Global Gender Gap Index. Le donne del XXI secolo. di Linda Martorella, Pasqua Putignano

Il Global Gender Gap Index è uno strumento che misura annualmente lo stato attuale e l’evoluzione della parità di genere in quattro dimensioni chiave: Partecipazione e Opportunità economiche, Livello di istruzione, Salute e Sopravvivenza ed Emancipazione politica.  Ed è nella “Politica” che si registra il maggiore divario di genere.


“Nessuna azione può avere successo se le donne non ne fanno parte” – Josep Borrell, Alto Rappresentante UE


E’ internazionalmente riconosciuto che l’uguaglianza di genere e l’empowerment di donne, ragazze e bambine sono una precondizione essenziale per l’eradicazione della povertà e per la costruzione di una società globale basata sullo sviluppo sostenibile, la giustizia sociale e i diritti umani. Questo significa che le discriminazioni legate al genere, che persistono in tutto il mondo, anche se in forme e dimensioni diverse, devono essere percepite non solo come ostacolo al godimento dei diritti umani ma come fattore chiave da superare ed eliminare affinché si possa raggiungere il progresso economico e sociale. Dalla sua fondazione l’Unione Europea (UE) si è impegnata a favore della parità di genere, dell’empowerment e dei diritti di donne, ragazze e bambine (GEWE).

“L’ Unione Europea è all’avanguardia a livello mondiale nella promozione dell’uguaglianza di genere come obiettivo politico fondamentale volto ad accelerare i progressi verso obiettivi globali, tra cui gli obiettivi di sviluppo sostenibile (in particolare l’SDG 5), al centro dell’Agenda 2030.”

Gender Action Plan 2021-2025 (GAP III)

L’ultimo Piano d’azione sulla parità di genere (Gender Action Plan 2021-2025 – GAP III), rappresenta il quadro di riferimento della politica dell’Unione Europea sul tema. È un piano ambizioso per promuovere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle donne, sia a livello nazionale che europeo, che mira a consentire alle donne e alle ragazze di partecipare e guidare equamente la vita sociale, economica e politica e di avere voce in capitolo nelle decisioni che le coinvolgono. La promozione della parità di genere è fondamentale per una società equa e inclusiva.1

L’ Italia, con la Legge 125/2014, che introduce come principale novità la creazione di un vero sistema della Cooperazione Italiana allo Sviluppo (art. 23), si impegna nel promuovere il tema GEWE. Tutti gli attori del sistema italiano sono chiamati ad applicare e monitorare le “Linee Guida della Cooperazione Italiana allo Sviluppo sull’Uguaglianza di Genere e l’Empowerment di Donne, Ragazze e Bambine”. La Cooperazione Italiana allo Sviluppo intende adeguarsi al quadro internazionale attraverso lo sviluppo di un approccio finalizzato alla partecipazione individuale e collettiva delle donne nelle scelte e nelle decisioni di sviluppo, in modo che queste non siano più intese semplicemente come parte della popolazione esclusa e svantaggiata, ma come “protagoniste del cambiamento”. Lo scopo è dunque affrontare le cause strutturali delle disuguaglianze tra uomini e donne, modificando le norme sociali discriminatorie che vi stanno alla base e che le perpetuano e sostenere la capacità di prendere decisioni sulla famiglia, di fare scelte di carattere economico, di avere voce e influenza politica nella società e svolgere azioni collettive in quanto donne.2 È auspicabile la creazione di un cambiamento a lungo termine attraverso azioni concrete che cambino le mentalità e affrontino le norme sociali e gli stereotipi dannosi alla radice dell’uguaglianza di genere. La maggiore consapevolezza nelle scelte che donne e uomini sono chiamati a compiere nel corso della vita va perseguita attraverso un impegno strutturato e pervasivo delle istituzioni competenti nel sostenere azioni mirate ad abbattere gli stereotipi di genere nella prima infanzia quando la personalità e la percezione dei ruoli sono ancora in formazione e possono essere orientati.

Dalla teoria alla pratica: con la parità di genere a che punto siamo?

Il Global Gender Gap Index è uno strumento che misura annualmente lo stato attuale e l’evoluzione della parità di genere in quattro dimensioni chiave (sottoindici): Partecipazione e Opportunità economicheLivello di istruzioneSalute e Sopravvivenza ed Emancipazione politica. È l’indice più longevo che monitora i progressi fatti da numerosi paesi volti a colmare questi divari nel tempo, sin dalla sua introduzione nel 2006 da parte del World Economic Forum. L’edizione 2023 mostra i dati di 146 paesi, illustrando i punteggi su una scala da 0 a 100 interpretati come la percentuale del divario di genere che è stata colmata. Il punteggio globale per la totalità dei paesi si attesta al 68,4%, in lieve miglioramento rispetto all’anno precedente (68,1%). Nessun paese ha ancora raggiunto la piena parità di genere, sebbene i primi nove paesi nel ranking (Islanda, Norvegia, Finlandia, Nuova Zelanda, Svezia, Germania, Nicaragua, Namibia e Lituania) abbiano colmato almeno l’80% del loro divario. All’ultimo posto si colloca l’Afghanistan (40,5%).

L’Europa è la regione geografica con la più alta parità di genere, pari al 76,3%. Si prevede che raggiungerà la parità di genere in 67 anni mentre per l’Italia, che nell’ultimo anno è scesa dal 63esimo al 79esimo posto, i tempi saranno ancora più lunghi. Se analizziamo i quattro sottoindici, il divario di genere in materia di Salute e Sopravvivenza si è ridotto del 96%, il divario nel Livello di istruzione del 95,2%, strettamente connesso con il tasso di alfabetizzazione, il divario di Partecipazione e Opportunità economiche del 60,1% e il divario di Emancipazione politica solamente del 22,1%. (Figura 1)

Al ritmo attuale dei progressi avvenuti nel periodo 2006 – 2023, ci vorranno 162 anni per colmare il divario di genere sull’emancipazione politica, 169 anni per il divario di genere sulla partecipazione e le opportunità economiche e 16 anni per il divario di genere sul livello di istruzione. Il tempo necessario per colmare il divario di genere in materia di salute e sopravvivenza rimane indefinito. In Italia, come nel resto del mondo, l’Emancipazione politica è l’ambito che continua a registrare il maggior divario di genere (24,1%), seguito dall’ambito della Partecipazione e Opportunità economiche (61,8%). Il divario nel Livello di istruzione mostra una percentuale del 99,5%. L’ambito della Salute e Sopravvivenza è l’unico che mostra un trend in miglioramento: si passa dalla posizione 108 alla 95 con un divario del 96,7%.3

Uno sguardo più attento rivela che, in generale, per quanto riguarda il sottoindice Partecipazione e Opportunità economiche, un’importante fonte di disuguaglianza di genere deriva dalla sottorappresentanza complessiva delle donne nel mercato del lavoro. L’integrazione delle donne nel mercato del lavoro va ben oltre le considerazioni di equità e giustizia: esiste un legame forte e innegabile tra la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e lo sviluppo economico.4

La partecipazione delle donne nel mercato del lavoro è diminuita a livello globale negli ultimi anni. Da allora le donne sono (ri)entrate nella forza lavoro a un tasso leggermente superiore rispetto agli uomini ma continuano a far fronte a tassi di disoccupazione più elevati e quando ottengono un impiego, spesso si trovano ad affrontare condizioni di lavoro inferiori agli standard. Inoltre, secondo i dati globali forniti da LinkedIn, sebbene la percentuale di donne assunte in posizioni di leadership è aumentata costantemente la rappresentanza resta bassa in tali ruoli. Differenze emergono anche tra i diversi settori lavorativi: le donne se la passano relativamente meglio nei servizi ai consumatori, nella vendita al dettaglio e nell’istruzione, mentre l’edilizia, i servizi finanziari e il settore immobiliare presentano condizioni più difficili.

Quali prospettive per il futuro?

Nelle occupazioni scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche (STEM) che rappresentano un insieme importante di lavori ben remunerati e destinati ad aumentare in importanza e portata, le donne rimangono significativamente sottorappresentate.3La parità di genere in diminuzione, tendenza sostenuta anche dalla crisi post-pandemia, implica un’interruzione su larga scala delle opportunità economiche per le donne in tutto il mondo nella partecipazione al mercato del lavoro, nelle competenze, nell’accumulo di ricchezza e nel benessere generale. La ripresa è stata lenta e, finora, incompleta, e il contesto attuale, unito ai cambiamenti tecnologici e climatici, rischia di causare un’ulteriore regressione nell’emancipazione economica delle donne. Non solo milioni di donne e ragazze stanno perdendo accesso e opportunità̀ economiche ma si rischiano conseguenze di vasta portata per l’economia globale.

“Per questo io sostengo che se vogliamo progettare un mondo che funzioni per tutti c’è bisogno anche delle donne. […] Senza contare che l’esclusione a priori della prospettiva femminile alimenta una sorta di involontaria propensione al maschile che vorrebbe, spesso in buona fede, spacciarsi per assenza di connotazioni di genere. È questo che intendeva Simon de Beauvoir quando diceva che gli uomini tendono a confondere il loro punto di vista con la verità assoluta.”(5)

Autrici: Linda Martorella e Pasqua Putignano, Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva, Firenze


Riferimenti

  1. EU Gender Action Plan (GAP) III – AN AMBITIOUS AGENDA FOR GENDER EQUALITY AND WOMEN’S EMPOWERMENT IN EU EXTERNAL ACTION

Disponibile online: https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/IP_20_2184

  1. Linee Guida sull’Uguaglianza di genere e l’Empowerment di donne, ragazze e bambine (2020-2024) – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo

Disponibile online: https://www.aics.gov.it/wp-content/uploads/2023/05/LLGG_GENDER_XWEB.pdf

  1. Global Gender Gap Report 2023 – World Economic Forum

Disponibile online: https://www.weforum.org/publications/global-gender-gap-report-2023/

  1. Carta, M. De Philippis, L. Rizzica and E. Viviano – Women, labour markets and economic growth, Giugno 2023, Banca d’Italia

Disponibile online: https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/collana-seminari-convegni/2023-0026/women_labour_markets_growth_n26.pdf

5     Invisibili. Come il nostro mondo ignora le donne in ogni campo. Dati alla mano, di Caroline Criado Perez, Ed. Einaudi – Stile Libero Extra (2020)

fonte: https://www.saluteinternazionale.info/2024/04/le-donne-del-xxi-secolo/

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