A questa relazione pericolosa è dedicato il World No Tobacco Day 2018 che ricorre come di consueto il 31 maggio e ha l’obiettivo di informare cittadini, operatori e decisori sull’importanza del contrasto dell’abitudine al fumo per la tutela della salute e di proporre politiche sanitarie efficaci per la riduzione del consumo dei prodotti del tabacco.
Quest’anno gli sforzi dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sono concentrati nell’aumentare la consapevolezza che le malattie cardiovascolari (coronaropatia, ictus e arteriopatie periferiche), oggi tra le principali cause di mortalità e morbidità nel mondo, sono strettamente legate al tabagismo e che sono prevenibili con appropriati interventi a livello individuale e di salute pubblica sui quali al momento non c’è in gran parte della popolazione una sufficiente conoscenza e consapevolezza.
Più in dettaglio la campagna del World No Tobacco Day 2018 ha l’obiettivo di:
- sottolineare il legame tra consumo dei prodotti del tabacco e malattie cardiovascolari
- aumentare la consapevolezza nella popolazione dell’impatto sulla salute del cuore dell’abitudine al fumo e dell’esposizione al fumo passivo
- fornire possibilità alla popolazione e alle istituzioni per la promozione della salute vascolare proteggendo le persone dal consumo di prodotti del tabacco
- supportare i Paesi nell’intensificare l’implementazione delle misure Mpower della Tobacco Free Initiative (Tfi) dell’Oms.
La mappa dei danni cardiaci fumo-correlati
I dati dicono che le malattie cardiache sono la principale causa di mortalità nel mondo. In particolare al fumo, compreso il fumo passivo, è attribuibile il 12% di tutti i decessi per cause cardiache che ammontano a circa 7 milioni ogni anno. In altri termini, stando al fact sheet dell’Oms, è stato stimato che i prodotti del tabacco “uccidono oltre la metà dei loro consumatori”. È particolarmente preoccupante che quasi 900 mila di queste morti colpiscano non fumatori esposti al fumo passivo (second-hand smoke), per un terzo circa (dati 2004) in età infantile.
Inoltre il fumo è la seconda causa di morbidità cardiovascolare, dopo l’ipertensiona arteriosa. I fumatori nel mondo sono un miliardo e 100 milioni, e quasi l’80% di loro si concentra in Paesi a reddito basso e medio. Il decesso prematuro o una malattia in età giovanile/lavorativa di queste persone è fonte di danno per l’individuo e per le famiglie, di spese socio-sanitarie e contribuisce al rallentamento della crescita economica nazionale.
In aggiunta, in questi Paesi i bambini sono spesso impiegati come lavoratori nelle piantagioni e nell’industria del tabacco e sviluppano la malattia del tabacco verde (green tobacco sickness) una forma di avvelenamento per assorbimento transcutaneo della nicotina.
La mappa del contrasto al fumo
Solo in un Paese su tre (una quota che corrisponde al 39% soltanto della popolazione mondiale) sono stati messi a punto sistemi di sorveglianza di quella che l’Oms stessa definisce epidemia del tabacco. D’altra parte solo il 20% della popolazione mondiale è protetto da normative nazionali che limitino il consumo di prodotti del tabacco. Poco meno della metà (47%) vive nei 78 Paesi dove sono applicate le buone pratiche per la diffusione di immagini che, nei locali pubblici o sui pacchetti di sigarette, mettono in guardia dai rischi del consumo di tabacco e circa la stessa percentuale (44%) risiede nei 43 Paesi che hanno lanciato nell’ultimo biennio una campagna mediatica di forte impatto per il contrasto al fumo. Infine solo il 15% della popolazione mondiale vive nei 15 Paesi che hanno completamente abolito la pubblicità, la promozione e la sponsorizzazione dei prodotti del tabacco.
I fumatori avrebbero invece necessità di un maggiore supporto per essere sottratti all’esposizione al fumo e riuscire nei tentativi di cessazione. Gli studi disponibili mostrano che i rischi per il cuore legati al fumo sono poco noti, ma, quando adeguatamente spiegati e compresi, ci sono possibilità di modificare i comportamenti con ricadute favorevoli per la salute.
Cosa dicono i dati
Dati OssFad
Nell’ambito del XX Convegno nazionale “Tabagismo e Servizio sanitario nazionale – Tabacco e malattie cardiovascolari”, organizzato da Istituto superiore di sanità, Centro nazionale Dipendenze e doping (Ossfad), in collaborazione con ministero della Salute, Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri”, Società italiana di tabaccologia è stato presentata l’indagine annuale Doxa-Iss.
L’indagine Iss-Doxa, realizzata su un campione nazionale di oltre 3000 soggetti rappresentativo della popolazione italiana, mostra una situazione statica per quanto riguarda il numero dei fumatori che quest’anno sono 12,2 milioni, in leggero aumento rispetto al 2017 (11,7 milioni). É purtroppo alto in Italia il numero di minori che fumano. Uno su dieci è consumatore abituale, quasi la metà ha fumato, ha provato a fumare o fuma ogni tanto e tra quelli abituali più della metà fuma anche cannabis. I ragazzi tra i 14 e i 17 anni, infatti, accendono la prima sigaretta alle scuole secondarie di secondo grado e una piccola percentuale addirittura inizia a fumare alle scuole elementari (9-10 anni).
Il convegno è stato anche un momento di incontro e condivisione per promuovere interventi aderenti alla realtà nazionale alla luce anche dei bisogni e delle motivazioni degli utenti del Telefono verde contro il fumo (800554088), il servizio di counselling telefonico nazionale, anonimo e gratuito, offerto dall’Iss e attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 16.00, che nel 2017 ha gestito 15.000 contatti.
Dati Passi
La sorveglianza Passi (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia: la sorveglianza Passi) fornisce utili informazioni su fumo passivo, dal rispetto del divieto del fumo nei locali pubblici o nei luoghi di lavoro, alle case libere da fumo. La continuità di raccolta e 10 anni di osservazioni rendono possibile cogliere i cambiamenti nel tempo di questi indicatori, attraverso modelli matematici delle serie storiche ad esempio come a quasi 15 anni dall’entrata in vigore della legge Sirchia il rispetto del divieto di fumo nei locali pubblici e nei posti di lavoro non sia ancora pienamente garantito, come ci si aspetterebbe, e restano ancora significative differenze fra Nord e Sud a sfavore di quest’ultimo.
La legge antifumo a tutela della salute dei non fumatori ha evidentemente innescato una sensibilizzazione della popolazione al tema del fumo passivo anche nella sfera privata, dunque aumenta il numero di case “libere da fumo” dal Nord al Sud del Paese, anche fra i fumatori
Tuttavia non trascurabile l’esposizione di fumo passivo in ambito domestico, in presenza di minori: 18 intervistati su 100 dichiarano che nella propria abitazione è ammesso fumare e 12 su 100 fra chi vive in famiglie con minori di 15 anni.
I dati relativi al quadriennio 2014-2017, raccolti in una scheda sintetica evidenziano che in Italia la maggioranza degli adulti (18-69 anni) non fuma (56%) o ha smesso di fumare (18%). Una persona su quattro è fumatrice (26%), con una media di12 sigarette al giorno. Per quanto riguarda più direttamente il tema del No Tobacco Day 2018, la quota di fumatori tra le persone che hanno già un fattore di rischio cardiovascolare è elevata. Infatti fuma più di una persona su cinque con almeno una condizione di rischio tra: ipercolesterolemia, ipertensione, obesità, diagnosi di diabete o di patologia cerebro-cardiovascolare.