Commuoversi per un discorso politico (sul NHS). di Dagmar Rinnenburger

Di fronte al collasso del National Health Service il nuovo premier britannico Keir Starmer ha fatto un discorso dal tono simile a quello tenuto da Winston Churchill in parlamento all’inizio della seconda guerra mondiale davanti alla minaccia nazista: “Noi non ci arrenderemo mai”. Che riferito alla sanità inglese significa: “Noi non rinunceremo mai a un servizio sanitario nazionale pubblico e universalistico”.


Mi sono commossa per un discorso politico. Mi capita raramente, se non in qualche film storico. Ecco un mio elenco del tutto personale: il discorso di Gandhi sulla pace nel 1947; il discorso di Martin Luther King: I have a dream; il discorso di Kennedy a Berlino. Più recentemente Barack Obama: Yes we can; Angela Merkel – non nota per discorsi passionali . che di fronte all’arrivo di milioni di rifugiati dalla Siria in Germania dice ai tedeschi increduli :”Wir schaffen das“, Ce la faremo. E il più bello di tutti, pure in versi. con un ritmo che fa volare in alto, quello di Churchill, ripreso da Paolo Rumiz nel libro “Verranno di notte”. Afferma Rumiz:” Ci sono momenti in cui ho bisogno del vecchio Winston Churchill, di quel “We shall never surrender “ del 1940 in parlamento, dichiarato sul muso dei nazi padroni d’Europa con una sapienza ritmica più forte delle Panzerdivisionen”.

Mi rendo conto che mettere l’attuale premier britannico, Keir Starmer, accanto a Churchill è zoppicante. Ma vale per l’implicito auspicio: per la sanità pubblica vorrei un discorso forte tipo Churchill, non contro le Panzerdivisionen ma contro l’indifferenza con la quale si vedono diminuire sempre di più i servizi pubblici. facendo spazio alla privatizzazione. Le grandi assicurazioni erano felici quando l’Inghilterra  uscì dall’Unione Europea. In Italia è diventato quasi normale pagarsi tanti accertamenti di tasca propria. A Roma sorgono cliniche private con il personale in uniforme da Grand Hotel, i pavimenti lucidissimi, ormai pure dotati di Pronto Soccorso, per chi se lo può permettere o è in possesso di una polizza assicurativa, come ne sono dotati i dipendenti di grandi aziende e anche i parlamentari italiani.

Ci vuole passione e lucidità per difendere un bene e un diritto come la sanità pubblica. È difficile riformare un servizio sanitario nazionale se al suo compleanno viene trattato da “santo napoletano”, come  diceva l’Economist un anno fa, quando si celebrava il 75 esimo compleanno del NHS. Ci tengono davvero tanto gli inglesi al National Health Service, che è così personale per tutti noi, dalla culla alla tomba, afferma il Premier.

Il 13 settembre scorso il premier britannico Keir Starmer – che, a capo dei laburisti, nelle elezioni del luglio scorso ha sconfitto i conservatori, al potere dal 2010  – ha tenuto un discorso al King’s Fund, un think tank che promuove il miglioramento della cura e della salute in Inghilterra, nato nel 1897 dall’allora Prince of Wales, poi re Edward VII, per raccogliere fondi per i “voluntary Hospitals”, che non erano né pubblici e né privati, orientati verso il guadagno, ma finanziati da volontari. Il suo discorso parte da un’analisi, commissionata a Lord Ara Darzi, ordinario di chirurgia  e direttore dell’Istituto of “Global Health Innovation”  all’Imperial College. Contiene 162 pagine (1) più 331 (2) pagine di statistiche e grafiche. Per chi vuole il riassunto è disponibile la lettera di Lord Darzi (3).

Il report analizza lo stato globale della salute della nazione. L’aspettativa di vita, che aumentava fino al 2010 poi si riduceva con il Covid, si sta riprendendo ora lentamente. Non tutto è dovuto al non funzionamento del NHS, ma anche alla peggiorata qualità delle abitazioni, agli stipendi bassi, all’occupazione precaria, all’impoverimento e all’invecchiamento. Ci sono sempre più condizioni croniche multiple, anche tra i bambini, con un notevole aumento delle malattie mentali. I bambini sono meno vaccinati. Gli adulti seguono meno i programmi di prevenzione per il cancro. Le liste d’attesa sono aumentate. Gli intoppi nei servizi di emergenza portano a un aumento di 14.000 decessi all’anno: così afferma il Royal College of Emergency Medicine. Ci sono più tumori e l’attesa dalla diagnosi al primo trattamento è troppo lunga. Una volta dentro il sistema, il paziente riceve delle cure eccellenti: ma entrarvi non è facile. La spesa è troppo sbilanciata verso l’ospedale. Il 13% dei ricoverati non dovrebbe più stare lì, ma aspetta un posto in comunità dove il servizio è insufficiente. I ritardi fanno sì che troppe persone ancora in grado di lavorare non possono rientrare al lavoro, costituendo così un costo alto per la società. La pandemia ha colpito un servizio sanitario già al minimo di medici, infermieri e posti letto, contribuendo a una mortalità aumentata. Il NHS paga per gli errori nell’assistenza 1,7 % del suo budget, 2 miliardi di sterline. Il personale è esaurito e ha un livello alto di malattia. La riforma del 2012 “Health and Social Care Act” è stata una catastrofe e la Care Quality Commission non è in grado di migliorare il Servizio.

Questo in estrema sintesi lo stato del National Health Service in Inghilterra: un’analisi spietataBasandosi su di essa, come è riuscito Keir Starmer a fare un discorso commovente? Prima di tutto usando un tono non di comizio, ma di persona convinta di quello che dice e promuove. All’inizio afferma che erano increduli e sotto choc per quanto scoperto, pure Lord Darzi. e che questo è imperdonabile. Ci racconta che nei Pronto Soccorso il 10% aspetta più di 12 ore e che 100.000 bambini più di 6 ore. Questo non è solo fonte di ansia e paura, ma porta a migliaia di morti evitabili. Questo fatto lo chiama devastante, straziante ed esasperante. Per l’assistenza psichiatrica 345.000 persone aspettano più di un anno. Il peggioramento della salute riguarda anche i bambini. In una notte ci sono 12.000 persone in ospedale perché non hanno trovato le cure di continuità nella comunità. Potrebbero riempire 28 ospedali. I clinici cercano posti invece di curare altri pazienti. Il sistema deve essere riformato o morire. Lui invoca: Challenge, Change and Hope , Sfida, cambiamento e speranza per rifare il NHS “fit for the future” . Racconta storie di malati per sottolineare la necessità del cambiamento disegnato dal suo piano di 10 anni. Termina il discorso con tre punti chiave della riforma.

  • Il servizio deve cambiare dal sistema tuttora analogico a quello digitale. Il paziente è in possesso dei suoi dati, che sono accessibili a tutti gli operatori del NHS.
  • I finanziamenti devono cambiare, spostandosi dall’ospedale verso i servizi della comunità, così che il flusso dei malati non viene interrotto e il lavoro diventa più efficiente. Questo è stato promesso anche dai governi precedenti, ma è successo il contrario. L’accesso al medico di medicina generale deve migliorare; invoca il ritorno del medico di famiglia
  • Il focus deve cambiare dalla malattia alla prevenzione, con una particolare attenzione per le malattie mentali dei bambini.

Conclude affermando che il governo è decisamente impegnato verso questa missione.

Non mancano voci critiche, come quella pubblicata nel Lancet del 21.9.24, secondo la quale la brutta verità del SSN non si trova nel report potente di Lord Darzi ma nell’ Annex di 300 pagine: una nazione più fragile e malata di altri, con livelli più alti di morti evitabili. Un bambino su tre vive in povertà, con aumento dell’obesità e delle malattie mentali. I dati non sono nuovi. The London School of Economics-Lancet Commission diceva la stessa cosa già nel 2021. L’articolo si chiede: e adesso? Come si fa a realizzare il cambiamento dei punti principali individuati da Lord Darzi? Questa è la grande sfida politica.

È necessario anche tener presente  la situazione  che Sandro Spinsanti descrive in un articolo sul Corriere della Sera del 29 settembre: “Combattere anche il dolore burocratico”. Con questa espressione individua la situazione di marginalità che colpisce molti pazienti  che non riescono ad accedere ai servizi socio-sanitari dei quali avrebbero bisogno e che spetterebbero loro di diritto. Le persone anziane non digitalizzate che non riescono a gestire lo SPID, come faranno? La riforma terrà presente questa e simili condizioni di esclusione dalla rete dei servizi? Farà tesoro del sapere sulla cura delle cronicità, sul diventare proattivi in medicina generale e non –  come proposto – misurando la pressione arteriosa dal dentista e dall’oculista?

Lord Darzi alla fine della sua lettera afferma che non è in questione il servizio sanitario pagato dalle tasse dei cittadini, gratuito e basato sulla necessità e non sulla disponibilità economica. Dice che gli altri sistemi basati sulle assicurazioni sono pure più costosi. Perciò non è che non ce lo possiamo permettere, ma non ci possiamo permettere di non avere un servizio sanitario pubblico. Senza un’analisi dello status quo non può aver inizio una riforma; senza una visione di un futuro nuovo non ci sarà mai un rinnovamento profondo. L’analisi in Inghilterra è stata fatta e già questo è ammirevole.

Torno a Churchill: “We shall never surrender. and … if all do their duty …we shall prove ourselves once more able to defend our Island home. We shall fight on the beaches, we shall fight on the landing grounds, we shall fight in the fields and in the streets, we shall fight in the hills” (Non ci arrenderemo mai. e… se tutti faranno il loro dovere… dimostreremo ancora una volta di essere in grado di difendere la nostra isola natale. Combatteremo sulle spiagge, combatteremo sulle piste di atterraggio, combatteremo nei campi e nelle strade, combatteremo sulle colline). Tradotto nel servizio sanitario:

non ci arrenderemo mai di averlo, il servizio sanitario nazionale; se tutti fanno il loro dovere e la loro parte: combattiamo nei pronto soccorso, negli ospedali, negli studi dei medici di medicina generale, nelle case della salute e delle comunità, nelle abitazioni delle persone, li difendiamo, ci opponiamo alla loro chiusura. Non ci dobbiamo arrendere.

Churchill aveva un piano ben preciso, aiutato da personaggi geniali come Alan Turing. Riuscirà il governo inglese a mettere in atto la riforma? Non possiamo non specchiarci nelle difficoltà inglesi. L’affollamento assurdo dei Pronto Soccorso, le liste d’attesa per la specialistica che spingono sempre di più nel privato (inutile chiamarlo privato sociale, CUP solidale o intramoenia), la conflittualità con il personale, la violenza crescente, il personale mancante  e quello che resta stanco ed  esaurito, con un alto tasso di malattia, ci appartiene.

È ora di fare il punto anche nel nostro SSN. L’analisi di Lord Darzi, il discorso di Starmer sono preziosi anche per noi: abbiamo bisogno di politici con una visione di giustizia sociale a lungo termine, che magari commissionano un lavoro come quello di Lord Darzi, si servono dei migliori consulenti  e ce lo comunicano in modo credibile: sfida , cambiamento e speranza.

Dagmar Rinnenburger, pneumologa e allergologa

Riferimenti

  1. https://assets.publishing.service.gov.uk/media/66f42ae630536cb92748271f/Lord-Darzi-Independent-Investigation-of-the-National-Health-Service-in-England-Updated-25-September.pdf
  2. https://assets.publishing.service.gov.uk/media/66e1b517dd4e6b59f0cb2553/Independent-Investigation-of-the-National-Health-Service-in-England-Technical-Annex.pdf
  3. gov.uk/government/publications/independent-investigation-of-the-nhs-in-england/summary-letter-from-lord-darzi-to-the-secretary-of-state-for-health-and-social-care
  4. lancet.com Vol 404 September 21, 2024

fonte: https://www.saluteinternazionale.info/2024/10/commuoversi-per-un-discorso-politico/

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