Nel pomeriggio del 15 marzo 1924, un’esplosione improvvisa squarciò l’aria tranquilla di Rocca Canavese, paese a vocazione agricola situato nell’alta Valle del Malone, cambiando per sempre il destino della piccola comunità.
L’ala centrale della “Phos Italiana”, fabbrica di fiammiferi, fu inghiottita dalle fiamme dopo un fragoroso scoppio, spezzando 21 giovani vite. La più piccola fra le vittime aveva appena compiuto 12 anni, la maggior parte delle operaie, infatti, era adolescente: ognuna di loro era stata scelta per le mani minute, adatte al tipo di lavorazione richiesto. Le palline erano costituite da una miscela di diverse sostanze, che diventavano infiammabili se sfregate contro la speciale carta fosforica, prodotta nello stabilimento e applicata a piccole strisce sulle scatolette metalliche.
La paga era misera, ma aiutava le povere famiglie contadine a sostenersi …leggi la storia
Luogo: Piemonte
Comparto produttivo: produzione fiammiferi
Esito: 21 giovani hanno perso la vita.
Dove è avvenuto: all’interno di una fabbrica di fiammiferi al fosforo bianco.
Cosa si stava facendo: le operaie manipolavano palline costituite da una miscela di diverse sostanze, che diventavano infiammabili se sfregate contro la speciale carta fosforica, prodotta nello stabilimento e applicata a piccole strisce sulle scatolette metalliche.
Descrizione infortunio: la fabbrica fu scossa da un’enorme esplosione. Crollò la parte centrale dell’edificio, seppellendo tutti i presenti.
Come prevenire
La tragedia avrebbe potuto essere prevenuta con l’osservanza delle minime misure di sicurezza previste dalle leggi vigenti.
L’inadeguatezza della struttura della fabbrica fu denunciata dall’allora direttore tecnico alla proprietà ma rimase inascoltato. Inoltre, le giovani lavoravano chiuse all’interno della fabbrica e questo aveva reso loro impossibile la fuga allo scoppio dell’incendio. All’epoca dell’incidente l’Italia era un Paese scarsamente industrializzato e le poche fabbriche avevano spesso strutture e tipologie di lavorazione assai arretrate. Emblematico è proprio il caso delle fabbriche di fiammiferi: negli anni della tragedia della Phos esse continuavano a utilizzare il fosforo bianco, nonostante da alcune decine di anni fosse stata scoperta la nocività di quel materiale e già nel 1906 la Convenzione di Berna ne avesse proibito l’utilizzo.
fonte: https://www.storiedinfortunio.dors.it/2024/04/03/phos-italiana-1924-una-tragedia-del-lavoro-e-dello-sfruttamento-minorile-troppo-a-lungo-dimenticata/
Narrazione dell’infortunio a cura di Daniela Gaiara e Tiziano Picca Piccon