Ancora oggi i lavoratori europei sono esposti a sostanze chimiche pericolose. Nella seconda edizione dell’indagine europea tra le imprese sui rischi nuovi ed emergenti (Esener-2) dell’EU-OSHA, il 38 % di queste ha riferito che nei loro ambienti di lavoro erano presenti sostanze chimiche o biologiche sotto forma di liquidi, fumi o polveri.
Un malinteso comune è quello di considerare sostanze pericolose soltanto i prodotti chimici fabbricati o addirittura solo le sostanze chimiche che emanano un odore forte o hanno effetti pericolosi immediatamente evidenti. Molte delle sostanze pericolose cui sono esposti i lavoratori, quali le emissioni di gas di scarico dei motori diesel,i fumi e le polveri di saldatura, sono generate dai processi di lavorazione. Altre, come l’amianto, il petrolio grezzo e la farina provengono da fonti naturali. Allo stesso modo, anche alcuni componenti alimentari o prodotti farmaceutici possono presentare rischi per i lavoratori. Queste sostanze pericolose potrebbero non essere etichettate con simboli di pericolo e le informazioni delle schede di dati sulla sicurezza,richieste dalla legislazione in materia di sostanze chimiche, potrebbero non essere disponibili.
Le categorie esposte a rischi particolari possono essere donne, giovani lavoratori, lavoratori migranti e lavoratori con meno probabilità di aver ricevuto formazione e informazioni (ad esempio subappaltatori o lavoratori temporanei e lavoratori dell’economia informale).
Per accedere al sito della Campagna “Salute e sicurezza negli ambienti di lavoro in presenza di sostanze pericolose 2018- 2019”.
Risorse e articoli curati da DoRS su questo tema
- Banca dati sui cancerogeni MATline
- Importante novità sui cancerogeni dalla Direttiva (UE) 2017/2398 uscita a dicembre 2017 (gennaio 2018)
- Storia breve del glifosato (luglio 2017)
- Le contraddizioni del glifosato, il diserbante più usato in agricoltura (marzo 2016)
- Le cause del cancro: novità dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (marzo 2012)
- Gli agenti cancerogeni rivalutati dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) (luglio 2010
Fonte: Dors