro il gioco d’azzardo e su questo rivendichiamo una nuova e diversa politica nazionale e chiediamo agli Enti Locali di mettere in atto strategie per contrastare il dilagare delle sale giochi.
Il fenomeno sta assumendo dimensioni veramente preoccupanti e sopratutto nelle città c’è una crescita esponenziale della popolazione anziana coinvolta nel gioco d’azzardo e, nuovamente, i più esposti sono i cittadini più deboli, economicamente e socialmente.
In Toscana, in ogni Azienda Sanitaria, a livello di Zona Distretto, è attivo un buon servizio di contrasto e recupero delle persone affette da ludopatie. E’ una risposta che apprezziamo ma occorre una maggiore pressione, anche delle regioni, nei confronti del governo centrale per contrastare, con ogni mezzo, il fenomeno a partire dal divieto di ogni forma di pubblicità.
Tornando ai corretti stili di vita, qui in Toscana abbiamo L’attività Fisica Adattata (AFA) che si sta dimostrando di fondamentale importanza per migliorare la qualità della vita degli anziani. Si tratta di programmi di attività motoria nell’ambito della sanità d’iniziativa. E’ svolta presso palestre e piscine autorizzate su prescrizione del MMG ed i corsi, prevalentemente di due sedute settimanali sono tenuti da operatori diplomati. E’ l’esempio di una buona pratica per l’invecchiamento attivo e utile per contrastare la fragilità degli anziani. Come Sindacati Pensionati abbiamo sempre creduto in questa attività e abbiamo utilizzato tutti i nostri canali per pubblicizzarla. Siamo stati talmente parte attiva che abbiamo avuto più volte notizia di anziani che si presentavano con il nostro volantino di fronte ad un MMG che al contrario era piuttosto disinformato sul tema. Comunque a noi piace anche vedere il bicchiere mezzo pieno, quindi andiamo avanti.
Sono passati ormai 12 anni dall’avvio, l’attività è presente in 227 comuni e le persone che frequentano i corsi AFA in Toscana sono oltre trentamila. Ogni anno in ogni zona distretto viene organizzata l’AFA day una giornata dove i partecipanti ai corsi di quel territorio si ritrovano e si scambiano le esperienze. Mi è capitato di raccogliere testimonianze, anche toccanti, di persone in età avanzata che oltre al beneficio fisico ci hanno raccontato di un beneficio ancora più grande, quello di aver ritrovato anche una nuova voglia di vivere grazie alle nuove amicizie fatte frequentando la palestra.
Ultima questione ma non ultima per importanza la questione delle vaccinazioni specifiche per la popolazione anziana. Abbiamo una proposta da avanzare alla Regione Toscana, alla quale riconosciamo di aver fatto molto su questo versante. Purtroppo non tutti i MMG svolgono l’azione informativa che potrebbero e dovrebbero e molti anziani, spesso i più deboli non vengono correttamente informati sull’opportunità offerta dalla Sanità Pubblica e sull’utilità delle vaccinazioni per il mantenimento del loro stato di salute.
Per queste ragioni e richiamando il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-2019 presenteremo, nei prossimi giorni, alla Regione formale richiesta per passare ad una fase di “chiamata attiva” per le vaccinazioni dedicate alle persone anziane.
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* Segretario regionale SPI-CGIL – Intervento in rappresentanza di SPI, FNP e UILP (Sindacati dei Pensionati) della Toscana al Convegno promosso da Happy Ageing, Pisa 26 Aprile 2018.