L’impresa sociale “Fondazione Libellula” nata per promuovere l’inclusione e prevenire la violenza contro le donne, monitora, attraverso il suo Osservatorio, il fenomeno della violenza e della discriminazione di genere nei vari contesti.
Tra le diverse pubblicazioni sul tema, ha anche condotto la Survey “Teen Community”, disponibile in versione eBook sul sito della Fondazione.
Il sondaggio raccoglie 361 risposte di ragazzi e ragazze di età compresa tra i 14 e 19 anni, provenienti da tutta Italia. Le compilazioni del questionario (che esplorava i temi del riconoscimento della violenza e delle sue forme, dell’esperienza della violenza nella vita quotidiana e gli stereotipi di genere), sono avvenute tra aprile e giugno 2023.
Per agire sul piano preventivo rispetto al fenomeno della violenza bisogna avere dei dati rispetto alla sua percezione tra i giovani e le giovani, e su come questo si estrinseca nel rapporto tra pari. Il fine è quello di proporre interventi volti a promuovere una cultura del rispetto, della non violenza e dell’inclusione coinvolgendo gli interlocutori su diversi piani (scuola, famiglia, associazioni e istituzioni).
I dati emersi dalla survey sono preoccupanti:
- un/una adolescente su due ha dichiarato di avere subito contatti fisici indesiderati
- si rileva che il 43% ha ricevuto richieste sessuali e attenzioni non desiderate, situazioni di cui sono vittime più le ragazze (55%) rispetto ai ragazzi (25%).
- il 26% dichiara di non ritenere una forma di violenza (o che lo sia poco) dire al/alla partner come vestirsi
- il 33% considera che sia poco o per nulla una forma di violenza chiedere al/alla partner con chi è e dove è
- il 39% ritiene che controllare di nascosto il cellulare e i profili del/della partner sia poco o per nulla una forma di violenza
- il 53% degli intervistati pensa che baciare qualcuno senza il suo consenso sia una forma di violenza, mentre il 15% pensa che lo sia poco o per nulla
- I luoghi considerati meno sicuri risultano essere i mezzi pubblici e le strade (63% e 78%); la scuola si attesta al 31%
- solo il 33% dei ragazzi tra i 18 e i 19 anni ritiene inaccettabile che un ragazzo diventi violento in seguito a tradimento, contro il 79% delle ragazze
- solo il 29% degli adolescenti non è d’accordo sul fatto che il controllo non sia sinonimo d’amore (contro il 48% delle ragazze)
Sono dunque le ragazze ad avere una maggiore percezione delle forme di violenza e ad essere più disponibili a parlarne.
I dati sono in linea con quanto emerge nelle rilevazioni nazionali: la maggior parte degli/delle adolescenti afferma che sono soprattutto partner o ex partner, amici o amiche, conoscenti, o familiari ad agire violenza.
Come ha avuto modo dichiarare in un’intervista Flavia Brevi (a capo della comunicazione della Fondazione Libellula) «Il problema è che a scuola non si fa educazione al consenso, all’affettività e alla sessualità e men che meno all’equità di genere. Ed è lì e in famiglia che dovrebbero sdoganarsi queste tematiche, che invece sembrano relegate appena in qualche account social […] nei posti in cui si dovrebbe affrontare l’argomento non se ne discute. E i ragazzi non parlano nemmeno quando subiscono violenza, preferendo gestire tutto da soli, probabilmente influenzati dagli stereotipi di genere che li obbligano a non mostrare vulnerabilità in quanto uomini. Le sfide maggiori sono la creazione di un dialogo attivo tra adolescenti e mondo adulto e l’ingaggio dei ragazzi sul tema della violenza. Come adulti educanti, nei nostri diversi ruoli, siamo dunque chiamati a interrogarci e a identificare supporti, progetti e iniziative volti a favorire una crescita armonica ed equilibrata, basata sul rispetto di sé, sulla comprensione delle proprie emozioni e sul rispetto dell’altrui diversità […]
Dobbiamo portare l’equità di genere nelle scuole, nei posti di lavoro, nelle comunità e responsabilizzarci collettivamente: ogni violenza di genere è un nostro fallimento».
Tra le varie soluzioni proposte dalla Fondazione, vi è quindi l’introduzione dell’educazione all’affettività, alla sessualità e all’equità di genere nelle scuole, con un focus sul digitale, e la formazione di ambassador sul tema della violenza di genere che agiscano come sentinelle attive e contribuiscano alla diffusione tra pari di messaggi di informazione e prevenzione sul tema (sia tra gli studenti sia tra i docenti). A livello di istituzioni e società è necessario il monitoraggio continuo del fenomeno, con una costante valutazione dell’efficacia delle azioni messe in atto per contrastarlo.