Ponticelli di cura: sperimentazione di cure primarie. di Andrea Cappetta, Elena Mari, Crescenzo Caiazza, Margherita Neri, Rita Maffei, Alice Cicognani, Giacomo Marro

A Ponticelli, periferia orientale di Napoli, è in atto un’esperienza di partecipazione e salute, nata con l’idea di creare un presidio sociale e sanitario unico, capace di rispondere in maniera più completa ai bisogni della popolazione.


La sperimentazione di cure primarie C-PHC di Ponticelli, nata nella sua forma attuale a dicembre 2023, è un progetto nel campo della Salute che nasce con l’idea di creare un presidio sociale e sanitario unico capace di rispondere in maniera più completa ai bisogni della popolazione. Le azioni di promozione, prevenzione, cura e riabilitazione della Salute sono in linea con i principi di Comprehensive Primary Health Care (C-PHC).  Per C-PHC intendiamo la trasformazione dei modelli assistenziali in una prospettiva integrata, multidisciplinare, multisettoriale e attuate a livello territoriale con il coinvolgimento attivo delle comunità, che guarda la persona come individuo, alle sue reti e orientata alla comunità. Il primo passo è stato la proposta di collaborazione, approvata poi dal Comune di Napoli e dall’ASL Napoli 1 Centro, tra due medici di medicina generale e l’ambulatorio a bassa soglia di Emergency, con cui vengono condivisi i percorsi di mediazione ed orientamento, ambulatorio infermieristico, assistenza sociale e supporto psicologico.

All’interno della struttura attualmente lavorano:  a) i due medici di medicina generale, con turno alternato mattina e pomeriggio; b) i rispettivi collaboratori di studio (retribuiti dai medici) adibiti alle attività di accoglienza e segreteria; c) due specializzande di medicina di comunità che seguono il percorso dell’ambulatorio di medicina generale e il laboratorio di partecipazione. Lo staff della Ong è composto da: a) medici (volontari e non); b) due infermieri; c) quattro mediatori addetti alla mediazione linguistica/culturale, orientamento ai servizi e assistenza sociale per i pazienti più vulnerabili; d) due psicologhe volontarie; e) un’operatrice sociale.

In realtà questo gruppo inizia il suo percorso professionale condiviso anni addietro, nel 2018, quando alcuni operatori hanno iniziato a lavorare all’interno dell’ambulatorio di Emergency, anni importanti di esperienza di lavoro d’equipe, conoscenza del territorio e dei suoi luoghi di Salute, consolidamento delle relazioni interprofessionali e contaminazione reciproca. Poi nel 2022 i due medici di medicina generale hanno scelto di accettare la convenzione nel Distretto Sanitario di Base n.32 dell’ASL Napoli 1 centro, corrispondente all’area geografica di Ponticelli. Essere partiti proprio all’interno di un ambulatorio a bassa soglia ha permesso di conoscere da vicino uno spaccato del quartiere grazie all’utenza che lo attraversa. La lettura del quartiere è stata via via sempre più chiara, non solo come luogo geografico, ma anche e soprattutto come spazio (ri)costruito con le azioni delle persone che lo vivono, che quindi interagiscono l’una con l’altra. Un territorio caratterizzato da una dimensione demografica, epidemiologica, sociale e culturale.

Il modo in cui il quartiere si è sviluppato dal punto di vista urbanistico ha portato alla formazione di aree carenti di servizi, di luoghi di aggregazione e di trasporti pubblici. Tutto ciò, insieme al basso reddito pro capite, all’alto tasso di disoccupazione e all’alta densità abitativa, si ripercuote in maniera significativa sulla Salute delle persone che non hanno la possibilità di utilizzare risorse altre rispetto a quelle del territorio in cui risiedono. Il forte impatto dei determinanti di Salute in questo quartiere si correla quindi ad una peggiore qualità e minore aspettativa di vita rispetto al resto della città. Questo e le relazioni instaurate negli anni con le reti locali e le persone del territorio, che si muovono per cercare di rispondere ai bisogni e costruire una realtà migliore,   spiega  perché fosse necessario investire professionalmente e umanamente su tale area periferica di Napoli da parte degli operatori sanitari.

La collaborazione tra ASL locale ed Emergency si inserisce all’interno di un modello di PHC sviluppato dalla ONG negli ultimi mesi, frutto delle esperienze e del lavoro di anni in Italia.  Questa cornice si traduce in un approccio socio-sanitario inclusivo, con quattro fasi: la valutazione globale delle barriere che impediscono a una persona di esercitare il suo diritto alla Salute; l’ideazione di strategie per eliminare – o almeno ridurre – queste barriere; il supporto diretto e possibilmente temporaneo – sia alla persona sia al Sistema Sanitario Nazionale – se le barriere non possono essere superate o ridotte; la valutazione dei propri interventi, per misurarne risultati e qualità.  Tutto questo lavoro è supportato da attività di ricerca, legali, di advocacy e di comunicazione.

La sperimentazione di unione tra il presidio di medicina generale e quello di Emergency è volta a:

  • ridurre le disuguaglianze in termini di assistenza e accesso ai servizi, mettendo a disposizione sia di pazienti con tessera sanitaria (assistiti MMG) che di tessera STP/ENI (assistiti Emergency) le risorse presenti all’interno della struttura e favorendo l’orientamento e l’invio ai servizi territoriali e ospedalieri;
  • migliorare i percorsi di presa in carico socio-sanitaria grazie al lavoro in equipe interdisciplinare: quando un operatore dell’equipe intercetta un bisogno di Salute, espresso o inespresso, che non rientra nell’ambito delle sue competenze, può immediatamente coinvolgere nel percorso di cura un altro operatore più competente. Questo assume un significato tanto maggiore se parliamo di casi ad alta complessità socio-sanitaria, nel tentativo di offrire alle persone assistite servizi integrati, di prossimità e flessibili, quindi interventi più risolutivi.

L’idea di questo progetto sperimentale di C- PHC è sorta anche a partire dalla lettura del Libro Azzurro nonché dalla partecipazione di parte del gruppo alla Campagna Primary Health Care.

La Campagna Primary Health Care incontra il quartiere Ponticelli

La Campagna Primary Health Care Now or Never viene fondata nell’Ottobre 2017 a Ferrara da un gruppo di giovani professionisti/e della Salute, allora costituito in gran parte da giovani medici di famiglia in attività e in formazione provenienti da tutta Italia; ad oggi si configura come un movimento nazionale, interprofessionale e aperto anche alla partecipazione dei cittadini e si pone l’obiettivo di promuovere un profondo rinnovamento culturale e delle cure primarie italiane attraverso eventi e interventi di formazione, divulgazione e ricerca sul campo che trovano nella Comprehensive Primary Health Care il proprio baricentro e la propria cornice teorica di riferimento. Nel contesto delle formazione sul campo volte ad esplorare esperienze orientate alla Primary Health Care nasce l’idea di organizzare l’ultimo evento per conoscere la realtà di medicina integrata di Ponticelli: La periferia in metamorfosi: il ruolo delle comunità e del territorio (24-26 maggio 2024) (Figura 1 Ingrandire).

Il venerdì pomeriggio, dopo il momento di accoglienza e una breve introduzione sulla campagna PHC e il libro Azzurro, è stato possibile conoscere da vicino la realtà degli orti urbani sociali di Ponticelli, uno spazio affidato due anni fa dal Comune di Napoli al Centro Diurno Lilliput, dell’Unità Operativa Complessa Dipendenze dell’Asl Napoli 1 Centro, che lo gestisce attraverso la cooperativa sociale Era del gruppo Gesco. In principio erano in pochi, ma nel corso di questi anni, sempre più persone, cittadini, parrocchie, famiglie, associazioni del territorio, hanno deciso di adottare un pezzetto di quello spazio per coltivare frutta e verdure di stagione entrando a far parte del progetto (Figura 2)

Figura 2. Visita agli Orti Urbani di Ponticelli

Durante la sessione del sabato mattina, sono state presentate in plenaria le esperienze di partecipazione promosse dall’ambulatorio quali la mappatura delle realtà che creano Salute su Napoli Est e il laboratorio di partecipazione con il titolo: “Territorializzazione e partecipazione nell’ambulatorio MMG di Ponticelli: racconto dell’esperienza di costruzione della mappa dei luoghi che fanno Salute” e “Il laboratorio di partecipazione dell’ambulatorio MMG di ponticelli si racconta”. Nel pomeriggio sono state presentate altre due realtà di PHC, l’ambulatorio popolare del quartiere Quarticciolo di Roma e l’esperienza delle Microaree di Trieste; insieme hanno permesso di riflettere su “La Salute come Bene Comune: la tensione tra pubblico e collettivo”.

L’ Ambulatorio Popolare Roma Est – Quarticciolo nasce durante la sindemia da Covid-19, dall’analisi e dal movimento di professionisti/e e attivisti/e sul tema delle diseguaglianze e dei bisogni di Salute di un quartiere della periferia di Roma come il Quarticciolo. In queste realtà le carenze della sanità pubblica si acuiscono; carenze alle quali si cerca di rispondere dal basso, insieme agli abitanti e le abitanti. L’ambulatorio opera attualmente all’interno della Casa di quartiere del Quarticciolo, dove attualmente sono attivi sia una palestra popolare che un centro anziani. Il senso politico è quello di ricostruire un rapporto orizzontale e di fiducia tra pazienti e sanitari, portando avanti azioni di advocacy e orientamento ai servizi del territorio, di collettivizzazione degli strumenti e diffusione dei saperi in materia di diritto alla Salute. In questo periodo l’Ambulatorio sta aiutando a garantire la priorità scelta dal medico, all’emissione della ricetta, nell’esecuzione di prestazioni sanitarie nei tempi dovuti, chiedendo a mezzo PEC alle strutture sanitarie preposte il rispetto del decreto legislativo che norma simili calendari, al fine di ridurre le liste d’attesa. Attualmente sono attivi l’ambulatorio di medicina generale, lo sportello di ascolto nutrizionale e lo sportello di ascolto e supporto psicologico. Vengono inoltre organizzate iniziative periodiche sia di prevenzione per la popolazione, come ad esempio quella sui fattori di rischio cardiovascolari per la popolazione adulta, o quella più recente nella quale sono state effettuate visite odontoiatriche, allergologiche ed oculistiche per i bambini del quartiere, sia di protesta, come quella contro la chiusura del Consultorio, unico presidio di Salute pubblica rimasto nel quartiere.

Il progetto delle Microaree di Trieste nasce nel 2005 per sviluppare un approccio proattivo ai problemi della comunità e coinvolge piccole aree del territorio dove ASUITs, Comune e ATER collaborano allo sviluppo di comunità che generano Salute. Nate dalla volontà di Franco Rotelli, ex Direttore Generale dell’Azienda per i Servizi Sanitari di Trieste, le Microaree hanno come obiettivo quello di sviluppare una “medicina di iniziativa radicata nei luoghi, nelle case, negli habitat sociali della città”, con particolare attenzione alle zone con un’alta prevalenza di edilizia pubblica e famiglie a basso reddito. Ogni Microarea ha un’estensione geografica propria, che varia a seconda del contesto socio-territoriale, e presenta una sede centrale, punto di riferimento del quartiere, a cui fa capo un referente (non necessariamente sanitario). L’esperienza delle Microaree di Trieste, che interessa frazioni di dimensione compresa tra i 500 e i 2500 abitanti, si basa sulla creazione di una rete di operatori sanitari presenti in modo continuo nei caseggiati popolari con maggiori problemi di reddito e integrazione sociale. L’intervento è volto a garantire aiuti diretti in ambito sanitario, a sviluppare relazioni di aiuto tra i cittadini e una sinergia tra i servizi, con un approccio attento ai determinanti della Salute.

L’ultima giornata è invece stata dedicata alla restituzione finale rispetto alle giornate precedenti, con la raccolta di parole comuni che riassumessero quanto emerso, per poi vertere su una progettualità futura della Campagna. Per continuare a seguirci potete consultare il sito https://2018phc.wordpress.com/ o contattarci all’indirizzo e-mail 2018phc@gmail.com.

Andrea Cappetta, Elena Mari, Crescenzo Caiazza, Margherita Neri, Rita Maffei, Alice Cicognani, Giacomo Marro per il gruppo organizzativo dell’evento Campagna PHC a Ponticelli

fonte: https://www.saluteinternazionale.info/2024/09/ponticelli-di-cura/

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