Lo scenario internazionale
Attualmente più di metà della popolazione Mondiale (55%) vive in ambiente urbano, secondo i dati riportati nell’ultimo report delle Nazioni Unite UN-habitat del 2022, e questa percentuale è destinata a crescere fino a raggiungere la percentuale stimata del 70% entro il 2050. E’ perciò fondamentale garantire il benessere e la salute mentale delle persone residenti nelle città affinchè possano reggere gli stress quotidiani derivanti da un ambiente rumoroso e affollato quale quello cittadino (Houlden et al., 2018).
Numerosi enti internazionali, come ad esempio l’Organizzazione Mondiale della Sanità – WHO col Brief for Action “Urban Green Spaces“ (traduzione dors in italiano) e lo statunitense Centre for Disease Control and Prevention – CDC col programma Healthy People , hanno elaborato dei programmi mirati allo sviluppo di città “sostenibili” e promotrici di salute e benessere per i suoi abitanti, in linea con la teoria della biofilia di E.O. Wilson (1986) secondo cui gli esseri umani hanno un naturale desiderio di connessione con la natura e una innata attrazione verso ogni forma di vita – teoria supportata da un crescente corpus di ricerche sul profondo impatto benefico sulle persone derivante da una relazione attiva con l’ambiente naturale (Fagerholm et al., 2021) . In questo panorama, integrare nell’ambiente cittadino gli spazi verdi urbani (UGS – Urban Green Spaces) quali parchi, orti e giardini collettivi, aree cimiteriali, giardini/boschi verticali (realizzati sulle facciate degli edifici), giardini pensili (realizzati su terrazze/tetti), prati, alberi lungo le vie, è una strategia nature-based di cui è ampiamente riconosciuta la potenzialità nell’aumentare le varie dimensioni del benessere e la felicità percepita, raccomandata ad esempio dalla Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite (United Nations Economic Commission for Europa) in un suo recente documento di indirizzo (UNECE, 2021) .
Due degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (UN Sustainable Development Goals) puntano sul miglioramento della salute e del benessere (obiettivo n. 3) e sulla presenza di spazi verdi urbani accessibili che rendano le città e le comunità “sostenibili” (obiettivo n. 11) – una dimostrazione è arrivata durante la pandemia di COVID-19, che ha visto in effetti un incremento dell’utilizzo e del gradimento degli spazi verdi cittadini. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità – WHO ad ognuno dovrebbe essere garantita la vicinanza a uno spazio verde (nel raggio di 300 metri dalla residenza/domicilio). Questa proposta è stata recentemente ripresa e ampliata dal prof. Cecil Konijnendijk del Centro internazionale Nature-Based Solutions Institute, con l’obiettivo di garantire l’equità rispetto alla possibilità di frequentare, o anche solo vedere, uno spazio verde, approdando alla regola del 3-30-300: il cittadino dovrebbe poter vedere almeno 3 alberi dalla propria abitazione, avere il 30% di copertura arborea nel proprio quartiere, e vivere a non più di 300 metri di distanza dall’area verde più vicina. Tale regola dovrebbe essere una sorta di criterio-guida per i pianificatori urbanistici, affiancata dall’analisi dei potenziali fattori impattanti o ostacolanti del contesto locale.
La relazione tra spazi verdi e felicità: la revisione narrativa
E’ un concetto diffuso che gli spazi verdi urbani possano contribuire alla felicità dei cittadini, secondo una visione olistica del benessere. Ma cosa ci dicono di questa relazione gli studi svolti a livello locale e nazionale, di cui alcuni recentissimi? Una survey nazionale realizzata in Gran Bretagna (White MP, 2013) ha seguito più di 10.000 persone nel corso di 18 anni, monitorando la salute psicologica percepita ed esplorando la relazione tra spazi verdi urbani, benessere e stress. I risultati hanno dimostrato che la presenza di spazi verdi urbani produce benefici significativi a livello di benessere mentale: le persone che vivevano in quartieri con molti spazi verdi dichiaravano di sentirsi più felici, e presentavano livelli significativamente più bassi di stress mentale e significativamente più alti di benessere (misurata in termini di soddisfazione per la propria vita) rispetto a coloro che abitavano in zone con pochi spazi verdi.
Una revisione di letteratura ha sintetizzato le evidenze attualmente disponibili riguardanti la relazione tra spazi verdi urbani e felicità (Syamili et al. 2023). Sono stati individuati e analizzati 57 studi realizzati in 21 Paesi dell’Asia, dell’Africa, dell’Europa, dell’Australia, del Nord e Sud America, tra il 2013 e il 2023. All’interno di questi studi c’è molta variabilità rispetto al modo in cui la felicità è stata descritta e misurata, gli autori hanno deciso perciò di adottare una visione complessiva della felicità, considerando la felicità percepita come prodotto finale di tutti gli strumenti adottati invece di sezionarla nelle sue varie componenti. Per gli spazi verdi urbani sono stati utilizzati 7 indicatori riguardanti lo stato di salute del corpo o “salute fisica” (accessibilità, disponibilità/presenza, qualità ecologica, esposizione/durata del contatto, frequenza di utilizzo, prossimità/vicinanza, quantità/densità), e 6 indicatori basati su giudizi soggettivi (valore bio-culturale attribuito, attaccamento affettivo, sicurezza percepita, accesso visuale/visibilità, qualità visiva/appeal estetico, quantità visiva). I risultati della sintesi narrativa evidenziano che un miglioramento degli spazi verdi urbani – rilevabile attraverso gli indicatori di salute fisica – aumenta la felicità delle persone. La forza di questa associazione è comunque molto variabile, dipende dagli indicatori soggettivi, e da fattori quali le variabili socio-demografiche e socio-economiche, in particolare per il sud del mondo: tale scenario ha portato gli autori a parlare di “sfumature contestuali” della relazione tra spazi verdi urbani e felicità, e ha evidenziato l’importanza di considerare l’impatto complessivo degli spazi verdi urbani sulla felicità delle persone e di investire sulla ricerca su scala locale/nazionale per progettare spazi verdi urbani inclusivi.
Nella revisione viene adottata la definizione di felicità di Ryan, Huta, e Deci (2008) : “la somma dei singoli momenti edonici”, nell’ambito di un approccio in cui la felicità viene accostata al concetto più ampio di benessere soggettivo, definito dal raggiungimento del piacere e dall’evitamento delle situazioni spiacevoli, che consta di 3 componenti quali la soddisfazione per la propria vita, l’ottimismo, l’assenza di malumore – indicatori facilmente e direttamente misurabili.
Analizzando nel dettaglio i risultati della revisione, alcuni sono particolarmente interessanti:
– Per quanto riguarda l’accessibilità, in generale si evidenzia una forte associazione positiva tra la facilità di accesso e gli aspetti cognitivi ed emotivi della felicità, che produce un aumento della sensazione di soddisfazione per la propria vita e di emozioni positive; ciò deve far rifletter sul potenziale impatto negativo delle disuguaglianze socio-economiche riguardo all’accesso alle aree verdi urbane
– Anche la disponibilità o presenza di aree verdi è un fattore associato all’aumento di felicità dei cittadini, la forza di tale correlazione è influenzata da variabili soggettive come la qualità
visiva (denominata anche come: appeal estetico), la sicurezza percepita e il “coinvolgimento sociale” (social engagement), oltre ad alcune variabili socio-demografiche, soprattutto nei Paesi del sud del mondo.
– La “qualità ecologica” è l’indicatore degli spazi verdi urbani maggiormente associata alla felicità, statisticamente significativo in quasi metà degli studi analizzati, in cui le persone intervistate hanno dichiarato che la felicità percepita derivava dalla varietà di elementi naturali quali alberi, cespugli, piante; l’associazione positiva più alta è stata rilevata soprattutto durante la pandemia di COVID-19 (Mintz, 2021) .
– In tutti gli studi esaminati, l’esposizione o contatto con aree verdi urbane è sempre correlata a un aumento di sentimenti di gioia o di uno stato d’animo positivo
– quando si esplora la relazione tra spazi verdi urbani e felicità è utile prendere in considerazione le misure soggettive in quanto queste consentono di comprendere perchè alcune aree verdi sono più funzionali di altre in uno specifico contesto; anche se i dati sono insufficienti dal punto di vista quantitativo per dimostrare l’effettiva correlazione con la felicità, gli indicatori soggettivi si sono rivelati dei fattori di mediazione nella relazione tra gli indicatori di salute fisica e la felicità.
Il suggerimento finale dei ricercatori è di realizzare studi ulteriori per standardizzare uno strumento appropriato che possa valutare i vari aspetti della felicità uscendo dall’ambiguità e incoerenza di molte misurazioni, e rilevare le complessità o sfumature contestuali della relazione tra spazi verdi urbani e felicità.
Conclusioni
La relazioni tra spazi verdi urbani e senso di felicità dei residenti è stata indagata in numerose survey nazionali e studi di campo, la recente revisione discussa in questo articolo ha sintetizzato i risultati e le evidenze disponibili, e vi ha affiancato un illuminante confronto tra il nord e il sud del mondo. Approfondendo il focus su felicità e spazi verdi urbani la revisione ha fornito argomentazioni robuste che convalidano i risultati della letteratura esistente, integrate con la comprensione dei fattori contestuali che influiscono su tale associazione.
La felicità dei residenti nelle aree cittadine è un fattore importante per migliorare il funzionamento sociale, così come la produttività, e può essere influenzata da molti fattori: uno di questi, come abbiamo visto, è la presenza di spazi verdi, che possono agire come stimolo naturale per ritrovare la concentrazione, ridurre lo stress, aumentare la percezione di benessere personale, e ciò è stato dimostrato da recenti studi (Kwon et al, 2021) , in particolare nei Paesi del nord del mondo, mentre nel sud del mondo la correlazione spazi verdi urbani –
felicità è mediata e influenzata da vari fattori in misura molto maggiore. Vari studi (He et al., 2022 ; Cheng, 2020 ), infatti, hanno rilevato un’associazione negativa tra felicità e spazi verdi urbani dovuta alla disparità socio-economica: mentre l’esposizione agli spazi verdi genera felicità nelle persone provenienti dalle famiglie meno deprivate, essa provoca infelicità nelle famiglie disagiate, inoltre un’associazione negativa tra la quantità di spazi verdi presenti e la felicità assume un valore positivo all’aumentare del reddito personale. Questi risultati convalidano le scoperte di un gruppo di ricercatori universitari giapponesi (Shahen et al, 2019) i quali avevano individuato nella generatività, nel reddito, e nella zona di residenza i principali fattori determinanti di felicità tra le persone che vivono nel sud del mondo. Le disuguaglianze nella accessibilità e quantità di spazi verdi urbani nei Paesi del sud del mondo, sono state oggetto di specifici studi, tra cui: – uno studio cinese (Chen et al, 2022) ha evidenziato come l’esposizione a spazi verdi urbani per chi vive nei Paesi del sud sia solo di 1/3 rispetto a chi vive nei Paesi del nord; – uno studio statunitense (Rigolon et al, 2018) ha confermato che queste disuguaglianze nel sud del mondo sono il risultato della gentrificazione, della vulnerabilità sociale, e dell’ingiustizia; Comprendere le “sfumature contestuali” è essenziale per supportare chi si occupa della pianificazione urbanistica, che può e deve promuovere gli spazi verdi all’interno dell’agenda dei politici – spesso dominata da programmi definiti prioritari come la ri-densificazione (contrasto della dispersione residenziale), ragionando sulle circostanze ottimali affinchè il verde urbano possa diventare fonte di felicità e benessere.
Una survey di popolazione di una università colombiana (Patino, JE, 2023) ha indagato la relazioni tra la quantità/qualità di verde urbano circostante e la felicità percepita dai residenti di alcuni quartieri di una città di medie dimensioni dell’America Latina, caratterizzata da elevata densità abitativa, evidenziando che: l’aumento del 10% del verde circostante, in un’area da 100 a 500 metri, aumentava la felicità percepita in una percentuale tra il 13 e il 18%, unitamente a certe caratteristiche qualitative degli spazi verdi.
Altri risultati analoghi derivano da uno studio cinese su larga scala (Lai S, 2023) che ha misurato la felicità e il benessere dei frequentatori – residenti e non – dei parchi urbani di Shangai per un periodo di 6 mesi, rilevando una correlazione positiva con elementi quali l’accessibilità, la prevalenza di elementi naturali, la frequenza delle visite, e utilizzando i dati ricavati per orientare la progettazione urbana e i decisori locali.
In generale, i governi cittadini dovrebbero preoccuparsi di realizzare spazi verdi urbani inclusivi, per aumentare il benessere e la felicità di tutte le persone, in qualsiasi parte del pianeta esse vivano; i ricercatori a loro volta dovrebbero perfezionare le misurazioni soggettive della felicità, visto che le città diventano sempre più multi-culturali e multi-etniche, e non è possibile redigere né applicare norme lineari e univoche alla pianificazione di spazi verdi urbani, sensibili alle influenze del contesto locale; ultima raccomandazione degli autori della revisione è l’individuazione di strategie per contrastare le disparità socio-economiche e assicurare “giustizia ambientale” nei Paesi del sud del mondo.
Bibliografia e sitografia
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fonte testo e immagine: https://www.dors.it/2024/01/piu-verde-in-citta-piu-persone-felici/