LINEE GUIDA PER ORGANIZZARE LE CASE DI COMUNITA’ HUB: il deludente documento di Agenas, sindacati autonomi e federazioni professionali

AGENAS pubblica le Linee di indirizzo per l’attuazione del modello organizzativo delle Case della Comunità (CdC) Hub previste dal PNRR e tracciate nel DM 77/2022 “Regolamento recante la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale”, che mira a definire un nuovo modello organizzativo per la rete di assistenza sanitaria territoriale, stabilendo standard uniformi su tutto il territorio nazionale.

Nel comunicato Agenas si legge:

“La CdC Hub è il luogo fisico, di prossimità e di facile individuazione al quale i cittadini possono accedere per bisogni di salute che richiedono assistenza sanitaria e sociosanitaria a valenza sanitaria, e che presenta i necessari collegamenti con i servizi sociali per gli interventi socioassistenziali. In proposito, le attività garantite dalla CdC hub riguardano assistenza al pubblico e supporto amministrativo-organizzativo ai pazienti (PUA), assistenza primaria erogata attraverso équipe multiprofessionali e continuità assistenziale, assistenza infermieristica, assistenza specialistica ambulatoriale di primo e secondo livello, assistenza domiciliare, assistenza sanitaria e sociosanitaria, punto prelievi, diagnostica di base, prenotazioni con collegamento al Centro Unico di Prenotazione (CUP) aziendale, partecipazione della Comunità e valorizzazione della co-produzione.

Il documento è stato redatto da un Gruppo di Lavoro multidisciplinare e multiprofessionale istituito e coordinato dall’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali – UOSD Sanità Digitale e Telemedicina – e sottoscritto da AGENAS, FNOMCeO, FNOPI, FNOFI, FIMMG, SNAMI, SMI, SUMAI ASSOPROF, CNOAS, Comunità di Sant’Egidio.

leggi le Linee di indirizzo per l’attuazione del modello organizzativo delle Case della Comunità Hub  (PDF)


Il commento di SOS Sanità:

Ci permettiamo di esprimere delusione per un documento che:

  1. Non chiarisce affatto come garantire la presenza fisica dei Medici di Medicina Generale (MMG) nelle Case della Comunità (CdC), in modo da potersi integrare effettivamente con la équipe multiprofessionale, così da assicurare la presa in carico dei pazienti e l’attuazione del conseguente Piano di Assistenza Integrata Individuale. Nel documento si scrive che i MMG “possono operare” nelle CdC non: “devono operare”…

Si continua a parlare della presenza in CdC del Medico del ruolo unico dell’assistenza primaria, ci riferisce evidentemente alla Guardia Medica. Così i MMG restano fuori.

Molto più chiaro invece il ruolo per le AFT (Aggregazioni Funzionali Territoriali dei MMG): sono ritenute le vere CdC spoke.

  1. Frena sugli standard del personale per attuare il DM 77/2022. Nelle Linee Guda Agenas sono dichiarati “minimi e massimi” (es. il numero di Infermieri di Comunità per ogni CdC si scrive “minimo 7 massimo 11”) mentre le leggi di bilancio 2022 e 2023 hanno autorizzato spesa per il personale previsto dal DM 77 come standard massimo.
  2. Limita gli orari di apertura della CdC, mentre secondo le prescrizioni del DM 77 Allegato 2 devono essere h24. Nelle Linee Guida Agenas non è chiaro, anzi, tutto sembra subordinato alle disponibilità dei diversi professionisti.

Interessante  invece la parte riferita al ruolo dell’Assistente  Sociale, anche in funzione dell’integrazione tra ambito di assistenza sanitaria e sociale. Tuttavia è debole il richiamo alla indispensabile formalizzazione in Accordi vincolanti della collaborazione tra ASL/Distretti e Comuni/ATS.

Insomma, è pur vero che Linee Guida, condivise solo da Agenas, Sindacati autonomi dei medici, e Ordini Professionali, non possano costituire un’indicazione vincolante ma la debolezza dell’operazione appare evidente.

 

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