I dati Agenas sulla mobilità sanitaria interregionale nel nostro paese certificano la crescita della privatizzazione della salute e delle diseguaglianze tra persone e territori. Chiaro indicatore delle politiche del Governo Meloni: cure per chi può pagare e può permettersi di spostarsi, mentre lavoratori e pensionati sono sempre più poveri e 4,5 milioni di persone rinunciano a curarsi”.
“Mobilità sanitaria interregionale mai così alta, i cui costi sfiorano i 3 miliardi, spesa a livelli record e in continua crescita. Un flusso migratorio per ricoveri ospedalieri diretto prevalentemente da Sud verso Nord, dove le strutture maggiormente attrattive sono quelle private accreditate. Questo il quadro che emerge”.
“Mentre la propaganda governativa continua, la verità dei numeri è quella di continui tagli e ulteriore arretramento dell’investimento nel Servizio Sanitario Nazionale. Già quest’anno, la spesa per il SSN è scesa al 6,1% del Pil: il valore più basso degli ultimi decenni, con la prospettiva di scendere al 6,0% nel 2025 fino a precipitare al 5,6% nel 2030, ovvero un punto in meno di Pil rispetto a quando si è insediato il Governo Meloni, equivalente a oltre 20 miliardi di euro in meno all’anno”.
“L’autonomia differenziata, se non fermata, è destinata a dare il colpo mortale alla sanità pubblica, mettendo inesorabilmente in discussione i principi fondamentali di universalismo, uguaglianza ed equità del SSN, che già oggi non vengono garantiti a tutti a causa dei forti divari territoriali. Senza adeguati finanziamenti e politiche volte al rafforzamento del SSN, in termini di personale, strutture e servizi è sempre più concreto il rischio che salute e sanità tornino ad essere privilegio per pochi, cosa che in certe situazioni inizia già a essere realtà”.