È difficile pensare di poter avere quattro miliardi da dare alla sanità, ma se foste ai vertici dello Stato potrebbe magari capitarvi; e allora, dopo essere riusciti ad averne la disponibilità, dovreste decidere come impiegarli.
E quindi voi pensate che li spendereste…
… per assumere più operatori?
In effetti c’è una scarsità di personale, medici e infermieri, e molti stanno lasciando il SSN.
… per aumentare gli stipendi?
Gli stipendi dei sanitari sono i più bassi in Europa e il privato offre di più.
… per fare più convenzioni con i privati?
Il settore privato convenzionato è in aumento e un’ulteriore crescita potrebbe risolvere alcune carenze del SSN.
… per comperare nuove apparecchiature?
Alcune strutture non hanno apparecchiature di ultima generazione e un ammodernamento sarebbe desiderabile.
… per rimodernare gli edifici ospedalieri?
Molti ospedali si trovano in edifici obsoleti e non più adatti per assistere i malati.
… per togliere i ticket?
I ticket per la specialistica sono elevati e, in diversi casi, rendono competitive le tariffe del privato.
… per finanziare la ricerca?
Da anni la ricerca in campo sanitario a carico dallo Stato è sotto finanziata.
… per fare più prevenzione?
Alla prevenzione sarebbe destinato il 5% del fondo sanitario, ma questo non basterebbe se si facessero realmente i programmi e gli interventi necessari.
… per aprire più residenze sanitarie per anziani disabili?
Le RSA sono da sempre una carenza del SSN e pochi anziani disabili possono usufruirne.
… per migliorare le facoltà universitarie di medicina?
L’insegnamento universitario ha gravi problemi di bilancio e la didattica ne soffre.
… per rendere gratuite le cure dentistiche?
Le cure odontoiatriche non sono comprese nei LEA se non in minima parte e costituiscono una delle voci principali della spesa sanitaria delle famiglie.
… per risanare l’ambiente?
Il referendum ha separato l’ambiente dalla sanità, ma molti determinanti della salute risiedono nell’ambiente e la prevenzione primaria dovrebbe occuparsene.
… per promuovere l’educazione sanitaria nelle scuole?
L’educazione sanitaria non si fa nelle scuole, ma sarebbe invece molto utile che la si introducesse.
… per sviluppare la raccolta dati e il sistema informativo?
Una disponibilità più completa, di migliore qualità e più tempestiva aiuterebbe la programmazione sanitaria e la ricerca epidemiologica.
Ovvero…
Non li dareste alla sanità, ma li usereste per altri scopi, come, per esempio, la riduzione delle tasse.
Quattro miliardi di euro sono una cifra considerevole, ma poi, considerando i problemi che oggi ha il SSN, risultano poca cosa. Dovendo ovviamente scegliere, nel definire le priorità che criteri utilizzereste?
L’età: più risorse per gli anziani che hanno più bisogno o più ai giovani per cercare di prevenire i possibili loro bisogni futuri.
Il genere: più risorse alla sanità femminile che forse era stata più carente in passato.
L’equità sociale: per evitare che i meno abbienti abbiano maggiori difficoltà di accesso ai servizi sanitari.
L’efficienza: cioè dare più ricorse nei settori e nei servizi dove si spreca meno e si produce meglio.
L’efficacia: dare più risorse alle attività che dimostrano di ottenere maggior efficacia.
Il consenso: dare più risorse dove si può ottenere un maggior consenso della popolazione.
Il benessere degli utenti: dove si può far crescere il benessere dei malati migliorando anche l’accoglienza nei servizi.
La giustizia: per ottenere un maggior rispetto delle normative che stabiliscono i diritti dei cittadini.
Ovvero…
Il criterio, in realtà non potrebbe essere che quello di rispondere alle richieste che vi vengono fatte e alle quali non potete dire di no o, “per non sbagliare”, li dareste alle Regioni proporzionalmente al loro fondo sanitario.
E chi dovrebbe decidere quali criteri utilizzare per scegliere a chi dare questi quattro miliardi?
Il Parlamento?
Il Governo?
Il Ministro della Salute?
Il Ministro dell’Economia e delle Finanze?
La Conferenza delle Regioni?
Ciascuna Regione per sé?
I Direttori delle ASL?
O chi altri?
Insomma, non basta aver quattro miliardi in più! Occorre saper fare una programmazione efficace e occorre anche avere una chiara visione di dove portare il SSN a migliorare. Il pericolo, invece, è che si utilizzino criteri approssimativi o addirittura si facciano scelte di parte per spartirsi i fondi tra chi in quel momento è sul tavolo dei decisori.
La politica sanitaria è qualcosa di molto difficile da eseguire tra interessi partitici, interessi corporativi, interessi localistici, interessi lobbistici. E non sempre la semplice scelta democratica di chi deve decidere porta a risultati ottimali, ma è difficile ipotizzare altre alternative. Sarebbe però utile, almeno, che i decisori potessero essere valutati dalla popolazione sulla base dei risultati ottenuti e noi epidemiologi, per rendere possibile questa valutazione, dovremmo esser capaci di definire e offrire indicatori che, rispetto a quelli attualmente disponibili, siano maggiormente validi e soprattutto più comprensibili per tutti gli utenti in modo che possano poi scegliere, votando, a chi dar la loro fiducia, confermando o cambiando le scelte precedenti.