QUALITÀ DELL’ARIA IN EUROPA: la Direttiva UE 2024

A ottobre 2024 è stata approvato dal Parlamento europeo dopo un lungo processo di revisione durato 2 anni il testo finale della nuova Direttiva sulla qualità dell’aria che andrà a sostituire la precedente Direttiva 2008/50/CE.

Una volta pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Ue, gli Stati membri avranno 2 anni di tempo per il suo recepimento ed entrerà in vigore il 1 gennaio 2030. La nuova Direttiva con gli standard di qualità dell’aria vincolanti (come i valori limiti e i valori obiettivo) rappresenta un importante passo nella direzione di allineare i risultati della ricerca scientifica relativi agli effetti sulla salute dovuti all’esposizione agli inquinanti atmosferici, contribuendo a proteggere la salute della popolazione. Infatti, è oramai conclamato che l’inquinamento atmosferico, indoor e outdoor, è il principale fattore di rischio ambientale per la salute responsabile di numerosi effetti sanitari sia cancerogeni sia non cancerogeni.

Nel 2021 l’OMS ha pubblicato le “WHO global air quality guidelines: particulate matter (‎PM2.5 and PM10)‎, ozone, nitrogen dioxide, sulfur dioxide and carbon monoxide” (AQG) aggiornate sulla base dei numerosi lavori scientifici che hanno approfondito le relazioni tra esposizione della popolazione all’inquinamento atmosferico indoor e outdoor, con attenzione ai macroinquinanti maggiormente presenti nell’aria, ed effetti sulla salute. I valori guida indicati dall’OMS nel 2021, che si raccomandano sia per la qualità dell’aria indoor che outdoor, hanno identificato livelli di concentrazione per la tutela della salute più bassi rispetto a quelli delle precedenti AQG pubblicate nel 2005, discostandosi in modo significativo dai valori previsti dalla legislazione europea e italiana. Questo aspetto è presente nella premessa della nuova Direttiva europea dove si evidenzia che «Gli orientamenti aggiornati dell’OMS sulla qualità dell’aria mettono in risalto nuovi elementi di prova riguardanti gli effetti dell’esposizione a bassi livelli di inquinamento atmosferico e formulano livelli guida in materia di qualità dell’aria per il particolato (PM10 e PM2,5) e il biossido di azoto rispetto agli orientamenti precedenti». Nella nuova Direttiva UE, infatti, si introducono ulteriori indicatori a tutela della salute prima non previsti quali il limite giornaliero sia per il PM2,5 che per l’NO2, integrando il riferimento al rispetto del solo limite annuale.

Queste indicazioni dovranno stimolare l’identificazione e l’adozione di azioni strutturali, sinergiche, integrate e coerenti (come ad esempio i piani di mobilità, migliori tecniche disponibili, efficientamento energetico, ristrutturazione degli edifici) in diversi settori, da quello agricolo a quello industriale e civile, e a tutti i livelli (regionale, nazionale ed europeo). Ciò al fine di raggiungere, nei prossimi anni, l’allineamento con le linee guida OMS 2021. La rilevanza di questi interventi è ancor più pressante se si considera l’impatto dell’inquinamento atmosferico sulle emergenze determinate dai cambiamenti climatici.

È bene ricordare che la Direttiva attualmente vigente (2008/50-DLgs 155/2010) con le sue misure ha avuto un peso rilevante nel percorso costante e continuo di riduzione dell’inquinamento atmosferico avvenuto in questi ultimi decenni e ci si attendono, sulla base dell’analisi di impatto che accompagna questa nuova Direttiva, «ulteriori benefici socioeconomici netti derivanti da un’ulteriore riduzione dell’inquinamento atmosferico della nuova Direttiva, mentre i benefici sanitari e ambientali previsti in termini monetari superano notevolmente i costi di attuazione previsti».

I livelli di concentrazione contenuti nell’allegato I “Standard di qualità dell’aria” della Direttiva appena approvata non sono ancora completamente allineati ai recenti valori guida OMS, ma rappresentano un importante passo di avvicinamento per raggiungere un elevato livello di protezione della salute umana, con il primo step da raggiungere il 1 gennaio 2030 e da completare nel 2050.

In questo percorso di adeguamento alla nuova Direttiva è particolarmente importante seguire un’impostazione comune che preveda l’adozione degli stessi standard di qualità dell’aria anche per gli ambienti indoor (come uffici, scuole, banche, poste, centri commerciali, stazioni metro, ecc), in virtù del lungo tempo che la popolazione trascorre in ambienti chiusi. È opportuno ricordare che l’OMS ha sempre considerato insieme l’aria indoor e outdoor, e a entrambi si riferiscono le raccomandazioni AQG. La loro applicazione contribuisce alla riduzione dell’esposizione all’inquinamento atmosferico indoor e outdoor e contribuisce a superare le condizioni di diseguaglianze di salute. Questo approccio consentirebbe al nostro Paese di superare e colmare il ritardo legislativo sulla qualità dell’aria indoor con protocolli e procedure presenti nei rapporti del Gruppo di Studio Inquinamento Indoor dell’ISS.

In questi anni che ci separano dal 2030, sarà necessario avviare un percorso di riduzione dei livelli ambientali indoor e outdoor di concentrazione di alcuni inquinanti lavorando sui fattori di rischio (mobilità, biomasse, prestazioni energetiche degli edifici) che in Italia, soprattutto in alcune aree, rappresentano ancora una criticità.

Risorse utili

–> il comunicato stampa sul sito del Consiglio dell’Unione europea e la Direttiva

–> l’approfondimento dei ricercatori ISS pubblicato su EpiCentro relativo alle linee guida OMS 2021

Testo scritto da: Maria Eleonora Soggiu e Gaetano Settimo – Dipartimento Ambiente e Salute, ISS

Fonte: https://www.epicentro.iss.it/ambiente/direttiva-ue-qualita-aria-2024

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