Solidarietà e resilienza: l’insegnamento delle pandemie. di Francesco Branda

L’epidemia di mpox in Africa e la pandemia di Covid-19 hanno messo in luce le disuguaglianze nei sistemi sanitari globali e la vulnerabilità delle popolazioni emarginate. Sebbene diverse per natura, entrambe le crisi dimostrano l’importanza di risposte comunitarie, di una distribuzione equa delle risorse e di investimenti a lungo termine nei sistemi sanitari. 


La recente crisi del mpox in Africa e la pandemia di Covid-19 rappresentano due momenti critici per la salute globale, che mettono in evidenza la vulnerabilità delle popolazioni emarginate e le profonde disuguaglianze nei sistemi sanitari. Sebbene queste crisi differiscano per natura, entrambe sottolineano la necessità di risposte guidate dalle comunità, di una distribuzione equa delle risorse e di investimenti a lungo termine nei sistemi sanitari per proteggere la salute globale.

Il 14 agosto 2024, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha dichiarato una nuova emergenza sanitaria globale a causa dell’aumento allarmante dei casi di mpox in diverse regioni dell’Africa. Questo evento, che potrebbe sembrare solo l’ultimo di una lunga serie di crisi sanitarie, ci spinge a riflettere su cosa significhi vivere in un mondo in cui le emergenze sanitarie non sono più l’eccezione, ma quasi la regola. Oltre i dati e le discussioni tecniche, c’è una dimensione umana che spesso sfugge alla nostra attenzione. La diffusione del mpox non è semplicemente una questione di contagio, ma si inserisce in un contesto già indebolito da carenze strutturali, con infrastrutture sanitarie gravemente messe alla prova da anni di sfide croniche, come la mancanza di risorse, la scarsità di personale medico e condizioni socio-economiche precarie.

Il mpox è stato a lungo considerato un problema marginale, confinato a focolai sporadici nelle aree remote dell’Africa occidentale e centrale. Tuttavia, con l’aumento recente dei casi, è evidente che non possiamo più considerare questa malattia un fenomeno distante e irrilevante. Con i suoi sintomi debilitanti come febbre, mal di testa, dolori muscolari, linfonodi ingrossati e lesioni cutanee, mpox ha conseguenze ancora più gravi per comunità già indebolite da crisi economiche, disuguaglianze sociali e passate emergenze sanitarie.

L’esperienza della pandemia di Covid-19 ha mostrato che la risposta alle crisi sanitarie globali dipende molto dalla mobilitazione delle comunità locali. Durante la pandemia, abbiamo assistito a innumerevoli esempi di solidarietà comunitaria: dai vicini che si prendevano cura degli anziani isolati, ai volontari che distribuivano mascherine e beni di prima necessità, fino alle organizzazioni locali che offrivano supporto psicologico e assistenza pratica. Queste azioni hanno dimostrato che la resilienza di una società di fronte a una crisi sanitaria dipende in gran parte dalla forza e coesione delle sue comunità. Ora, di fronte alla sfida del mpox, queste lezioni sono più preziose che mai. Le comunità, con la loro conoscenza locale e la capacità di raggiungere i gruppi più vulnerabili, sono in una posizione unica per contribuire efficacemente alla risposta sanitaria.

Tuttavia, la resilienza delle comunità non dovrebbe diventare un alibi per giustificare la mancanza di una risposta internazionale adeguata. Le stesse comunità che oggi stanno affrontando il mpox sono quelle che hanno già pagato un prezzo altissimo durante la pandemia di Covid-19. È come se la storia si ripetesse con nuovi protagonisti, ma con gli stessi copioni tragici. I problemi nell’accesso ai servizi sanitari, la carenza di vaccini e trattamenti, e la mancanza di informazioni adeguate sono questioni tristemente familiari. La celebrazione della resilienza, infatti, nasconde un lato oscuro: se da un lato rappresenta la capacità di resistere alle avversità, dall’altro può distrarre dall’urgenza di intervenire sulle cause strutturali che rendono queste crisi così devastanti.

Uno dei fattori chiave che ha portato alla recrudescenza di malattie prevenibili con vaccino, come il mpox in Africa, è l’ineguale distribuzione e l’accesso limitato alle risorse essenziali. Durante la pandemia di Covid-19, le disuguaglianze globali nella distribuzione delle risorse sanitarie sono emerse in tutta la loro drammaticità. Nei paesi ad alto reddito, l’accesso a vaccini, terapie avanzate e strutture sanitarie all’avanguardia è stato relativamente rapido e diffuso. Al contrario, molte nazioni a basso e medio reddito hanno lottato per ottenere anche le risorse di base per affrontare le crisi. L’Africa, in particolare, ha sofferto di una grave carenza di vaccini nella fase iniziale della pandemia, e ora deve affrontare sfide simili con il mpox.

Questa disuguaglianza non è solo un problema etico, ma rappresenta una minaccia concreta alla salute pubblica globale. Le crisi sanitarie si protraggono e nuove varianti emergono in aree dove il controllo delle malattie è meno efficace. Le esperienze passate, dalle epidemie di Ebola, alla pandemia di COVID-19 e all’attuale epidemia di mpox, ci offrono preziose lezioni che non possiamo permetterci di dimenticare. In primo luogo, queste crisi hanno evidenziato l’importanza cruciale dell’intervento rapido: l’identificazione tempestiva e l’isolamento dei casi, insieme a una comunicazione trasparente e rapida, possono rallentare significativamente la diffusione di un patogeno. Secondo, l’importanza di un’infrastruttura sanitaria solida è emersa come un elemento chiave. I paesi con sistemi sanitari robusti e ben finanziati hanno generalmente affrontato meglio le crisi.

La risposta internazionale ha dimostrato che la collaborazione globale è essenziale. Durante la pandemia di COVID-19, la condivisione di dati, risorse e competenze tra i paesi ha accelerato lo sviluppo di vaccini e terapie. Tuttavia, con la crisi del mpox, sembra che stiamo ripetendo gli stessi errori: una risposta tardiva, la sottovalutazione del rischio e la mancanza di attenzione alle popolazioni più vulnerabili. Le crisi sanitarie non emergono come per magia, ma sono il prodotto di contesti complessi in cui salute pubblica, economia, politica e società si intrecciano.

Covid-19 ha segnato un punto di svolta nella storia della salute pubblica globale, ma il mpox ci pone davanti a un’altra sfida cruciale. Se vogliamo evitare che le emergenze sanitarie diventino la norma, dobbiamo agire ora, con decisione e una visione a lungo termine. Le crisi sanitarie a cui abbiamo assistito non sono solo sfide, ma anche opportunità per un cambiamento significativo. È tempo di una chiamata all’azione decisiva e globale. Questo appello deve risuonare a tutti i livelli della società: dalle istituzioni internazionali ai governi nazionali, dalle organizzazioni non governative ai singoli cittadini.

fonte: https://www.scienzainrete.it/articolo/solidariet%C3%A0-e-resilienza-linsegnamento-delle-pandemie/francesco-branda/2024-10-25


Francesco Branda – Nato in Calabria, a Belvedere Marittimo (CS) nel 1994, è laureato in Ingegneria informatica all’Università della Calabria, dove ha conseguito anche un dottorato in Ict. È Research fellow e Adjunct professor presso l’Unità di Statistica Medica ed Epidemiologia Molecolare del Campus Bio-Medico di Roma, dove è docente di diversi corsi di statistica medica e analisi dei dati. Dall’AI applicata alla medicina predittiva, all’epidemiologia computazionale, i suoi interessi abbinano tech e salute e sono al centro di numerosi lavori scientifici pubblicati su riviste internazionali. Per il suo contributo alla ricerca è stato chiamato a far parte dell’editorial board di alcune delle più prestigiose riviste del settore (da Plos One a Scientific Reports). Ha fondato EpiConnect Intelligence Platform, che promuove una cultura di collaborazione secondo un’ottica One Health, mirando a creare uno spazio inclusivo per favorire la trasparenza nel settore della salute pubblica. È stato riconosciuto tra i giovani che stanno cambiando l’Italia, ricevendo il premio “Fortune Italia 40 Under 40 2024”, oltre a essere insignito del “Magna Graecia Awards 2024” come Eccellenza del Sud. Per ulteriori dettagli, è possibile visitare il sito: https://francescobranda.netlify.app.

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