“A maggio, secondo i dati pubblicati su Salute Lazio, il sito istituzionale della Regione Lazio, solo il 59,4 per cento degli esami diagnostici con priorità B, ossia da effettuare entro 10 giorni, è stato erogato nei tempi. A maggio 2023 la percentuale era pari al 61,2 per cento. Nell’arco di dodici mesi la situazione è tutt’altro che migliorata, anzi il contrario. I dati confermano un peggioramento della capacità della Regione Lazio di garantire il diritto all’accesso alle cure con il servizio sanitario pubblico. Nel 2022, infatti, il 79 per cento delle prestazioni con priorità B veniva effettuate nei tempi, nel corso del 2023 si è scesi a una media del 62,5 per cento”. Così, in una nota, Natale Di Cola, segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio.
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Affinché sia garantito “il diritto alla salute delle persone – si legge ancora – è necessario che la Regione Lazio e le Asl investano sulla dotazione strumentale e accelerino con le stabilizzazioni e le assunzioni di nuovo personale, ottenute grazie alla mobilitazione sindacale, per dare una prima risposta alla carenza di personale per il mancato turn over di oltre 10mila unità. Il rischio, infatti, è che tra la stagione turistica alle porte e l’anno Giubilare in arrivo il Servizio Sanitario Regionale possa andare ulteriormente in sofferenza spingendo ancora più persone a dover rinunciare alle cure non trovando una risposte pubblica. Per questo sono necessarie maggiori risorse da parte del Governo per potenziare il Servizio Sanitario Regionale pubblico anziché, come si legge nella bozza di decreto sulle liste di attesa, destinare maggiori risorse ai privati attingendo da quelle che oggi sono destinate al funzionamento al Servizio Sanitario Nazionale. Su questi temi ci aspettiamo che il Presidente Rocca ci convochi e apra il confronto sulle scelte da condividere per superare le criticità”