“La pace non è assenza di guerra:
è una virtù, uno stato d’animo, una disposizione
alla benevolenza, alla fiducia, alla giustizia”
Baruch Spinoza (Trattato teologico-politico, 1670)
Parlare e scrivere di guerra, ma soprattutto di pace, in questo periodo storico è impresa ardua, pur se necessaria. Da più parti si levano infatti voci autorevoli, provenienti da istituzioni nazionali e internazionali e dal mondo dell’associazionismo e dei professionisti sanitari (un esempio: Gaza Healthcare Letters), che evidenziano le conseguenze – dirette e indirette, a breve-medio-lungo termine – dei violenti conflitti attualmente in atto in varie regioni del mondo. Alcuni con maggiore visibilità sui media, altri con minore eco forse anche a causa della distanza geografica-culturale (vedi le guerre e guerriglie che da anni si svolgono in diversi Paesi africani).
Come Centro di Documentazione per la Promozione della Salute ci siamo chiesti come poter contribuire al dibattito in atto, come poter essere utili alla comunità professionale, come schierarci dicendo no alla violenza della guerra.
Perché la violenza, il sopruso, la prevaricazione, l’odio sono presenti anche nel nostro quotidiano: bullismo, cyber-bullismo, sexting, violenza di genere e contro le persone LGBT+, violenza contro gli operatori sanitari sono solo alcuni esempi.. Cosa sta succedendo nelle nostre vite? Nella nostra società? Cosa possiamo fare?
Oggi, 25 novembre, ricorre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Nella stessa data DoRS, con la newsletter e il sito, vuole evidenziare questa urgenza con due articoli che ci interrogano:
- che posizione prendiamo, come promotori della salute, contro ogni tipo di violenza?
La Carta di Ottawa, approvata nel corso della prima Conferenza Internazionale per la Promozione della Salute nel 1986 già affermava che ”Le condizioni e le risorse fondamentali per la salute sono la pace, l’abitazione, l’istruzione, il cibo, un reddito, un ecosistema stabile, le risorse sostenibili, la giustizia sociale e l’equità.“
La salute fisica, psicologica, sociale è strettamente legata a pre-requisiti vitali, di cui la pace e la non violenza sono un pilastro fondamentale. La Promozione della Salute si fa accompagnando e sostenendo le persone, le reti sociali e le comunità locali in un percorso di sviluppo di competenze psico-sociali empowering (dette anche socio-affettive/emotive, life skill nel Glossario OMS, 2021 Link https://www.dors.it/2024/09/edizione-2021-del-glossario-oms-della-promozione-della-salute-aggiornamento-con-nuovi-termini/) per raggiungere una condizione di ben-essere in relazione col contesto comunità/ambiente. Questa diventa una missione impossibile da perseguire in una situazione di guerra che sovverte qualsiasi regola civile, nega i bisogni e cancella i diritti umani e sociali, aumenta il livello di malessere-sofferenza-dolore fisico e mentale, svuota di senso l’esistenza, costringe a una quotidianità di incertezza e ingiustizie, blocca aspirazioni e desideri.
- Per continuare con il nostro parallelismo, la violenza “vicina”, nel nostro quotidiano, quali aspirazioni, desideri, diritti umani blocca?
Anche giustizia sociale ed equità vengono meno all’interno di una situazione di guerra. Tra le conseguenze indirette delle guerre vi è infatti l’aumento delle disuguaglianze, correlato a vari eventi quali il peggioramento delle condizioni igienico-sanitarie e concomitanti epidemie, la mancanza di cibo/acqua e risorse energetiche, l’impossibilità di accedere a servizi e cure ospedaliere, la perdita dell’alloggio e del posto di lavoro, l’isolamento fisico dovuto alla distruzione delle vie di comunicazione, la solitudine conseguente alla perdita luttuosa della cerchia familiare e amicale… soprattutto nei Paesi già maggiormente fragili economicamente e socialmente, ancora provati dalla pandemia di Covid-19. Senza dimenticare l’impatto secondario su chi legge e ascolta le notizie che, pur vivendo in zone non coinvolte dalla guerra, è sottoposto a uno stato di continua tensione, ansia e paura, col rischio di una tacita “normalizzazione” della violenza e del conflitto come modalità lecite o uniche di risoluzione dei problemi.
- Non corriamo lo stesso rischio di “normalizzazione” con la violenza nelle nostre comunità e nella nostra società?
Altro documento di riferimento per la nostra riflessione è l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell’ONU, che mira a garantire un futuro migliore alla Terra e ai suoi abitanti. Tra i suoi valori chiave nomina la Pace, collegata all’Obiettivo 16 “Promuovere società pacifiche, giuste e inclusive”, con due specifiche: “Persone: Eliminare fame e povertà in tutte le forme, garantire dignità e uguaglianza e “Prosperità: Garantire vite prospere e piene, in armonia con la natura”.
Vivere e sopravvivere in una situazione di enorme stress, quale la guerra, mette a dura prova la propria resilienza (parola ahimè ormai di moda e abusata, tanto da essere diventata un concetto inafferrabile, quasi astratto), un fattore di cambiamento prezioso per la Promozione della Salute: ma come fronteggiare l’orrore quotidiano di morte e distruzione, ri-organizzare la propria vita e ri-adattarsi in mezzo a una guerra? Come ritrovare il proprio equilibrio psico-fisico e addirittura riuscire a “prosperare”?
“Le guerre sono qualcosa di simile ai buchi neri del cosmo, attirano, assorbono e inghiottono chi gli sta intorno. Che siano tradizionali o tecnologiche, asimmetriche o a bassa intensità, fanno sbiadire nell’egemonia della violenza ogni pratica ostinata di umanità, di solidarietà, di pace. La guerra, lo abbiamo potuto testimoniare anche durante la pandemia, offre un immaginario che sembra quasi un destino, una koiné già consolidata di parole, strategie, schieramenti, è oggettivamente difficile soppiantarla con parole nuove e altrettanto efficaci.” Queste parole di riflessione e sollecitazione sono di Nicoletta Dentico nella prefazione del saggio Guerra o Salute, dalle evidenze scientifiche alla Promozione della Salute di Pirous Fateh-Moghadam, appena edito da Il Pensiero Scientifico. E siamo in sintonia con lei nel passaggio successivo “La società della cura, che le sventure del tempo presente rendono sempre più necessaria, ha il suo snodo essenziale intorno ai temi della salute: salute dei corpi, delle comunità, degli ecosistemi. I valori fondamentali della salute, della solidarietà e della cooperazione al servizio del futuro“per contribuire a vaccinare le società europee contro il bacillo bellico” – scriveva Alex Langer di fronte allo scoppio della guerra nel Golfo – permettono di riattivare le sinapsi del bene comune e i neuroni della prevenzione della guerra e delle malattie, in una nuova comunanza dei destini di umanità e ambiente.”
La società della cura la costruiamo ogni giorno, insieme, come cittadini che si impegnano per una pace possibile contro la violenza e gli interessi della guerra (leggendo, sottoscrivendo, partecipando a manifestazioni, sostenendo economicamente…). Come promotori della salute, quindi come professionisti, co-creando condizioni relazionali, organizzative e sociali che sostengano i diritti umani e le competenze socio-emotive che alimentino fiducia, speranza, desideri in una costruenda società del ben-essere più equa.
- È più di una speranza che la teoria dell’effetto farfalla della Promozione della Salute non sia solo una teoria?
L’Effetto farfalla, derivato dalla fisica e dalla teoria del caos, rappresenta l’idea per cui piccoli atti possono portare grandi cambiamenti. I piccoli atti della Promozione della Salute sono relazionali, co-creativi e salutogenici (Glossario OMS, 2021).
Alcune fonti informative per approfondimenti
Gruppo AIE Pace ( link https://www.epidemiologia.it/gruppi/aie-pace ), coordinatore Pirous Fateh-Moghadam
Sezione sulla Salute Globale – La salute “senza confini” in un mondo globalizzato e interdipendente (link https://www.saluteinternazionale.info/category/salute-globale/) di Salute Internazionale che pubblica spesso anche articoli legati agli effetti delle guerre
Pace e Guerra Archivi – Centro Studi Sereno Regis
Radici gandhiane per uno sguardo sistemico e integrato alla salute – Centro Studi Sereno Regis di Elena Camino
Impatto della guerra sulla salute umana e ruolo delle professioni sanitarie – ACP di Angelo Stefanini
Too few epidemiologists in humanitarian crises: a critical gap that needs addressing. A new course organised by the Italian Association of Epidemiology | Epidemiologia&Prevenzione (anche in italiano) di Sandro Colombo, Lorenzo Richiardi, Cristina Canova
Gli animali non fanno la guerra – Dors di Luisa Mondo e Valeria Confalonieri
fonte: https://www.dors.it/2024/11/guerra-e-violenza-leffetto-farfalla-della-promozione-della-salute/