La normalità è una strada lastricata: è comoda per camminare, ma non vi cresce nessun fiore!
Vincent Van Gogh
Ho avuto modo di visitare i servizi territoriali di Catanzaro e Lamezia Terme in occasione di un evento a cui sono stata invitata come relatrice per la giornata della Salute mentale 2023. L’evento si è tenuto l’11 novembre al Musmi di Catanzaro e ha visto la partecipazione del Direttore del “Servizio di Psichiatria di Diagnosi e Cura” Michele Gabriele Rossi. L’idea della presidente dell’Associazione Unasam “Libellula”, Natalia Barillari, e del presidente dell’Associazione “Progetto Gedeone”, Antonio Mangiafave, è stata quella di rilanciare la fenomenologia nella clinica e diffondere gli ideali dell’opera di Riforma psichiatrica di Franco Basaglia nell’ambito del Progetto “Siamo fuori di testa”, un’iniziativa di prevenzione e sensibilizzazione per le scuole superiori, che avrà come argomento centrale il tema della cura e dell’educazione affettiva.
Il 10 novembre sono stata all’SPDC di Lamezia Terme e ho avuto modo di parlare con il Dr. Rossi delle difficoltà attuali, della necessità di miglioramento dei servizi di passaggio tra neuropsichiatria e psichiatria, e dell’importanza del coinvolgimento dei familiari anche in età adulta, oltre che dei progetti in corso per le REMS e post REMS. Ho potuto visitare inoltre il giardino dell’SPDC e conoscere il progetto di miglioramento dell’area antistante la struttura. “Il Giardino dei pensieri ritrovati”, questo è il nome che è stato dato allo spazio riqualificato, voluto dal Dr. Rossi, per dare un senso diverso alla permanenza delle persone ricoverate in psichiatria e alle loro famiglie. Un luogo pensato come un “contesto” di benessere e di “contatto” con la realtà, in una visione di umanizzazione delle cure e pieno riconoscimento della persona e dei suoi diritti fondamentali, dove poter incontrare gli altri e condividere iniziative e attività. L’obiettivo era quello di rendere meno traumatico il “ricovero in psichiatria” con una possibilità di “accoglienza” delle persone e dei loro familiari in un contesto aperto e dedicato a iniziative di piena inclusione e spensieratezza per i pazienti della struttura.
“Per conquistare il futuro bisogna prima sognarlo”, queste sono le parole che mi dice Antonio Mangiafave, che si è occupato della riqualificazione, a titolo volontario, di uno spazio prima incolto e abbandonato e oggi luogo di incontro e di pratiche. Antonio mi racconta del modo in cui è stata realizzata questa opera, che è stata immaginata come un luogo in cui le persone potessero prendersi cura di loro stesse, insieme agli altri. Un’opportunità di ideare futuri altri, quella a cui ho assistito nella Psichiatria di Lamezia Terme, che mi riporta immediatamente all’insegnamento di Franco Basaglia, e a quella possibilità di “abitare la soglia” realizzata dall’opera di Riforma, e che spesso sento ripetere da Peppe Dell’Acqua, collaboratore di Basaglia. Dare alla persona l’opportunità di “abitare la soglia” vuol dire creare una possibilità per la cura che sia basata sull’incontro di chi è dentro con il fuori, e di chi sta fuori con il dentro; come avvenuto tra il ’61 e il ’72, prima a Gorizia e poi a Trieste, e subito dopo in molte realtà manicomiali, dove lo spazio intorno ai manicomi, prima chiuso, ha cominciato ad aprirsi, diventando un parco o un giardino dove i ricoverati potevano finalmente uscire e essere liberi di incontrare gli altri, di parlare e di fare cose insieme.
Molti sono stati i volontari che hanno contribuito alla realizzazione del giardino, tra cui scrittori, operatori dei servizi, dottori, scrittori, cantanti, giardinieri, pasticceri, musicisti. Hanno collaborato inoltre l’SPDC Pediatria DSMD, l’UEPE Carabinieri Forestali e la Fattoria Sociale Miceli. Fondamentale la visione di una psichiatria di comunità da parte del Direttore Rossi ed essenziale la collaborazione delle associazioni del terzo settore, come Unasam, presenze fondamentali nell’ambito della Salute mentale.