Il 2 Aprile è stata la giornata non della consapevolezza di diagnosi, di disturbi o di comportamenti inadeguati, ma della consapevolezza di vite, esperienze umane, nuovi sguardi sui bambini con disturbo dello spettro dell’autismo.
L’autismo non è una malattia, ma una condizione dell’essere e quindi il 2 Aprile è stato la giornata della consapevolezza al rispetto delle identità e delle voci di ogni persona con un disturbo dello spettro autistico e dei suoi caregiver.
Stare in un percorso di vita con un bambino con disturbo dello spettro autistico è quindi stare nelle sue peculiarità innanzitutto di bambino, guardare a cosa è veramente giusto rispondere ai suoi genitori, accompagnare alla relazione con gli altri sapendo della responsabilità a salvaguardare sempre l’intimità del bambino.
In Italia un bambino su 77, tra i 7 e i 9 anni, ha un disturbo dello spettro autistico, che si manifesta con vari livelli di capacità e difficoltà. Una popolazione che crea liste di attesa molto lunghe per la presa in carico nei servizi pubblici, tanto da sentire parlare sempre più spesso di una vera e propria “emergenza”.
La nostra Associazione [L’abilità, N.d.R.] è nata venticinque anni fa per prendersi cura dei bambini con disabilità, delle loro famiglie, della rete sociale ed educativa in cui sono inseriti. Ha all’attivo cinque Centri di cui l’ultimo, appena aperto a Milano, Le Piccole Case, è dedicato proprio ai bambini con disturbi dello spettro autistico, dalla diagnosi fino alla pre-adolescenza.
Il modello di intervento nasce dal percorso riabilitativo abilitativo del bambino, per comprendere poi azioni di empowerment genitoriale, percorsi di training per gli insegnanti e supporto educativo a tutti gli attori coinvolti nella crescita del bambino.
La consapevolezza della carenza nelle risposte ai bisogni dei bambini con disabilità e di disuguaglianze negli accessi ai diritti universali come la cura, il gioco, l’educazione e l’inclusione, ci ha portato in questi venticinque anni di attività a concentrare i nostri sforzi nel costruire e sviluppare luoghi, spazi, pensieri, metodi che hanno generato e generano servizi innovativi per il bambino, la sua famiglia e tutta la comunità educante.
Perché dalla consapevolezza deve nascere il cambiamento.