Covid, nessun allarmismo ma … di Cesare Cislaghi, Maria Teresa Giraudo, Manuele Falcone

Non c’è alcun allarmismo, ma è giusto però che si sappia che i dati ufficiali indicano che da metà aprile 2024 la circolazione del virus Sars-2-Cov sta aumentando. La buona notizia è che sembrano non aumentare invece i ricoveri e i decessi dei contagiati. Però chi, per età o per salute, ha delle fragilità a un possibile contagio è bene che parli con il suo medico di fiducia e che gli chieda se non sia il caso di effettuare un richiamo alla vaccinazione anti Covid.

 

Ormai sappiamo da mesi che i dati ufficiali dei contagi Covid non rappresentano la situazione epidemiologica reale della diffusione del virus, ma riteniamo anche che nel breve periodo le variazioni possano correttamente indicarne gli aumenti o le diminuzioni.

Nel mese di maggio 2024 questi sono stati gli andamenti dell’incidenza registrata e della prevalenza dei ricoverati positivi al virus:

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Gli andamenti sembrano similmente in aumento, ma se si vedono gli incrementi relativi rispetto al 1° maggio si vede quanto il dato dell’incidenza sia cresciuto maggiormente.

Da cosa dipende questa differente crescita? dalle modalità di diagnosticare, di ricoverare, di registrare ovvero da una differente gravità della malattia?

Possiamo cercare degli indicatori che ci permettano di capire meglio questi andamenti e per far questo innanzitutto potremmo stimare la prevalenza teorica dei casi dato che la prevalenza pubblicata è totalmente errata poiché non viene più notificata la data di negativizzazione dei contagiati. Abbiamo allora grossolanamente stimato la prevalenza quotidiana dei positivi notificati come somma dei casi diagnosticati negli ultimi dieci giorni così ipotizzando che la durata della positività fosse in media costantemente di dieci giorni. L’impatto dell’errore che potremmo aver compiuto non sta tanto nella durata della positività quanto nel ritenere che la durata media non cambia nel periodo considerato.

Gli indicatori dc he abbiamo calcolato, e di cui qui di seguito riportiamo gli andamenti, sono il primo il rapporto tra la prevalenza dei ricoverati e la prevalenza da noi stimata dei casi, il secondo è invece il rapporto tra l’incidenza dei casi e la prevalenza dei ricoverati; i due indicatori ovviamente tendono a comportarsi come uno all’inverso dell’altro.

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Grafico uno
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Grafico due

PRIMO GRAFICO: Il primo ottobre 2023 la media dell’incidenza giornaliera della settimana era di 6.306 contagiati mentre la prevalenza stimata dei ricoverati positivi era 2.957, cioè 2,13 nuovi casi ogni ricoverato in ospedale; mentre il 26 maggio 2024, la media settimanale dell’incidenza dei casi è stata di 149 e la prevalenza dei ricoverati di 595, cioè 0,25 nuovi contagiati ogni ricoverato.

SECONDO GRAFICO: Il primo ottobre 2023 la prevalenza dei ricoverati, come già detto sopra, era di 2.957 mentre la prevalenza stimata dei contagiati era di 56.147, cioè del 5,27%; mentre il 26 maggio 2024 la prevalenza dei ricoverati era di 595 e la prevalenza stimata dei contagiati di 1.243, cioè del 47,9% e dal 2 al 6 novembre 2023 questo indicatore, così calcolato, superava addirittura il 100%, valore ovviamente improbabile e che lascia intendere che vi siano delle irregolarità nei dati ufficiali!

A cosa può essere dovuta questa differenza tra frequenza di casi e frequenza di ricoverati? potrebbe esser dovuta ad una diversa aggressività del virus che produce una percentuale differente di esiti gravi ai contagiati? Può essere ma non si hanno informazioni in tal senso da parte dei virologi di così importanti differenze.

Potrebbe derivare da una differente completezza nella registrazione dei positivi tra i ricoverati in ospedale? può essere soprattutto per i non sintomatici attualmente non sottoposti a test, ma non è credibile che questo fattore possa spiegare l’andamento dei due indicatori.

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Potrebbe esserci una crescita dell’attività diagnostica? in realtà il numero di tamponi registrato è addirittura in diminuzione, mentre aumenta, quasi raddoppia, la percentuale di positivi. Potrebbe però accadere che vengano notificati maggiormente solo i tamponi positivi e non i tamponi auto somministrati negativi.

È allora probabile che la maggior crescita dei contagi notificati rispetto alla crescita dei positivi ricoverati sia dovuta a più fattori, ma non si può non sospettare che sia soprattutto aumentata la suscettibilità al contagio per un affievolirsi della protezione dei vaccini, protezione invece ancora sufficientemente attiva rispetto agli esiti più gravi della malattia.

Comunque si può ritenere che sia elevata la probabilità che la crescita della circolazione del virus sia reale seppur, per fortuna, ancora quantitativamente modesta.

Per questa ragione non sembra opportuno, come oggi accade, non parlare più di Covid come se il virus fosse sparito dalla strada, mentre è giusto precisare che i rischi di esiti gravi di un contagio, grazie ai vaccini, sono diminuiti ma quando il virus aumenta la sua circolazione è allora opportuno che i soggetti più fragili in caso di contagio, sia per età che per malattia, ricorrano ad un richiamo vaccinale.  E in tal senso un comunicato come quello riportato quì all’inizio sarebbe opportuno che venisse diffuso, soprattutto se ancor più la circolazione del virus continuasse a crescere come sta facendo da un mese.

fonte: https://epiprev.it/blog/made-in-blog/non-e-che-magari-ci-risiamo

Autori: Redazione MADE

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