Diritti elettorali non optional. I rilievi della Cedu. di Franco Corleone

La strada per cancellare lo stato di diritto non è priva di ostacoli, per fortuna. La Corte europea dei diritti umani nel 2013 condannò l’Italia per violazione dell’art. 3 della Convenzione per le condizioni di vita nelle carceri con una pena disumana. Il sovraffollamento torna a mordere ed è prevedibile una nuova condanna per trattamenti degradanti. Ora la Cedu ha aperto un nuovo fronte contro l’Italia, addirittura con l’accusa di violazione dei diritti degli elettori, in relazione alle norme della legge elettorale di cui fu relatore Antonio Rosato e che determinò il successo della destra il 25 settembre 2022. Chi vuole minimizzare la portata dell’evento provocato da un meritorio ricorso sostenuto da Mario Staderini, già segretario dei radicali italiani, sostiene che siamo ancora alla fase iniziale del procedimento e non alla sentenza. I fatti sono così eclatanti, che sarà interessante leggere le argomentazioni di risposta del governo, annunciate dal sottosegretario Mantovano, ai quesiti posti dal Consiglio d’Europa.

E’ esilarante il titolo di un quotidiano romano  che parla di un golpe contro il Rosatellum: è la conferma che i principi dello stato di diritto sono considerati un optional.

Tre sono le contestazioni. La prima riguarda i cambiamenti al sistema elettorale avvenuti tre volte (nel 2019, 2020 e 2022) e se hanno intaccato “la fiducia nell’esistenza di garanzie di libere elezioni”; la seconda concerne il divieto di un voto disgiunto tra il maggioritario e il proporzionale violando così “il diritto di esprimersi liberamente sulla scelta del corpo legislativo”; la terza, assai rilevante, chiede chiarezza sulla esistenza della possibilità effettiva di un ricorso davanti a un organismo nazionale.

Felice Besostri, senatore e avvocato, fu protagonista a Palazzo Madama di battaglie per l’affermazione dei diritti civili, come quella per l’attuazione dell’art. 6 della Costituzione sulla tutela delle minoranze linguistiche. Era un socialista laico e libertario come Loris Fortuna e negli ultimi anni divenne protagonista della denuncia delle leggi elettorali truffaldine e riuscì a far condannare il Porcellum (la legge elettorale di Calderoli) dalla Corte Costituzionale nel 2014, sentenza n.1, dopo che ben 3 elezioni per il rinnovo del Parlamento (nel 2006, 2008, 2013) si erano svolte con regole incostituzionali.

L’avv. Besostri contro i risultati delle ultime elezioni  presentò alla Giunta delle elezioni del Senato una memoria illustrando i molti motivi di incostituzionalità e in particolare quello sulla violazione degli inderogabili principi costituzionali del voto libero, personale, diretto e uguale. Il voto al solo candidato uninominale, infatti, andrebbe ripartito in parti uguali tra le liste coalizzate. La Giunta respinse il 16 maggio 2023 il ricorso rifiutandosi di inviare alla Corte Costituzionale la questione di legittimità della legge elettorale con motivi capziosi e contraddittori. Così confermando una zona franca condannata dalla Consulta.

Se la Cedu dovesse condannare l’Italia, sarebbe inevitabile rivedere la decisione pilatesca e interessata.

E’ una questione di democrazia.  Non va dimenticato che il discorso di Giacomo Matteotti del 30 maggio 1924, che determinò il suo assassinio, era proprio di contestazione della proclamazione dell’elezione dei deputati.

fonte: L’Espresso

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