“No, non è Francesco” è il titolo della centesima storia di infortunio sul lavoro pubblicata nel repertorio.
Raccontare la sequenza dei fatti, descrivere cosa è successo “a un certo punto”, ovvero cosa ha fatto deviare il corso degli eventi causando l’infortunio, ma soprattutto ragionare sulle misure e le azioni che lo avrebbe evitato, continua a essere un impegno e una priorità della nostra comunità di pratica.
“No, non è Francesco” è un infortunio dove la fretta, l’arte di arrangiarsi pur di far funzionare le cose, i tagli al personale hanno giocato un ruolo importante.
Racconta la storia di Francesco che fa il manutentore in un’azienda di trasporti cittadina con grandi difficoltà a far quadrare il bilancio. Quella mattina interviene su un autobus che, ostinatamente, si rifiuta di ripartire. Ha le ruote completamente bloccate. Dopo aver scaricato la pressione nell’impianto frenante e disattivato l’impianto elettrico agisce con la chiave specifica sul freno posteriore lavorando dall’interno della vettura. Termina l’operazione in pochi minuti. Per provare il mezzo avrebbe dovuto ripristinare l’impianto elettrico, rimettere l’impianto frenante in pressione per poi magari accorgersi che le ruote erano ancora bloccate. Poteva fare quella verifica in molto meno tempo usando il carrello elevatore dell’officina, parcheggiato lì vicino. Chiede e Lucio, uno degli autisti, di aiutarlo. Si avvicina al muso dell’autobus a bordo del carrello, scende e mentre spiega a Lucio come fare, il carrello elevatore avanza e gli schiaccia il capo contro lo sportello aperto dell’autobus.
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